Rigettato il ricorso promosso da Acea Ato 2 ribadendo quanto già deciso dal Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche nel 2019 che aveva stabilito la validità del provvedimento regionale che stabiliva l’interruzione del prelievo delle acque del Lago
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso promosso da Acea Ato 2 contro la Regione Lazio e il Parco Naturale Regionale di Bracciano e Martignano, i Comuni di Anguillara, Bracciano e Trevignano Romano, ribadendo quanto già deciso dal Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche nel 2019 che aveva stabilito la validità del provvedimento regionale che stabiliva l’interruzione del prelievo delle acque del Lago.
La Corte di Cassazione ha stabilito di nuovo la validità della sospensione delle captazioni dal Lago di Bracciano per il superamento del limite di salvaguardia previsto nella concessione originaria, la cui correttezza era stata messa in dubbio da Acea e che invece la Corte ha ribadito affermando che l’unico progetto approvato era quello del 1984 e che tale progetto prevedeva un limite nella captazione delle acque del Lago di Bracciano di 161,90 già accertato in sede di istruttoria sulla domanda di concessione di derivazione, giudicando inoltre corretto il comportamento dell’Amministrazione regionale nel tutelare il lago.
“Quella portata avanti, da parte della Regione Lazio, delle istituzioni del Lago dei Comitati e dei cittadini in questi anni non è una guerra contro qualcuno o qualcosa, ma una vera e propria rivoluzione di prospettiva – commenta il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – per tutelare il principio intoccabile e inalienabile del bene comune. La concessione prevede che il Lago sia solamente una riserva idrica strategica per casi eccezionali e siamo molto contenti di come oggi venga ribadito di porre un limite per la sua salvaguardia, si tratta infatti di una risorsa naturale, ambientale e culturale dal valore inestimabile per tutto il territorio ed è per questo che come Regione Lazio siamo intervenuti in questi anni per ottenere l’interruzione del prelievo delle sue acque”.