Il licenziamento di Marco è NULLO, in quanto ritorsivo. La società Tekneko Sistemi srl condannata a reintegrare e risarcire il lavoratore.

Mercoledì 2 Dicembre è stata un’altra giornata storica per il Comune di Montecompatri, infatti il Giudice del Lavoro Raffaella Falcioni del Tribunale di Velletri ha dichiarato la nullità del licenziamento di Marco Cianti, in quanto ritorsivo, e ordinato il suo immediato reintegro nel posto di lavoro, condannando la società Tekneko Sistemi s.r.l., dell’imprenditore Umberto Di Carlo, al risarcimento per ogni mese che Marco è stato privato ingiustamente della retribuzione.
Dopo 18 mesi di lunga attesa e di lotta, Marco, assistito dagli avvocati Carlo Guglielmi e Gabriele Cingolo dello studio legale di Roma “”Lavoro Vivo”, ha avuto giustizia.  La battaglia di Marco è stata esemplare, con coraggio ha denunciato l’errata applicazione del CCNL Multiservizi a parte del personale addetto alle attività di igiene ambientale per il Comune di Montecompatri, economicamente svantaggioso rispetto al CCNL applicabile ai dipendenti delle imprese esercenti i servizi ambientali, nonché il mancato rispetto delle norme sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. E per questa sua battaglia, sostenuta dai Cobas, Marco è stato punito con il licenziamento, nella assoluta consapevolezza del Di Carlo che la paga mensile rappresentava l’unica fonte di reddito del lavoratore per sostenere se e la sua famiglia.
Solo successivamente al suo licenziamento la Tekneko è stata costretta ad applicare a tutto il personale il CCNL per i dipendenti dei servizi ambientali

“Il sindaco di Montecompatri Francesco Ferri ha presentato tale variazione quale suo successo politico, nonostante che prima della denuncia presentata da Marco il Comune – sottolinea Cobas . si sia sempre guardato bene da far rispettare a Tekneko Sistemi l’obbligo, previsto nel capitolato di appalto, di applicare il CCNL di riferimento. Per non parlare che lo stesso sindaco si è guardato bene di intervenire o semplicemente di esprimere solidarietà a Marco, di fronte a un licenziamento che sin da subito è stato giudicato evidentemente ritorsivo da ogni persona in buona fede”.

Del resto contro l’ostinazione di Marco e dei Cobas, che sui diritti e sulla sicurezza delle attività lavorative non
transigono, il patron di Tekneko, Umberto Di Carlo, e il suo preposto in cantiere, Andrea Sciacqua, hanno sempre espresso pubblicamente il loro astio più profondo. E’ chiarificatore, in tal senso, il dialogo pubblico tra i due soggetti sul social facebook giustamente sottolineato in sentenza dal Giudice del Lavoro: «Il Capo Cantiere commentava l’accaduto sul sociale Facebook pubblicando il seguente messaggio: “tempo al tempo il Karma restituirà tutto anche con gli interessi” al che l’Amministratore unico della resistente, Umberto Di Carlo, replicava al post scrivendo: “puoi
contarci”».
Il clima di intimidazione attorno alla storia di Marco è, del resto, proseguito anche dopo il licenziamento e fuori la società, per opera del preposto che si è lanciato in liti temerarie contro tutti coloro che hanno osato manifestare solidarietà a Marco (parenti, amici, avvocati) ovvero gli hanno dato voce pubblicando la notizia nei media.
Per noi la vicenda non è ancora chiusa, attendiamo che la società Tekneko esegua pienamente la sentenza con il reintegro di Marco, dismettendo ogni azione intimidatoria nei confronti del nostro associato, e che anche nella stessa città di Montecompatri sia ripristinato un clima sereno, riconoscendo il giusto rispetto nei confronti di chi ha avuto il coraggio di lottare per gli interessi di tutti.
Per questo i Cobas organizzeranno nelle prossime settimane un confronto pubblico nella città di Montecompatri senza il timore di nuove rappresaglie di chi, anziché adoperarsi per la “protezione civile” dei cittadini di Montecompatri, ha tentato, inutilmente, in questi mesi di intossicarne il clima dei rapporti sociali.
“Nel frattempo – dice il Cobas – ringraziamo lo studio legale “Lavoro Vivo” per la professionalità (e passione) con cui ha assistito il nostro associato, i giornalisti e le giornaliste dell’area dei Castelli  e di altre aree che senza remore hanno dato voce alla battaglia di Marco e tutti coloro che in questi mesi gli sono stati vicini”.

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e Visto da qui Lazio, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano. Il suo canale youtube è @graziarosavillani2210