Anguillara aveva un tempo un grande convento andato perduto a metà degli anni Cinquanta per la scellerata  decisione dell’allora amministrazione comunale di abbatterlo per costruire una scuola. Ne è rimasta solo la chiesa destinata ad uso promiscuo ovvero sia per funzioni religiose che per manifestazioni civili.  L’abbattimento fu uno scempio in piena regola autorizzato dalle autorità competenti. Ora Paolo Lorizzo, già addetto culturale del Comune di Anguillara in una passata giunta, archeologo con la specializzazione in Egittologia e direttore del Parco Archeologico della Villa romana dell’Acqua Claudia, ha dato alle stampe per le edizioni Porto Seguro un libro nel quale ricostruisce alcune vicende del complesso conventuale delineando nuove prospettive di ricerca e di indagine con lo scopo di valorizzare il variegato patrimonio culturale di Anguillara. Un appello che ci auguriamo possa essere accolto dalle istituzioni.  Il libro è stato presentato per la prima volta il 4 novembre alla biblioteca comunale Angela Zucconi presenti il sindaco Angelo Pizzigallo e la vicesindaca Paola Fiorucci. 

La copertina del libro

Paolo Lorizzo, come nasce l’idea di scrivere un libro sul complesso conventuale di San Francesco di Anguillara?

L’idea nasce dalla volontà di riunire documenti e notizie storiche che ho raccolto nel corso degli anni per poterli mettere a disposizione di tutte le persone interessate all’argomento. Troppo spesso chi studia il territorio dimentica in un cassetto le proprie ricerche privando la comunità della conoscenza di fatti e avvenimenti che fanno parte della storia del paese. Ritengo sia fondamentale il processo di divulgazione degli studi fatti, senza la presunzione di aver realizzato un’opera completa ed esaustiva, visto che nel corso degli anni nuove scoperte archivistiche e sul campo producono continui aggiornamenti. Ringrazio tutti coloro i quali hanno collaborato, permettendo la pubblicazione di questo volume.

Come è strutturato il libro?

Ho voluto iniziare con una breve introduzione sulla nascita del monachesimo in Italia, spiegando motivi, impulsi e necessità che le piccole comunità rurali avevano per impiantare strutture di questo tipo, per poi effettuare un confronto tra le strutture di culto cristiano diffuse nel territorio di Anguillara a partire dall’Età di Costantino e quelle che si sono sviluppate in pieno Medioevo e hanno contribuito alla formazione dell’attuale centro storico. L’analisi dei documenti d’archivio, lo studio architettonico e storico/artistico della chiesa e del convento hanno completato il lavoro, oltre alla documentazione cartacea e fotografica.

È vero che il convento venne abbattuto tra gli anni 1954/55 senza alcuna ragione?  

Assolutamente sì. Dall’analisi dei documenti d’archivio è emerso un quadro molto diverso rispetto a quanto sosteneva l’allora amministrazione comunale capeggiata dal sindaco Anna Jacometti. Leggende metropolitane maturate nel corso degli anni sostenevano che la struttura conventuale fosse pericolante e che quindi fosse necessario procedere al suo abbattimento, mentre relazioni tecniche e immagini fotografiche ci dicono che sarebbero stati necessari solo restauri e manutenzioni.

Ma allora perché abbatterlo?

Semplicemente per assegnare un appalto. 

Nel suo libro parla di alcune indagini archeologiche da lei effettuate  in alcuni ambienti del convento…

Sì, nel 2006 ho effettuato alcune indagini autorizzate dalle soprintendenze preposte presso alcuni ambienti dell’area del convento, in particolare nel Capitolo, nel chiostro e in due vani che ho identificato come la cucina e il refettorio. Si è trattato di indagini per verificare l’esistenza di pavimentazioni ed eventuali accessi sotterranei. In particolare nell’ambiente destinato alla cucina è emersa una frattura del pavimento praticata dai mezzi meccanici all’epoca dell’abbattimento per poter riempire l’ambiente sotterraneo destinato ad uso cantina. Non è però l’unico ambiente ipogeo che è emerso. Dall’analisi di un documento d’archivio della fine dell’800 si parla di due ossari presenti nelle due cappelle laterali della chiesa, successivamente abbattute per l’allargamento di via Manzoni.

È vero quanto si dice che la chiesa sarebbe stata costruita prima del convento da uno degli esponenti della famiglia Anguillara?

Certamente. Quando venne concessa la costruzione del convento nel 1468 dal pontefice Paolo II la chiesa era già esistente. In passato lo stesso studioso Annesi ipotizzò che potesse essere stata realizzata da Pandolfo II nella seconda metà del XIII secolo, ipotesi che io condivido. San Francesco infatti giunse a Roma nel 1212 per l’approvazione del suo Ordine e venne ospitato presso la residenza di Jacopa De’ Settesoli de Normanni imparentata con i conti di Anguillara, particolarmente devota al Francescanesimo. Fu Pandolfo II infatti ad ampliare la fabbrica di San Francesco a Ripa a Trastevere facendosi seppellire alla sua morte. L’altra ipotesi è che a far costruire la chiesa fosse stato il conte Everso dell’Anguillara intorno alla metà del XV secolo.

Il convento lo abbiamo ormai perduto ma cosa potremmo fare per tenerne viva la memoria?

Il convento lo abbiamo perduto per l’inettitudine dell’uomo ma potremmo fare ancora molto per valorizzare quella che a tutti gli effetti è un’area archeologica. Innanzitutto si potrebbe effettuare lo scavo di tutta l’area recintata riportando alla luce gli ambienti in fondazione. Sappiamo che le celle dei frati erano situate al primo piano mentre al piano terra gli ambienti destinati alla vita comune. Inoltre sarebbe possibile, in base all’analisi della progettazione degli anni ’30 del secolo scorso, ricostruire almeno uno dei lati delle arcate del chiostro per poter poi accedere ad alcuni vani del piano superiore che si sono conservati e che attualmente sono inaccessibili. Infine effettuare lo scavo dei sotterranei che potrebbe riservare interessanti sorprese dal punto di vista archeologico oltre a recuperare un importante spazio ipogeo da destinare alle visite guidate e alla fruizione per la collettività. 

Graziarosa Villani

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Qui il link alla scheda del libro: www.portoseguroeditore.com/prodotto/il-complesso-conventuale-di-san-francesco-ad-anguillara-sabazia/

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.