Importante novità per le carceri italiane. Con un importante pronunciamento del 26 gennaio scorso, scaturito dalle richieste di associazioni a difesa dei diritti delle persone private della libertà personale, con proposte e progetti finora rimasti lettera morta, la Corte Costituzionale ha riconosciuto l’illegittimità dell’art. 18 dell’Ordinamento Penitenziario nella parte in cui non è prevista la possibilità che la persona detenuta possa essere ammessa a svolgere i colloqui con i propri congiunti, senza il controllo a vista da parte del personale di Polizia Penitenziaria.
“Oggi, si apre una grande possibilità di miglioramento della vita nei penitenziari, con la possibilità di incontri riservati con i propri nuclei famigliari e con i propri affetti. Ora resta ancora molto da fare come, ad esempio, una rassegna delle risorse strutturali di ogni istituto, la garanzia della sicurezza e dell’igiene, la frequenza di tali incontri e tanto d’altro ancora. Lo spiraglio che si accende è espressione di una maturata coscienza civile che favorisce anche il benessere personale, riduce i fenomeni di autolesionismo e protesta, promuove il ricongiungimento dei nuclei famigliari una volta scontata la pena. La Corte ci offre così una grande occasione riconciliazione tra la persona detenuta e in corso di esecuzione di una condanna e la società a cui appartiene e dove dovrà ritornare migliore di prima.
L’attuale Ordinamento penitenziario risulta comprimere la dignità della persona detenuta e ostacolare la stessa finalità rieducativa della misura della detenzione. La maggioranza dei paesi europei ed extraeuropei riconosce invece il pieno diritto della persona ad esprimersi affettivamente in costanza di detenzione, anche dal punto di vista sessuale e non mancano le esperienze pratiche negli altri paesi.
Nei nostri istituti penitenziari, in meno di un mese dall’inizio dell’anno, già si contano 11 suicidi quale tragico segnale di sofferenza individuale. Anche per questo, la nostra Amministrazione – affermano il vicesindaco e la Consigliera Delegata alle Pari opportunità dell’Ente metropolitano – si farà portavoce e stimolo per quanto è necessario predisporre ora al fine di una piena attuazione del dettato della Corte, anche monitorando i provvedimenti in essere o da attuare e presentando le tematiche in questione attraverso iniziative pubbliche di prossima organizzazione quali momenti di confronto e proposta, comprese visite negli istituti di pena presenti nell’area metropolitana”.