Un Sant’Andrea come si deve, con tre parroci, tre sindaci e soprattutto loro i pescatori, dei quali l’apostolo Andrea è il patrono. Una giornata tersa come non mai dopo due giorni di fitta pioggia ha regalato oggi a quanti si sono radunati nel pomeriggio dalle 15 nella piazza del Molo di Trevignano una cerimonia davvero mistica, in un silenzio ovattato ed un calar del sole sull’azzurro del lago dietro l’altare. E così anche le parole del Vangelo spesso ascoltate distrattamente hanno assunto un’altro significato.
“Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono”.
Più volte sottolineato dal celebrante “vi farò pescatore di uomini”. I pescatori sono colti nel momento del loro lavoro, fatto di fatica e sacrificio mentre pescano e riparano reti. Scene di sacrificio e fatica che tutti, sul lago di Bracciano, possono vedere. Un’altra prospettiva di guardare il lago, tra fatiche quotidiane e speranze spesso disattese.
I canti di chiesa, accompagnati da una pianola, hanno arricchito il semplice rito della messa. E poi dopo il “ite missa est” il più giovane dei pescatori del lago ha avuto il compito di gettare una corona di fiori nel lago a ricordo di chi nel lago è morto. Il ricordo di molti è andato ai pescatori che il 16 gennaio 1951, travolti da un ciclone non fecero più ritorno.
“Un violento ciclone – si legge su L’Unità del 18 gennaio 1951 – si è abbattuto martedì all’alba nei pressi di Bracciano. Nel lago omonimo una barca con cinque pescatori è stata travolta dalle acque, inabissandosi. Ogni ricerca è riuscita vana. Danni di rilevante entità si hanno a lamentare nella zona a particolarmente nel territorio di Anguillara Sabazia”.
La sindaca di Trevignano Claudia Maciucchi che questa cerimonia ha fortemente voluto ha pronunciato un sentito discorso ricordando i tanti pescatori di un tempo tra i quali il padre Ofelio. Ad ascoltarla cittadini ma anche autorità – i sindaci di Anguillara e Bracciano, Angelo Pizzigallo e Marco Crocicchi, Renato Cozzella, presidente del Consorzio Lago Bracciano, i carabinieri della locale stazione e quelli della motovedetta giunti da Bracciano, il vicesindaco Luca Galloni, l’ex sindaco di Trevignano Rolando Luciani, la consigliera delegata all’Agricoltura di Bracciano Gessica Giorgi. Sul palco-altare i tre parroci del lago tra i quali don Piero Rongoni di Bracciano.
In un breve discorso il giovane pescatore ha sottolineato i problemi del momento. “Servono semine di pesci” ha detto. Il lago è infatti in questo periodo poco pescoso, una condizione che si deve anche allo stress ecosistemico del 2017 con l’abbassamento del livello di due metri che lasciò scoperta proprio la fascia riparia dove i pesci depongono le uova.
Semine di pesce, come si faceva un tempo, ma anche commenta a margine il presidente della Cooperativa Pescatori del Lago di Bracciano, Michele Scuderoni la riapertura tanto attesa dell’incubatoio dove la cella frigorifera di recente realizzata è inutilizzata.
Serve assolutamente inoltre un centro di trasformazione del pesce come accade sul lago di Bolsena, dove il pescato lacustre è oggetto anche di sistemi di conservazione come l’affumicatura.
Un Sant’Andrea mistico ma triste per la qualche decina di pescatori del lago di Bracciano. Chiedono con forza di risolvere la questione incubatoio (mancano gli allacci alla rete fognaria), chiedono semine di avannotti.
Per tutti, in chiusura, pur nel rammarico dei problemi da risolvere, i pescatori hanno preparato ed offerto sul posto una buonissima frittura di latterini e filetti di coregone accompagnati da un bicchiere di vino.
Graziarosa Villani