Dopo aver pregato dinanzi alla Madonna col Bambino, Papa Francesco, in forma privata, si è diretto poi verso la chiesa di San Marcello al Corso. A dimostrare la sua volontà di condurre un vero e proprio pellegrinaggio, ha camminato a piedi lungo via del Corso, una via generalmente dedicata allo shopping e ieri insolitamente deserta a causa delle restrizioni imposte dal governo per decreto.

Giunto alla chiesa di San Marcello al Corso, il papa è entrato e si è seduto davanti al crocifisso ligneo ritenuto “miracoloso”, lo stesso che nel 1552, portato in processione per le vie di Roma, secondo i cronisti dell’epoca fece cessare la peste.

L’antichissimo crocifisso – come è stato definito – si salvò miracolosamente da un tremendo incendio che nella notte tra il 22 e il 23 maggio 1519 provocò la distruzione dell’intera chiesa. Venne rinvenuto intatto assieme alla lampada di vetro che gli ardeva solitamente davanti. Tutto attorno solo distruzione e macerie.

Da allora, i romani hanno tributato sempre una grande devozione a questo crocifisso.

All’epoca si trovava nell’altare maggiore. Tre anni dopo l’incendio, nel 1552, durante una tremenda epidemia di peste che imperversava per Roma, per volere di Raimondo, il cardinale titolare della chiesa di San Marcello al Corso, il crocifisso venne portato a spalla in processione per sedici giorni, dal 4 al 20 agosto 1522.

Sfilarono dietro il crocifisso prelati, cavalieri, uomini e donne, “scalzi et coverti di cenere”, raccontano le cronache, invocando tutti la “misericordia del santissimo Crocifisso”. Quando il simbolo religioso fece rientro nella chiesa, al termine della lunghissima processione, la peste per Roma risultò debellata. Fu così che il crocifisso divenne “miracoloso”.

Dal 1600, la processione del crocifisso ligneo – dietro al quale sono incisi i nomi di vari papi e gli anni di indizione del Giubileo – dalla chiesa di San Marcello al Corso in direzione della Basilica di San Pietro è una tradizione degli anni giubilari.