Scriviamo questo appello perché si sostengano, con il Piano Nazionale di Recupero e Resilienza tecnologie, di gestione delle biomasse più semplici e a misura umana come il compostaggio di prossimità. Fino ad oggi sono stati sostenuti come produttori di energie rinnovabili solo i grandi impianti di produzione di metano da trattamento anaerobico. Nella realtà non è sostenibile un modello di produzione e consumo che si basi su enormi flussi di biomasse.
La gerarchia europea sui rifiuti indica come prioritarie la riduzione e il recupero di materia attraverso il riciclo rispetto al recupero di energia. Anche gli impianti c.d. “integrati”, trattamento anaerobico seguito da compostaggio, presentano prestazioni, in termini di recupero materia, che sono equivalenti alla metà di quanto ottenibile dai semplici impianti di compostaggio mentre le loro dimensioni sono quattro volte superiori. Oltretutto gli scarti sono il doppio di quanto si recupera in termini di compost.
Pensiamo che la sfida oggi sia quella di uscire dalla società della combustione, inclusa la combustione delle stesse biomasse. I grandi impianti sono pochi e lontani dai produttori dei rifiuti: moltiplicano i viaggi dell’acqua che rappresenta il 70% dei rifiuti organici. Un sistema basato su pochi impianti complicati è rigido, costoso e vulnerabile.
Perché non riproporre nel settore dei rifiuti quanto già avvenuto in altri?
Nel settore energetico la produzione locale e diffusa è incentivata, vi è una integrazione di sistema tra grandi e piccoli produttori, la rete, la presenza delle Energy Service Company, il risparmio energetico in edilizia è sostenuto ecc. Si è assistito negli ultimi anni, in altri termini, alla così detta Energy Transition. Dal monopolio ENEL e da una produzione centralizzata si è passati a una miriade di attori: le offerte all’utenza sono altamente differenziate e su misura delle diverse necessità.
Oggi è il tempo di una “Waste Transition” che, in modo analogo a quanto avvenuto per l’energia, porti anche il sistema dei rifiuti nel terzo millennio.
Pensiamo che internamente ad un sistema complesso è necessario quindi sostenere tecnologie semplici, come quelle del compostaggio di prossimità, valorizzando l’uso di compost autoprodotto.
L’autocompostaggio e il compostaggio di comunità azzerano i trasporti, i costi di raccolta, riducono gli scarti e consentono di ottenere un miglior prodotto con un minore impatto. Più soluzioni diffuse creano maggiore occupazione, socialità e consapevolezza e sono oggi controllabili come gli impianti più grandi.
E allora perché fare con più mezzi ciò che si può fare con meno?
12 Aprile 2021 | Associazione Italiana Compostaggio |