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Referendum territori contesi: i morti che dimostrano che non è una farsa

E’ stato definito un referendum “farsa” ma non sono certo uno scherzo i morti, a colpi di attentati, che si contano per le consultazione referendarie in corso nei territori contesi tra Ucraina e Federazione russa di Zaporozhie, Lugansk, Donetsk,  Kherson.

Se fosse tutto una burletta perché organizzare agguati che fanno saltare in aria persone impegnate nella raccolta del voto? 

Tra gli episodi l’omicidio il 16 settembre scorso dei coniugi Boyko del quale riferiscono anche Libero e il Fatto Quotidiano. Ludmila Boyko era impegnata nella direzione della commissione elettorale territoriale della città di Berdiansk per la preparazione del referendum. E’ stata uccisa con il marito  Oleg nel loro garage.

Ieri, 25 settembre, il governatore di Zaporozhie Eugeney Vitalievich Balicki incontrato direttamente da chi scrive  – che fa parte della delegazioni di osservatori stranieri coordinati per l’Italia da Vito Grittani,  Ambasciatore a.d. presso il Ministero degli Esteri della Repubblica di Abcasia Responsabile per l’italia – ha parlato di venti morti. Un voto blindato perché proprio probabile bersaglio di attentati di parte ucraina. Eugeney Vitalievich Balicki ha riferito alcune parole di Putin: se inizi una cosa portala in fondo. Le popolazioni russe che hanno intrapreso la strada delle operazioni referendarie invocando il principio dell’autodeterminazione, vogliono portale in fondo ad ogni costo. 

Alcuni elettori  prendono davvero sul serio queste consultazioni referendarie, rivendicano un orgoglio russo, pongono la croce sulla scheda pur nella consapevolezza che potrebbe avere conseguenze molto gravi. 

Un referendum insanguinato e come tale molto serio dal quale possono dipendere le sorti di territori al centro di conflitti da molti anni e delle loro genti.

Graziarosa Villani

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