Soddisfazione per la sentenza della Cassazione sulla catastrofe di Rigopiano è stata espressa da Giampaolo Matrone, il pasticciere di Monterotondo (Roma), oggi quarant’anni, superstite “simbolo” del più grave disastro sulle nevi mai accaduto in Italia, l’ultimo a essere estratto vivo, ma con pesanti menomazioni, soprattutto agli arti, dal resort nel comune di Farindola, nel Pescarese, spazzato via, il 18 gennaio 2017, da una valanga sotto la quale sono morte 29 persone, tra cui sua moglie Valentina Cicioni.
“La Suprema Corte ha confermato otto condanne, tra cui quella dell’allora prefetto di Pescara Francesco Provolo, ma soprattutto è significativo il fatto che abbia richiesto un processo d’appello bis per sei dirigenti della Regione che erano stati mandati assolti, ravvisando quindi profili di responsabilità nella tragedia dell’organo regionale che sin qui ne era uscito incomprensibilmente indenne. Alla fine potrebbero essere condannati una buona metà degli imputati, anche se mi rode il fatto che le eventuali e auspicate condanne non arriveranno in tempo per evitare la prescrizione” commenta Matrone, che è assistito dall’avvocato Andrea Piccoli e da Studio3A-Valore spa, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e che in serata parteciperà anche alla trasmissione “Porta a Porta” di Bruno Vespa su Rai Uno per presentare il suo libro “L’ultimo sopravvissuto di Rigopiano”.
Sulla stessa linea l’avvocato Piccoli e Angelo Novelli, Area Manager per il Lazio di Studio3A e consulente personale di Matrone, che tengono anche a sottolineare come il lavoro e l’impianto accusatorio della Procura di Pescara non solo abbia tenuto per quanto riguarda le responsabilità ascritte al Prefetto, alla Provincia e in parte al sindaco di Farindola, ma sia stato anche completamente rivalutato per quanto concerne, appunto, la Regione.