Riceviamo dal Partito Democratico di Bracciano e pubblichiamo
“La Delibera di Giunta n. 115 del 19/05/2017, a nostro avviso assolutamente vergognosa a partire dall’oggetto (“procedura concordata ex articolo 11 legge 241 del 1990 per il completamento delle opere di urbanizzazione. Atto di indirizzo”) fuorviante rispetto al reale contenuto, pone un altro tassello nel mosaico che rappresenta i rapporti tra l’amministrazione Tondinelli ed il cittadino Arturo Cimaglia. La delibera del 5 gennaio n. 02/2017 segnalava un atteggiamento intimidatorio da parte di un “cittadino” che pregiudicava il buon andamento della Pubblica Amministrazione con continue richieste di accesso agli atti, diffide, formali messe in mora, istanze, contestazioni, reclami, tanto da deliberare di conferire un incarico ad un legale che “vagli le istanze ed il modus operandi del suddetto cittadino, al fine di individuare possibili azioni da intraprendere a tutela del corretto e sereno svolgimento dell’attività istituzionale, nell’interesse esclusivo dell’ente ed in ossequio al principio di imparzialità dell’azione amministrativa, minato dalle pressioni esercitate“.L’incarico veniva deliberato a tutela dell’Ente e del Segretario Generale, destinatario di pesanti attacchi. Successivamente, con la delibera 35/2017 del 24 febbraio, la Giunta si rimangiava tutto revocando la delibera nei confronti del cittadino (che ora ha un nome) e dei suoi “atti perentori e intimidatori”. Si sono sbagliati, è stato un “errore”, così diceva l’amministrazione in consiglio comunale. Nel frattempo cambiavano assessori e segretari comunali, e noi, come opposizione, ma soprattutto i cittadini di Bracciano, non abbiamo mai saputo le motivazioni di tali avvicendamenti, perché “la competenza è del Sindaco, quindi decido io”. Per non parlare della vicenda incarichi legali: due professionisti, avv. Francesco Bianchi ed avv. Giampaolo Torselli, difensori del Sindaco, di Cimaglia, e di altri cittadini che in questi anni hanno intentato le più disparate cause, oggi rappresentano anche il comune di Bracciano. Al primo è stato affidato dall’Ente l’incarico di fare una “ricognizione” su tutti i procedimenti avviati negli anni, conferendogli anche l’incarico di costituirsi parte civile in alcuni di essi (delibera di Giunta n. 83 del 10 ottobre 2016 e determina n. 122 del 12 ottobre 2016). Al secondo è stato conferito l’incarico legale di rappresentare il Comune di Bracciano al Tar avverso il ricorso del M5S sulle elezioni comunali (incarico diretto della Giunta e parcella di 16.824 euro, come da delibera di Giunta n. 41 del 25 agosto 2016 – determina n.115 del 1 settembre 2016) Lo stesso avv. Torselli rappresenta la famiglia Cimaglia nel ricorso al TAR che ha intentato contro il Comune di Bracciano per una richiesta di risarcimento milionaria e in alcuni procedimenti penali su questioni urbanistiche, tanto che vengono citate alcune sue comunicazioni inviate all’ente locale per l’attivazione della procedura concordata tra il Comune e il Cimaglia (entrambi suoi clienti). In questo quadro appena delineato, bisogna sottolineare, sempre partendo dalla delibera di giunta n 115/17, che uno dei primi atti del Sindaco, per sua stessa ammissione, appena 11 giorni dopo l’elezione, e prima ancora di convocare il primo consiglio comunale della sua amministrazione del 4 Luglio 2016, ha riguardato la vicenda Cimaglia. Sicuramente ci sarebbero state problematiche più urgenti da affrontare per Bracciano e per i suoi cittadini. Giusto per fare un esempio: il decoro urbano; l’arsenico a Vigna di Valle; la gestione della discarica di Cupinoro e della Bracciano Ambiente. In realtà di questo anno di amministrazione targata Tondinelli ricordiamo solo le dimissioni dell’Assessore al Bilancio Bonura, la revoca dell’Assessore Felluca (elogiata due giorni prima in consiglio comunale), la sostituzione di tre segretari generali (fino ad arrivare a condividerlo con il Comune di Ladispoli), la querelle con i dipendenti comunali nei confronti dei quali si vuole costituire una commissione di indagine e… le delibere sul cittadino!!! Intanto il Paese è nelle condizioni che tutti vediamo!!! Veniamo al merito dell’ultima delibera di Giunta n. 115, un mero atto di indirizzo, ma che esprime molto chiaramente le priorità e la volontà politica dell’amministrazione. La prima perplessità che sorge spontanea è la seguente: una vicenda così complessa (soprattutto dal punto di vista tecnico – urbanistico), iniziata nel 2005, e connessa a questioni ancora più datate, è stata “risolta” da una giunta comunale in carica da un anno, senza il parere delle aree competenti, alla presenza di un segretario comunale in carica da poco più di un mese e che ci sembra strano abbia avuto il tempo di studiare tutte le carte ed i documenti di una querelle ventennale. Non è un segreto che Tondinelli da anni svolge una battaglia politica sulla vicenda Cimaglia (su youtube è ancora possibile visionare una conferenza stampa del 2013 alla presenza dell’attuale Sindaco, del Cimaglia e del loro avvocato). Il Sindaco, però, unico componente dell’amministrazione che “conosce” la questione Cimaglia, era assente durante la seduta di Giunta. A questo punto ci piacerebbe sapere chi ha scritto la delibera e in che modo si è arrivati alle conclusioni in essa contenute. Il dubbio sull’autore nasce da un evidente parzialità nella ricostruzione della vicenda, che tiene conto solo di alcuni documenti (quelli che danno ragione alle rimostranze del cittadino) senza prendere minimamente in considerazione le note dei tecnici del Comune, i pareri della Regione Lazio, le relazioni dei consulenti legali del Comune e, in particolare, di un tecnico terzo a cui venne richiesto un parere sulla questione. Tutti, sostanzialmente, dicono una cosa: all’epoca dei fatti, trovandosi il terreno della famiglia Cimaglia in una zona C3 di Piano Regolatore, per ottenere il permesso di costruire 76/2005, si doveva fare ricorso ad una lottizzazione convenzionata o planivolumetrico. Il cittadino, per qualche strano motivo, pretendeva di costruire direttamente sul suo terreno (17 mila mq), senza cedere le aree al comune e senza fare le opere di urbanizzazione necessarie, quelle che tutti gli altri cittadini di Bracciano nelle medesime condizione hanno dovuto realizzare. Insomma la proprietà di cui parliamo non è mai stata zona B, dove poter costruire direttamente. Era zona C3 secondo il Piano Regolatore del 1980, diventa zona F2 con l’adozione del Piano Regolatore del 1999 (in quanto, in attesa della definitiva approvazione del nuovo PRG, vengono approvate le Norme di Salvaguardia, sulla base delle quali si applica il PRG del 1999). Nel 2004 scadono le norme di salvaguardia e torna ad applicarsi il PRG del 1980. Il terreno del Cimaglia ritorna una zona C3, fino alla definitiva approvazione del nuovo PRG nel 2009 (adottato nel 1999, ma approvato nel 2009, dopo l’esame decennale da parte della Regione Lazio, organo deputato a farlo). Sicuramente oggi, sulla base del nuovo Piano regolatore del 2009, il terreno di Cimaglia è in zona F2, servizi, è quindi assolutamente impossibile costruire i nove villini oggetto della delibera n.155/17, che secondo quanto approvato dalla giunta comunale dovrebbero essere autorizzati prima dell’accordo ex art. 11, costituendone “presupposto giuridico nell’ interesse di entrambe le parti”. In ogni caso ci chiediamo quale sia l’interesse dell’amministrazione a stipulare un accordo sulla base del quale il cittadino cede un piccolo tratto di strada (che secondo il PRG può essere espropriata) e preliminarmente ottiene un permesso di costruire dei villini in una zona dove non possono essere realizzate, revocando, inoltre, al cittadino tre dinieghi a richieste di condono su abusi edilizi (alcune costruzioni si ergono sopra al fosso). Ci domandiamo ancora se i componenti della Giunta (Rinaldi, Alimenti, Osimo e Marini) si siano documentati in modo approfondito prima di approvare la delibera di indirizzo ed auspichiamo che lo facciano almeno i consiglieri comunali che dovranno votare l’adozione definitiva dell’art. 11. Ma soprattutto ci chiediamo quale tecnico si prenderà la briga di avviare “entro 15 giorni” la procedura (forse il nuovo Capo Area all’Urbanistica che dovrebbe arrivare sulla base di una convenzione stipulata con il Comune di Mazzano)? Ci sarebbe molto altro da dire, ma per ora ci fermiamo qui con un suggerimento: questa vicenda non è limpida, e fidarsi in questi casi è sconsigliato. Fatevi dare i documenti e le carte (tutte!!), e fatevi assistere da professionisti terzi nella lettura degli stessi, come abbiamo provato a fare noi. Non votate solo perché vi dicono di farlo, perché poi le responsabilità per ciò che votate sarà vostra nei confronti dei cittadini di Bracciano”.