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Rete Studenti in piazza contro il dimensionamento scolastico

studenti, Rete
Stamattina gli studenti di tutto il Lazio sono scesi in piazza contro la delibera approvata dalla Regione Lazio che prevede l’accorpamento di 23 istituti scolastici.
La manifestazione, lanciata dalla Rete degli Studenti Medi Lazio, sotto il palazzo della regione, ha raccolto oltre 100 adesioni tra realtà e istituzioni e vede la partecipazione  dei  partiti all’opposizione.
In piazza erano anche presenti gli studenti dei diversi istituti dimensionati. Gli studenti hanno richiesto un incontro con le istituzioni che è stato inizialmente negato, si sono quindi diretti verso la regione e sono stati fermati, dopo una lunga contrattazione è stato fissato un incontro con Schiboni per mercoledì 26 febbraio.

“Questa delibera è un attacco al diritto allo studio” dichiara la coordinatrice della Rete Studenti Lazio.

“Si rischia la chiusura di autonomie scolastiche,  meno rappresentanza e tagli sul personale. Tutto ciò è inaccettabile, Rocca deve fare un passo indietro. Siamo stati fermi sotto la regione finché non ci hanno dato  la disponibilità ad un incontro”.

La scuola non si taglia

Il 23 dicembre la Giunta Regionale del Lazio ha approvato, con la delibera 1161, il piano di dimensionamento scolastico per l’anno scolastico 2025-26 dove si prevede la chiusura di 23 autonomie scolastiche fra scuole elementari, medie e superiori.

Il progetto del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e dell’assessore alla scuola Giuseppe Schiboni è molto chiaro: chiudere istituti scolastici con il solo risultato di abbandonare studenti e studentesse, famiglie, docenti e personale.

Il disegno di tagli e accorpamenti aveva avuto un primo inizio già l’anno scorso con l’accorpamento di 10 istituti, ma quanto approvato dalla Regione per il prossimo anno è ancora più grave. A rischio non ci sono solo i 23 istituti coinvolti, ma l’idea che la scuola pubblica debba essere l’elemento di trasformazione dei territori più distanti dai grandi centri abitati, quelli meno popolati e maggiormente lasciati ai margini.

Chiudere un’autonomia scolastica significa meno rappresentanza studentesca e quindi meno partecipazione attiva degli studenti e delle studentesse. Vuol dire meno personale scolastico che garantisce il funzionamento delle segreterie e della scuola tutta. Vuol dire, infine, creare dei “maxi” istituti con oltre duemila studenti e studentesse finendo per incidere sulla qualità dei percorsi formativi, soprattutto nelle periferie e nei territori di provincia.

Questo piano di accorpamento prevede la chiusura di scuole in tutte le province della nostra regione: 4 a Frosinone, 2 a Latina, 2 a Rieti, 14 a Roma e 3 a Viterbo.

È notizia di pochi giorni fa che il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha disposto la sospensione della delibera regionale riguardo l’accorpamento dell’Istituto Comprensivo del Carmine, nel comune di Viterbo. Un unicum, per il momento, che mette però nero su bianco la pericolosità della proposta della Giunta regionale in materia di ridimensionamento.

Le scuole che verrebbero accorpate da questa delibera sono scuole che, in molti casi, si trovano in contesti e territori molto diversi l’uno dall’altro. Scuole che hanno tra loro distanze geografiche notevoli e che già oggi faticano a rispondere ai bisogni educativi di ragazzi, bambini e famiglie.

Il sindacato studentesco non può che essere fortemente contrario a misure che riducono la qualità dell’istruzione pubblica, colpendo studenti e studentesse e abbandonando migliaia di persone. Come Rete degli Studenti Medi del Lazio quindi vogliamo:

  • Investimenti sulla scuola pubblica, con l’obiettivo di costruire scuole aperte, accessibili e in grado rispondere alle necessità delle comunità scolastiche e territoriali;
  • Il serio coinvolgimento degli studenti e delle studentesse con le loro rappresentanze, unitamente ai sindacati della conoscenza e alle parti sociali tutte circa qualsiasi progetto di chiusura, accorpamento e dimensionamento delle istituzioni scolastiche nel Lazio;
  • Il ritiro della delibera 1161 della Giunta regionale del Lazio;
  • L’istituzione e la convocazione di un tavolo permanente di confronto con la Regione Lazio, al fine di poter rappresentare al meglio le esigenze di chi le scuole le frequenta ogni giorno;

Siamo stanchi di non essere interpellati sulle decisioni che riguardano la scuola, quando siamo noi a viverla quotidianamente e di non essere mai ascoltati da questo governo regionale. Per tutto questo stiamo portando avanti una raccolta firme e per questo scenderemo in piazza venerdì 21 febbraio sotto la sede della Giunta regionale del Lazio.

Come studenti e studentesse rivolgiamo quindi un appello alle istituzioni, ai partiti, ai sindacati, alle associazioni, ai parlamentari, ai consiglieri regionali, comunali e municipali di tutto il Lazio ed ogni cittadino o cittadina che abbia a cuore la tenuta della scuola pubblica.

Sostenete la battaglia per la scuola pubblica e accessibile, contro i dimensionamenti e le chiusure. Le scuole sono il primo presidio democratico nelle nostre città e nei nostri quartieri. Occorre farle vivere e aprirle al territorio, fare in modo che siano punti di riferimento per genitori, docenti e studenti e studentesse e non chiuderle.

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