Ministro

“Linea dura sulle occupazioni… presenza delle Forze dell’ordine a scuola!” è quello che si vorrebbe

Si sono appena concluse le giornate di Open day nelle scuole, quelle giornate dove le scuole, alla stregua delle migliori aziende, pubblicizzano il loro prodotto, per adescare più studentesse e studenti possibili, ed ecco che il ministro ci offre (purtroppo in ritardo!) lo slogan vincente per le nostre scuole.

Peccato Signor Ministro che la sua uscita non sia avvenuta un mese fa! Le scuole più alacri, avrebbero potuto fare un bello striscione sui propri cancelli!

Linea dura sulle occupazioni… presenza delle Forze dell’ordine a scuola!”

Si, perché quello che più interessa studenti e studentesse e genitori non è la garanzia del diritto allo studio e la messa in sicurezza degli immobili, ma la presenza di forze di polizia per garantire la tutela dell’ordine e della sicurezza!

Che Occasione mancata per innalzare le iscrizioni… mannaggia!

Ma ne faremo tesoro e lo slogan lo mettiamo via pronto per il prossimo anno, quando ripartirà il gioco/gara della promozione delle scuole. Grazie. Ricordiamocelo!

Ha detto il Ministro:  “Si può immaginare una presenza delle forze dell’ordine a protezione di alcune scuole nelle aree particolarmente a rischio“.

Ecco, appunto si può immaginare e lasciamo la proposta alla migliore immaginazione distopica. Ne verrebbe fuori un bel romanzo di fantascienza sullo stile di 1984 di Orwell, o meglio come la scuola ti prepara alla sottomissione attraverso il controllo!

Anche questo un bel consiglio da mettere nel cassetto, chissà che qualche insegnante scrivendo di questa distopia non ci diventi ricco!

Comunque, le preoccupazioni del ministro sono le preoccupazioni di un buon padre di famiglia, preoccupato della sua prole (i docenti) soggetta ad atti di violenza da parte di violenti persecutori (le studentesse e gli studenti). Poveri docenti indifesi davanti a questo avanzare di violenza giovanile! Incapaci di gestire il proprio ambiente di lavoro e di tenere l’ordine a scuola, trovano la soluzione nel delegare alle forze dell’ordine la sicurezza e l’ordine scolastico.

Meno male che una soluzione ai problemi reali del Paese i nostri politici la trovano sempre!

La verità Ministro è che Lei nelle scuole, come tutti i suoi predecessori, non ci ha messo mai piede.

Il problema degli insegnanti non sono alunne e alunni, che vengono a scuola per apprendere e vivere la socialità, che dà loro le basi della cittadinanza, ma è quel progetto di scuola che i suoi predecessori hanno creato e che lei sta brillantemente portando a termine!

Basta farsi un giro per le scuole per capire la situazione: palestre inesistenti, muri e solai decrepiti, bagni indecorosi, aule tristissime. Altro che ambienti di apprendimento!

Anzi, quelli ci sono, a condizione che non si consideri affatto l’ambiente fisico, ma solo il clima sociale e di relazione che docenti e classi reciprocamente contribuiscono a creare.

E’ diffamante continuare a criminalizzare studentesse e studenti e continuare questo orribile gioco del mettere docenti e discenti l’uno contro l’altro.

Ma non è solo questo. Girando per la scuola si accorgerebbe (magari non in tutte le scuole, ma nella maggior parte!) di come gli ex presidi o direttori didattici abbiano subito quella mutazione, che voi politici avete voluto, in dirigenti scolastici. Nei migliori dei casi pedissequi burocrati, nei peggiori, autoritari comandanti.

Per non parlare degli ATA, ridimensionati a tal punto, che oggi un Collaboratore scolastico svolge il lavoro che 10 anni fa ne svolgevano tre!

E non scordiamoci che il loro principale compito è quello della sorveglianza, se proprio vogliamo parlare di sicurezza.

Ha idea di quanti bambine e bambini o adolescenti, lasciano la classe per andare in bagno e trovano “scoperte” tutte le aree che prima venivano invece sorvegliate?

Si consiglia, anche un giro nelle segreterie che il decentramento ha oberato di incarichi lavorativi e responsabilità creando un sistema di kafkiana memoria e dubbia efficacia.

Ma sono i docenti quelli che la preoccupano (ma non quelli bullizzati dai dirigenti e dal loro staff, ma quelli colpiti dalla crescente violenza giovanile!).

Bene, Ministro non serve però venire a scuola per scoprire che i docenti italiani, sono i meno pagati d’Europa (lo stipendio lordo medio di un docente italiano supera il Pil pro-capite dell’Italia solo del 2,5 per cento contro il 23,9 per cento dell’Eurozona) e che, come tutto il personale della scuola, hanno visto firmare, il 18 gennaio 2024, il contratto scaduto per gli anni 2019/2021!

Se riuscissimo a ripristinare la scala mobile, quello strumento che indicizzava automaticamente i salari in funzione degli aumenti dei prezzi, gran parte del personale della scuola, docenti compresi, potrebbero munirsi (a spese loro!) di un buon giubbotto antiproiettile, indumento scomodo, forse, ma essenziale alla pratica scolastica quotidiana!

Ma i soldi non ci sono… lo abbiamo visto con i banchi a rotelle, con le mascherine e i disinfettanti, con le spese che il PNRR sta imponendo alle scuole.

Ministro, centinaia di migliaia di euro per ogni scuola, spesi non in base ai bisogni reali delle scuole ma in vista di un fine ben preciso: fare della scuola lo strumento più affilato del neoliberismo (o l’ordoliberalismo, scelga lei l’espressione che più le aggrada). Il discorso è lungo, va dalla demolizione del pubblico a favore del privato, al linguaggio che ormai è entrato nel mondo della scuola (curriculum, profitto, crediti, debiti, competenze, competenze imprenditoriali), ma attraversa tanti aspetti compresa “l’inclusione” di cui tanto vi riempite la bocca.

Comunque le consigliamo questo giro per le scuole, anche per rendersi conto di come la digitalizzazione/burocratizzazione stia definitivamente distruggendo le relazioni nelle scuole. Si fatica sempre più ad incontrarsi, si comunica con la compilazione di moduli e scartoffie, ci si stressa sempre sulla forma delle cose e non più sul contenuto. E soprattutto non ci si domanda più: ma perché lo devo fare?

Si avvicini a due docenti che parlano nell’ora di buco. Gli argomenti: come si compila questo e quello, le scadenze dei moduli, la gestione del registro elettronico, i regolamenti… raramente un BES e DSA (e solo in termini di “ci dobbiamo tutelare!”) mai didattica o contenuti delle discipline.

Assorbiti dal compilare scartoffie, da procedure sempre più rigide, dalla compilazione di certificazioni e attestati, i docenti stanno diventando un semplice ingranaggio del processo di burocratizzazione del suo Ministero. Conseguenza? Sindrome di burn out, la cui unica cura è solo la relazione con gli alunni; è in classe con le alunne e gli alunni, infatti, che si riprende ossigeno, proprio con quell’adolescenza che lei sta criminalizzando e che le forze dell’ordine dovrebbero controllare.

Nelle scuole, potrà anche vedere i risultati del continuo distruggere la categoria con differenziazione di ruoli e incarichi! La premialità l’orribile mezzo per far fuori la collegialità! Elemento essenziale, questo, nell’insegnamento, non solo per un’ottica interdisciplinare dell’apprendimento, ma per la creazione di un clima sereno nelle classi.

Infine, assista ad un collegio docenti e tocchi con mano la democrazia che li governa!

Insomma Ministro la scuola non ha bisogno di polizia. Ma di altro.

Abbiamo superato l’emergenza COVID e ci avete creato la nuova emergenza guerra… volete professionalizzare la scuola e fomentate il precariato… la povertà è in aumento e i messaggi consumistici del mercato ci opprimono… volete le competenze di cittadinanza e ci educate alla competizione… parlate di sicurezza e privatizzate la sanità…

Insomma, qui si vive in un’ansia e incertezza perenni, la confusione è totale, il senso di isolamento e impotenza in crescita…

E se ogni tanto qualcuno va fuori di testa occorre analizzare le vere cause, Ministro. E su quelle intervenire!

Cobastuscia

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.