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Polifemo: a Cerveteri la prima versione del suo accecamento

giara, polifemo

E’ esposta al Museo Nazionale Archeologico Cerite una grande giara che reca la prima versione etrusca dell’episodio, tratto dall’Odissea di Omero, dell’accecamento del ciclope Polifemo da parte di Ulisse e dei suoi compagni.

Dalla antica grande città di Cerveteri, nell’Etruria meridionale, proviene l’eccezionale gruppo di giare in ceramica d’impasto rosso con decorazione dipinta in bianco (“white on red”).  Questo stile di produzione ceramica à caratteristica dell’area etrusca e tiberina nel VII sec. a.C. Oltre al repertorio geometrico, vegetale e animale di ispirazione orientale, compaiono delle scene mitologiche.

Alcuni particolari (come la sedia del ciclope, che è peraltro rappresentato come un aristocratico tirrenico) sono delle aggiunte prettamente etrusche al mito di origine greca.

Il reperto, prima di approdare a Cerveteri, è stato esposto al Museo dell’Arte Salvata a Roma.

Un’altra tecnica decorativa usata nell’Etruria meridionale durante l’epoca orientalizzante (prima metà del
VII sec. a.C.) è la pittura rossa sullo sfondo bianco dell’argilla, come per i due grandi piatti con file di felini
e di pesci.
L’urna a forma di casa in ceramica rossa con decorazione dipinta in bianco entra in un ristretto gruppo
originario da Cerveteri. Accanto al consueto repertorio animale (cavalli, cavalli alati, felini), si notano dei temi
iconografici più rari, come il guerriero armato da oplita e la nave.
La fine dell’epoca orientalizzante e l’inizio dell’epoca arcaica (fine del VII e prima metà del VI sec. a.C.)
è stata documentata nel Museo dell’Arte Salvata da una serie di vasi da profumi configurati di produzione greca corinzia e da quattro brocche etrusche di imitazione corinzia (olpai etrusco-corinzie).

Foto in evidenza: Giara (pithos) di impasto rosso con decorazione sovradipinta in bianco (“white-on-red”) di produzione etrusca (Cerveteri) con scena mitologica dell’accecamento di Polifemo e animali (cavalli, felini). Il
coperchio è di pertinenza dubbia. Terzo quarto del VII sec. a.C. 

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