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“Retrospective”: negli scatti di Franco Fontana un’esplosione di colore

“Retrospective”

All’Ara Pacis “Retrospective” la prima grande mostra monografica a lui dedicata fino al 31 agosto.

di Umberto Verdat

Franco Fontana, uno dei fotografi italiani contemporanei più celebri a livello internazionale, protagonista a Roma, della prima grande mostra monografica a lui dedicata: “Retrospective”, allestita al Museo dell’Ara Pacis fino al 31 agosto prossimo.

Sono oltre duecento gli scatti esposti, raccolti per tematiche da Jean-Luc Monterosso, curatore di fama mondiale e storico fondatore e direttore della Maison Européenne de la Photographie di Parigi.

Fontana nasce a Modena nel 1933 ed inizia a fotografare nel 1961, si è cimentato con successo in vari generi fotografici ma si è focalizzato soprattutto sulla ricerca del colore e della geometria.

I suoi soggetti che siano i paesaggi rurali, industriali o urbani appaiono secondari rispetto al colore e alle geometrie. I suoi paesaggi non rappresentano la realtà ma un’astrazione fatta di colori forti e linee nette e marcate.

Crea immagini di forte impatto sfruttando le possibilità ottiche e tecniche della fotografia: inquadrature ardite, profondità di campo ridotta, inquadrature dall’alto, passando dalla diapositiva alla polaroid, dal digitale all’assemblaggio.

Nel 1978 Fontana pubblica il libro “Skyline” che gli procura un riconoscimento internazionale. Con gli skyline crea una nuova grammatica dell’immagine, è un’esplosione di colore che riconduce la realtà a pochi elementi essenziali, l’orizzonte divide l’immagine in due parti distinte creando un contrasto tra cielo e mare o tra cielo e terra. L’esempio più importante è la foto “Comacchio”, qui l’immagine è divisa in due, perfettamente simmetrica.

Si passa poi ai paesaggi naturali, come la celebre immagine Puglia 1978, divisa in due blocchi di colori vividi, azzurro intenso del cielo e giallo brillante del grano,

Infine, i volumi geometrici bidimensionalizzati dei suoi viaggi statunitensi e le superfici sgranate degli Asfalti, la ricostruzione del viaggio lungo l’iconica Route 66.

Chi ancora non lo conosce, avrà modo di apprezzare in un viaggio nel territorio della bellezza e dell’armonia, questo vitalissimo e umile creatore di immaginari grazie anche all’installazione immersiva di Piscina, alle rare polaroid private di nudi e all’intervista proiettata in una sala, in cui Fontana dice: «Ho 91 anni, è vero, ma col pensiero sento ancora il miracolo dell’infanzia in me. E la fotografia non è, non è mai stata, una professione, ma l’espressione di me, della mia interpretazione del mondo».

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