I vinili tornano predominante nel panorama musicale italiano. Che fosse a 45, 33 o 78 giri il vinile con il suo corredo di copertine, testi ed altro dava soddisfazione non solo all’udito ma anche al tatto e alla vista. Assieme al ritorno dei vinili, si moltiplicano le pubblicazioni che li celebrano. E tra questi è uscito ieri 28 ottobre per la prestigiosa casa editrice Rizzoli il libro scritto da Luigi Lozzi “Vinili imperdibili. 100 dischi che hanno fatto la storia”.
Un approfondito divertissement letterario che si annuncia importante, un viaggio approfondito nella musica dei decenni passati. Luigi Lozzi, noto cinefilo, con la sua professionalità ha realizzato un’attenta analisi di vinili imperdibile. Da decenni inoltre l’area di indagine di Lozzi è il cinema e sono numerose le iniziative che lo hanno visto coinvolto nella diffusione di una attenta cultura cinematografica tra cui I Martedì del Cinema che tutti i martedì riunisce per una proiezione di grandi film appassionati di cinema che si svolge ad Anguillara, sul lago di Bracciano, nella sede del Partito Democratico locale.
Nel libro illustrato si raccontano i 100 vinili più iconici di tutti i tempi, per il contenuto musicale o per l’aspetto grafico delle copertine. Dischi che hanno lasciato un’impronta indelebile. Ogni disco selezionato non è solo musica da ascoltare, ma un’opera artistica che racconta un’epoca, un’idea, una rivoluzione culturale. Dalle immagini evocative delle copertine a quelle composizioni grafiche che sfidano i confini dell’immaginazione.
Per l’autore “il vinile è una vera e propria arte visiva che, ancora oggi, rappresenta il recupero di un legame profondo con la cultura musicale che si è sviluppata a partire dagli anni Cinquanta, quando ogni album era un’esplorazione sensoriale completa: dalla musica all’estetica del packaging”.
Tra i vinili citati Kind of Blue di Miles Davis, Sticky Fingers dei Rolling Stones, Heroes di David Bowie e Definitely Maybe degli Oasis. Lozzi accompagna il lettore in un percorso che rivisita le storiche copertine, molte delle quali hanno trasformato il disco in un oggetto da collezione.
Nelle note biografiche così Lozzi si descrive: molisano di origine, informatico per necessità. Ha sempre coltivato la passione per il cinema, la musica e l’Irlanda, mettendo a disposizione le sue competenze per svariati progetti e riviste. È appassionato della musica di Nina Simone, Van Morrison, Otis Redding e Omara Portuondo, dei “beautiful loser” dei film di Sam Peckinpah e dei “tempi” delle commedie di Billy Wilder e Blake Edwards. Da una quindicina d’anni si occupa di divulgare il cinema come arte nelle scuole e nelle biblioteche.
