Otto episodi pronti in sei mesi. Diventa Serie TV “Supernotes” il bestseller scritto dall’agente segreto Vincenzo Fenili, alias Agente Kasper, e il giornalista Luigi Carletti. A realizzarla Picomedia che ha rilevato i diritti del libro tradotto in 30 Paesi già della Emjag Productions di Alexandra Milchan di Los Angeles. Ma cosa sono le “Supernotes”? In sostanza dollari a tutti gli effetti stampati per finanziare operazioni sporche. A scoprire la zecca segreta in Nord Corea l’agente Kasper. Una scoperta che gli è costata un anno di inferno nella prigione di Prey Sar nei dintorni di Phnom Penh in Cambogia.”Un progetto ambizioso”, ha dichiarato il produttore Roberto Sessa. La notizia dell’uscita della Serie TV – che sarà realizzata in italiano, inglese e cambogiano e presentata al Festival Series Mania di Lille in Francia – ha fatto il giro del mondo. Ne ha scritto, tra gli altri, anche Variety.
Vincenzo Fenili, la sua vicenda diventerà presto una serie TV, quali sono i suoi sentimenti al riguardo?
Immagino che lei faccia riferimento alla vicenda narrata nel primo libro “Supernotes” edito da Mondadori e scritto assieme a Luigi Carletti. Si tratta di una storia che costituirà solo la prima stagione di quella che con il produttore ci auguriamo sia una lunga serie di stagioni: ci tengo a precisare che “Supernotes” fu scritto solo grazie all’amicizia, pazienza e professionalità con la quale Luigi riuscì a convincermi a tirar fuori una vicenda che ancora nel 2013/14 mi segnava profondamente sia psicologicamente che fisicamente. Senza di lui oggi sicuramente quest’intervista non ci sarebbe stata. Sono ovviamente felice ed orgoglioso che quella storia oggi si avvii a diventare una serie televisiva con un produttore italiano/internazionale, Roberto Sessa di Picomedia, la cui sensibilità ben interpreta lo spirito ed i contenuti del libro e vanno molto al di là di una vicenda che, se non fosse realmente accaduta, avrebbe dell’incredibile: ricordo che l’editore Mondadori, al quale va sempre la nostra riconoscenza per il coraggio dimostrato nell’averci pubblicato, decise di fare una approfondita istruttoria prima di investire in un libro che sarebbe poi stato tradotto in nove lingue e commercializzato globalmente. Fu lo stesso tipo di istruttoria fatta, ad esempio, da “Porta a porta” e dalle “Iene” prima di fare programmi di approfondimento ai quali Luigi ed io abbiamo partecipato. I diritti di “Supernotes” furono opzionati nel 2015 da un gigante di Hollywood, Emjag Productions di Alexandra Milchan per la realizzazione di un film il cui sceneggiatore avrebbe dovuto essere Simon Mirren (“Criminal Minds”). Papabili per il ruolo del Generale Giampaolo Ganzer, comandante del ROS dei Carabinieri, Robert De Niro (che conobbi in quella occasione) e Edgar Ramirez per il mio. Tutta una serie di vicende rallentarono la produzione del film, non ultima lo scandalo di Harvey Weistein che avrebbe dovuto essere il distributore del film: in realtà ho fondato motivo di ritenere che il film non sia mai uscito a causa di pressioni istituzionali ricevute dalla produzione americana affinché il progetto non vedesse mai la luce. Gli americani producono tantissimi film, documentari e serie TV nelle quali la CIA ed altre organizzazioni ombra sono i “cattivi” ma non potrebbero mai tollerare che un operatore di un altro servizio, ancorché alleato, possa “gabbare” coloro che si ergono a paladini e protettori di un concetto di democrazia globale che fa acqua da tutte le parti. Oltre a queste pressioni, la produzione è stata interrotta da una quantità di altre vicende quali, ad esempio, uno sciopero degli sceneggiatori ad Hollywood, il Covid ed altro. Più recentemente il dinamicissimo produttore italiano ha rilevato l’opzione di Emjag (ormai scaduta) ed ha iniettato nuove energie e grande entusiasmo in un progetto che pur rimanendo internazionale ha un’anima profondamente italiana. Pur osservando il dovuto riserbo sull’interpretazione televisiva che verrà data posso solo dire che ne sono personalmente entusiasta.
Sa ad oggi quale sarà il cast della serie?
No, il cast verrà deciso dalla produzione e sulla base della disponibilità degli attori che verranno presi in considerazione, posso però dire con certezza che si tratterà di un cast anche internazionale di primissimo livello.
Supernotes, una pratica ancora attuale?
Le “Supernotes” beneficiavano di una tecnologia assolutamente di primissimo livello e come tutte le tecnologie oggi vengono aggiornate molto efficacemente e con tempistiche molto rapide: la “finanza parallela” è uno degli strumenti più efficaci nelle politiche di destabilizzazione e non è necessariamente solo riconducibile al concetto di “cash”. Quindi la risposta è “sì”…una pratica sempre più attuale nella misura in cui si debbano spendere enormi quantità di denaro non “a bilancio” per operazioni, ad esempio, di stabilizzazione del mainstream mediatico.
Quali vicende in particolare saranno evidenziate tra le tante del suo vissuto professionale?
Questa è certamente una domanda alla quale non le risponderò: non vorrei mancare di sorprendere i telespettatori, gli amici ma soprattutto tutti coloro che alla fine dei “Ringraziamenti” nel mio secondo libro, “In Missione” edito da Chiarelettere, invito a guardarsi nello specchio ogni mattina…
La sua liberazione dopo un anno di sequestro a Prey Sar per il quale fu pagato in varie rate un riscatto, si deve ad un misterioso diplomatico francese. L’Italia l’aveva sostanzialmente abbandonato alla sua sorte? A distanza di anni con quale giudizio rilegge quella decisione?
“A distanza di anni” è veramente la frase chiave per me e la ringrazio per averla usata perché rappresenta veramente chi sono io oggi. A distanza di anni riesco a rileggere ed analizzare tutta quella vicenda molto meno emotivamente e con maggiore lucidità ma senza dimenticare ne perdonare. Fui vittima di complicatissime vicende internazionali enormemente più grandi di me e che fui ben lontano dal saper valutare, nonostante la mia esperienza. Ne rimasero travolte mia madre, prima fra tutte, l’avvocato Barbara Belli, Manuela Sanchez, il Generale Ganzer e tutti gli altri che cercarono ma non poterono fare nulla per me. Ben diverso è il giudizio per chi avrebbe potuto far qualcosa per me e decise di non farlo in quanto non gradito al nostro “padrone di casa” ovvero, senza girarci intorno, degli USA. Continuando a non girarci intorno e con ampia facoltà di prova mi riferisco principalmente alla magistratura e ad un magistrato in particolare che, pur di fronte all’evidenza di un reato commesso ai danni di un cittadino italiano, decise non solo di non fare nulla ma di evitare che altri potessero legittimamente intervenire, nella fervida speranza che il mio destino, già abbondantemente segnato, arrivasse al suo compimento. Rinnovo anche a lui l’invito che le segnalavo nei “Ringraziamenti” in calce al mio secondo libro.
Secondo lei l’Italia è un Paese a sovranità limitata?
Non vi è alcun dubbio e le dolorose vicende di guerra di questo periodo ne sono l’inutile ed ennesima conferma.
Venendo al momento attuale, cosa pensa dell’espulsione dei diplomatici russi?
Molto semplicemente noi siamo, come le ripeto, un Paese a sovranità limitata ed abbiamo il dovere di eseguire pedissequamente gli ordini del nostro padrone, gli USA, che pervade tutti gli aspetti ed elementi della nostra società: ne sia la prova il patetico appiattimento dei nostri media che, quasi senza eccezioni, portano avanti un’identica versione della terribile vicenda ucraina senza tollerare il benché minimo dubbio o dissenso. L’espulsione dei trenta diplomatici russi è l’ennesimo ordine di scuderia che viene eseguito e che i nostri parlamentari apprendono non attraverso i canali istituzionali preposti ma…attraverso le agenzie di stampa. Non disponendo di informazioni adeguate non posso fare valutazioni “tecniche” su queste espulsioni ma mi chiedo su quali elementi oggettivi esse possano essersi basate. Ovviamente non lo sapremo mai.
Le risulta che dall’ambasciata USA di via Veneto intercettassero il governo italiano?
Anche in questo caso non dispongo di informazioni al riguardo ma posso suggerirle che i nostri “alleati” non abbiano necessità di effettuare intercettazioni di alcun tipo sul nostro governo: sarebbe uno spreco di risorse totale in quanto esso è totalmente allineato e non potrebbe essere altrimenti. Piuttosto le imponenti risorse SIGINT/ELINT etc. degli USA in Italia sono probabilmente dirette a quelle poche voci di dissenso ancora presenti e comunque già ghettizzate ed in fase di progressiva eliminazione.
Graziarosa Villani