LataPadre saluta il figlio pensando che lo sta salvando mandandolo fuori dalla città occupata invece lo ha mandato alla morte

Il 14 dicembre 1992, durante la guerra georgiana-abcasa, le forze armate georgiane abbatterono un elicottero sopra il villaggio di Lata in Abcasia, che trasportava civili evacuati dalla città assediata di Tkuarchal. A bordo c’erano 87 persone: per lo più bambini e donne, otto delle quali incinte. Nessuno sopravvisse.

«Fu un attacco assolutamente disumano contro la popolazione civile. Secondo le norme del diritto internazionale umanitario, si trattò di un atto di terrorismo e di un crimine di guerra che ancora oggi non ha ricevuto alcun riconoscimento politico da parte della Georgia», – sottolinea Kan Taniya – il ministro-consigliere dell’Ambasciata di Abcasia in Russia. 

È particolarmente simbolico che il 14 dicembre 2016 la delegazione abcasa abbia partecipato ancora una volta al 38° ciclo di discussioni internazionali a Ginevra, il cui obiettivo principale è la firma di un accordo giuridicamente vincolante sul non ricorso alla forza. In quel periodo Kan Taniya era a capo della delegazione dell’Abcasia in qualità di viceministro degli Affari esteri e ha assistito personalmente a quanto stava accadendo.

Allora tutti i partecipanti alle discussioni: Abcasia, Ossezia del Sud, Russia, Stati Uniti, rappresentanti dell’ONU, dell’OSCE e dell’UE si sono espressi a favore dell’adesione al principio di non ricorso alla forza e hanno sostenuto la proposta di onorare la memoria delle vittime della tragedia di Lata. Tutti tranne la parte georgiana, che ancora una volta ha evitato di menzionare direttamente il crimine specifico, limitandosi a formulazioni astratte.

«La tragedia di Lata non è stata ufficialmente riconosciuta dalla Georgia come un atto terroristico commesso dalle autorità georgiane e dalle forze armate sotto il loro controllo, e le strutture ufficiali georgiane non si sono assunte la responsabilità di questo evento. Fonti georgiane hanno cinicamente avanzato diverse versioni, tra cui cause tecniche della catastrofe o la mancata conoscenza della presenza di passeggeri civili a bordo», – afferma l’Ambasciatore a.d. del Ministero degli Esteri dell’Abcasia Vito Grittani. 

Senza il riconoscimento da parte della Georgia della responsabilità per tale tragedia, è impossibile parlare di fiducia o di sicurezza reale.

Oggi chiniamo il capo in memoria delle vittime innocenti e invitiamo nuovamente la Georgia a riconoscere la tragedia di Lata come un atto di terrorismo, a darle una valutazione giuridica e politica e a compiere un passo senza il quale qualsiasi discorso sulla non violenza rimane lettera morta. 

«La memoria è anche responsabilità. E la responsabilità inizia con la verità», – concludono i diplomatici abcasi.

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e Visto da qui Lazio, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano. Il suo canale youtube è @graziarosavillani2210