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Scampoli di poesia: “Dolce fanciulla”

fanciulla

Per Scampoli di Poesia riportiamo il componimento “Dolce fanciulla” di Vincenzo Parisi, crudo affresco della società.

Dolce fanciulla

Dov’è il tuo tiranno

giovane donna

Colui che ti scarica come merce ai bordi di una strada.

Da te vuole solo del lurido denaro, non importa come.

In cambio devi dare lussuria, lurida lussuria,

che il tuo giovane corpo suscita.

Forse ti ingannò facendoti promesse

a cui la tua giovane ed ingenua mente ha creduto.

Forse si finse innamorato e ti prometteva,

per scappare dalla povertà.

Forse ti vendette come animale.

Ti terrorizza affinché tu non fugga.

Chi lo avrebbe mai detto.

Anni or sono, eri bambina, non meno d’ ora.

Gioiosamente giocavi, ora non più.

A tuo sfavore il tuo corpo, corpo di donna.

Centinaia di occhi ti guardano per la bellezza,

buttata a bordo strada.

al comodo di uomini senza dignità.

Tante sono le ore che stai lì , sola.

E la mente torna indietro,

al tempo in cui eri libera.

Al tempo in cui non conoscevi

quell’orco che ti sevizia che ti schiavizza.

Passa il tempo.

Finisce la tortura chissà domani…

Domani sarà uguale, stesso strazio, stessa offesa,

stessi corpi che ti avvinghiano,

sfregiando il giovane corpo

e lacerandoti l’anima,

a volte ti suscitano conati.

Dolori ed offese che non dimenticherai mai,

dolce fanciulla.

Vincenzo Parisi

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