Aver compiuto venti anni per il Parco di Bracciano-Martignano significa aver raggiunto gli anni della “meglio gioventù”. Ora si tratta di impiegarli nella migliore maniera possibile. Le condizioni ci sono tutte si faccia il massimo. Oggi, rispetto al ’99, siamo in una situazione totalmente cambiata e molto più favorevole alle iniziative di difesa dell’ambiente, del territorio, del verde e della natura che nel passato (non scomodiamo le iniziative planetarie sui cambiamenti climatici degli adolescenti seguaci di Greta). Mi riferisco più modestamente al clima politico sociale nella nostra zona dove il tema del parco non è più ferocemente divisivo come lo fu alla fine degli anni novanta ed inizio duemila. All’epoca vi era una opposizione (trasversale) tosta nei confronti della istituzione delle Aree Protette e dei Parchi. Una opposizione molto variegata. Si è spesso fatto riferimento alla opposizione chiassosa (non armata) dei cacciatori alla quale, bisogna dire, ad onor del vero, si è spesso “accodata” quella di qualche frangia di agricoltori. Tuttavia entrambe le posizioni negative richiamate, non erano nient’altro che, non dico strumenti, ma sicuramente, soltanto la “puntina” dell’iceberg (inconsapevole e sicuramente non consenziente) della gran massa sommersa di quel multiforme schieramento di opposizione contro un corretto uso del territorio. Un coacervo di forze molto agguerrito dietro il quale si muoveva un nucleo potente rappresentato da gruppi economici multinazionali interessati, in generale, non certo solo al lago sabatino e neppure alla sola Regione Lazio ma all’Italia e persino all’Europa a ché lo sviluppo economico fosse orientato al massimo spontaneismo e all’assoluta “deregulation” (secondo le ben note teorie della capacità autonoma del mercato nel riequilibrio del sistema economico) per spremere il massimo degli interessi e dei profitti di Gruppo economico-sociale ai danni della società e della Terra. Un dissennato sviluppo di cui oggi si scontano le prime nefande conseguenze. Non poteva essere altrimenti il risultato di uno sviluppo orientato al più alto consumo del suolo in cambio del massimo profitto per pochi. La legge regionale 29/97 quella dei Parchi, per tornare alle nostre reali dimensioni regionali e locali, insieme alla legge regionale urbanistica, ai piani paesistici, ora dentro il Piano paesistico territoriale regionale (PTPR), hanno creato i presupposti per un diverso modello di sviluppo e per una possibile difesa del nostro territorio. La legge del parco si inseriva in questo complicato e stimolante contesto legislativo. Va fatto un plauso al personale politico, dirigenziale e amministrativo che, in questi anni difficili, nell’Ente parco, ha interpretato il ruolo che la legge imponeva e che il Governo regionale, in diversi modi, indicava. Un ruolo che gli attuali amministratori e dirigenti hanno reso più dinamico ed intraprendente come avvenuto, in questi ultimi due anni, nella drammatica e, per ora, vittoriosa vicenda sul livello del lago contro la prepotente Acea. Oggi il ventenne Parco ha l’età giusta per poter fare un salto notevole nella direzione non solo della tutela ma anche dello sviluppo corretto e rispettoso dell’ambiente, e della natura del nostro territorio dotandosi finalmente di un suo Piano di Assetto. Deve però emanciparsi da burocratismi, pastoie amministrative, rigorismi inopportuni e persino dannosi, nella gestione giornaliera delle tutele. Ma soprattutto potrà porre le basi per la sua ventura maturità solo in un concorso di convergenti volontà tra il Parco e la Regione, da una parte, e dall’altra, gli enti locali ( Comuni, Province e Città metropolitana, Università agrarie), categorie sociali ( agricoltori, pescatori, operatori turistici, artigiani, commercianti, operai e pendolari) e informazione che ha rappresentato tanta parte delle molte battaglie vinte per la difesa e la tutela del nostro Territorio; non ultima proprio quella sulla istituzione del Parco ( in primis “La Tribuna del Lago” purtroppo oramai estinta, ricordando il ruolo di Angela Zucconi e il glorioso ” L’agone” – del quale sono personalmente orgoglioso – ancora nel fuoco della battaglia , al quale faccio gli auguri per i suoi venticinque anni compiuti questo anno). Quindi gli auguri di buon compleanno al Parco servono perché “tanti altri venti anni ” di lavoro possano rappresentare nuove conquiste per la protezione e la conservazione ma anche per lo sviluppo e la prosperità di una delle più belle aree del Lazio e dell’Italia.
Biagio Minnucci – ex capogruppo PDS in Consiglio Regionale 1995—2000 e 2005