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Sheraton licenzia 164 lavoratori. La nota della Regione Lazio

“Con profondo rammarico, dopo una trattativa durata 5 ore, oggi l’azienda Sheraton si è dimostrata sorda e incapace di intavolare un accordo al tavolo con la Regione, i sindacati e le parti sociali. Un mancato accordo che fa male, soprattutto ai 164 lavoratori che saranno licenziati nonostante tutti gli sforzi che come Regione Lazio abbiamo messo in campo.
L’azienda si è mostrata indisponibile a ogni richiesta, indisponibile a valutare qualsiasi strumento alternativo ai licenziamenti annunciati, a partire dagli ammortizzatori sociali, che per il settore alberghiero hanno trovato conferma anche nel recente decreto e nella circolare 18 marzo del Ministero del Lavoro. Indisponibile anche di fronte alla notizia del tavolo convocato per il prossimo 5 aprile dai ministri Orlando e Garavaglia con Regione Lazio, Comune di Roma e con le parti sociali per affrontare la crisi del turismo nella Capitale.
L’azienda ha detto no anche agli strumenti di contenimento del costo del lavoro, come l’aspettativa non retribuita, messi sul tavolo da parte degli stessi dipendenti dell’azienda e ha detto no a valutare il ricorso alla clausola di salvaguardia per mantenere le stesse professionalità al momento della riapertura dopo il periodo di chiusura della struttura alberghiera.
Come Regione Lazio ci aspettavamo un atteggiamento più responsabile da parte di una struttura alberghiera così importante come lo Sheraton. Al fine di accompagnare il percorso di ristrutturazione annunciato, abbiamo anche messo a disposizione la formazione e la riqualificazione delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti. Purtroppo anche questo strumento di tutela delle professionalità non è stato preso in considerazione da parte dell’azienda che ha dimostrato di non voler accedere ad alcun percorso condiviso di salvaguardia dei livelli occupazionali e di valorizzazione dell’attività produttiva”.

Così in una nota congiunta l’assessore al Lavoro, Claudio Di Berardino e l’assessore al Turismo, Valentina Corrado.

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