Lezione di vita sul filo della memoria per le terze classi. Iniziativa promossa da Comune di Anguillara, Associazione Romana Amici di Israele, Osservatorio Nazionale Sicurezza Urbana in collaborazione con la scuola
L’infamia delle leggi razziali de 1938. Questa la lezione per oltre 200 studenti dell’Istituto Comprensivo San Francesco di Anguillara il 7 febbraio – nella sala dell’ex Consorzio Agrario – grazie alla testimonianza diretta di Ugo Foà, classe 1928, chiamato a raccontare la propria esperienza di vita, la scuola negata, quella dicitura “di razza ebrea” che accompagnava, in quegli anni di persecuzione, il suo nome.
Una iniziativa organizzata dal Comune di Anguillara con la collaborazione dell’Associazione Romana Amici di Israele e dell’Osservatorio Nazionale Sicurezza Urbana e dell’Istituto Comprensivo San Francesco di Anguillara con il prezioso supporto logistico della Pro Loco Anguillara.
“Oggi posso essere semplicemente essere Ugo Foà” spiega ad una platea attenta di studenti delle terze. “Voi sarete la prima generazione a portare la testimonianza dei testimoni”.
Ad accogliere Foà, assieme alla dirigente scolastica Paola Di Muro, il vicesindaco di Anguillara Viviana Normando, il
“E’ importante – ha sottolineato la dirigente scolastica – cogliere i segnali che possono portare a diventare indifferenti, per i quali potremmo non riuscire più ad indignarci”. Ha parlato di “una occasione straordinaria per ascoltare dalla viva voce dei protagonisti delle importanti esperienze di vita che mai più devono ripetersi” il vicesindaco Normando.
Nessuno si indignò quando, una mattina, Ugo seppe che non sarebbe più potuto andare a scuola. “Il Regio Decreto del 5 settembre 1938, XVI dell’era fascista di Vittorio Emanuele III decreta che – legge lo stesso Foà – nelle scuole di ogni ordine e grado non potranno più essere iscritti alunni di razza ebraica”. “Quel giorno piansi” racconta Foà. “Mi hanno strappato la scuola di dosso, mi hanno tolto un pezzo di vita”. “Scoprii il concetto di razza”. Cita Albert Einstein che partendo per gli Stati Uniti scrisse di sé nella scheda che lo riguardava di “razza umana”.
“Mi ferì l’indifferenza” racconta Foà. “Nessuno tra i miei compagni venne a chiedermi cosa fosse successo”. “Studiai da privatista, all’esame la presidente di commissione mi disse che il mio banco era quello in fondo, laggiù in un angolo, ontano da tutti. Poi si avvicino e a bassa voce mi disse: Fatti coraggio, Ugo. Seppi poi che era una militante antifascista. Quel giorno, dovetti scrivere “di razza ebrea” accanto al nome sul mio tema”.
Al Regio Decreto seguirono altre leggi. Una del 1939 imponeva ai capifamiglia di religione ebraica ad andare in Comune autodenunciarsi. “I cittadini italiani di religione ebraica – spiega Foà – vennero privati dei diritti civili. Si passò poi agli arresti, alle deportazioni, ai campi di sterminio. Molti fratelli italiani – commenta ancora amaramente Foà – si sono arricchiti denunciando ebrei”. A salvare lui e la sua famiglia furono le “quattro giornate di Napoli”. La sua città insorse prima dell’arrivo degli Alleati e fu subito libertà.
Un vissuto che per decenni Foà tenne per sé, fino a che, 40 anni dopo, il negazionismo dilagante, lo ha indotto a raccontare la sua esperienza.
“Vennero sterminati 6 milioni di ebrei, vennero uccisi anche 5 milioni persone tra testimoni di Geova, disabili, omosessuali, rom, sinti. Mi son stati tolti 1.000 giorni di scuola ed ora – quando vado ad incontrare gli studenti – è come se recuperassi quei giorni perduti”.
Poi il messaggio: “farsi testimoni dei testimoni, per ricordare, per non diventare indifferenti, per non disperdere la memoria”. E proprio attorno alla memoria gli studenti dell’Istituto Comprensivo San Francesco di Anguillara stanno lavorando da tempo.
Puntuali le domande che arrivano dalla platea di ragazzi e poi la lettura dei cartelli fatti dagli stessi studenti a ricordare alcune figure chiave della comunità ebraica. Sette schede per altrettanti classi di terza, per altrettanti alberi messi a dimora da pochi mesi all’esterno della struttura: lo stesso Ugo Foà
Una lezione di vita tutta da ricordare. “Ricordate – conclude Foà – la mia storia, quando, tra qualche mese, sul tema del vostro esame di terza media semplicemente potrete scrivere solo il vostro nome e cognome”.
“E’ stata – ha commentato a margine dell’incontro Silvia Silvestri, presidente del Consiglio comunale di Anguillara – una giornata emozionante intensa e delicata per me ma soprattutto per i ragazzi delle terze medie dell’Istituito Comprensivo San Francesco che hanno potuto incontrare Ugo Foà, testimone dei terribili anni delle deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento. Oltre ottant’anni dopo l’entrata in vigore delle terribili e criminali leggi razziali, Foà, che sulla sua pelle ha subito l’ingiustizia, il terrore e la paura, ha raccontato la sua preziosa testimonianza agli studenti. La sua è un’eredità che lui stesso ha deciso dopo anni di raccontare, in particolare ai giovani. Una testimonianza importante con un racconto delicato ma profondo degli anni più brutti della nostra storia. Questa testimonianza è stata toccante ed emozionante per tutti noi. Ringrazio – ha detto ancora Silvestri – Peppe Solazzo per aver dato la possibilità a me e alla nostra città di ospitare Ugo Foà e ringrazio la dirigente scolastica Paola di Muro per la collaborazione nell’ organizzazione dell’evento. Per non dimenticare”.