La proposta di Vito Grittani, ambasciatore a.d. della Repubblica di Abcasia
Creare un collettivo, un coordinamento di persone ed attivisti che possano incontrarsi tra loro, scambiare idee ed esperienze, nell’ambito degli Stati in qualche modo fuori dall’orbita Onu, dal continente africano a quello sudamericano, fino all’India ed oltre. E’ questa la proposta lanciata da Vito Grittani, ambasciatore a,d. della Repubblica dell’Abcasia nel corso dell’incontro che ha riunito alla Camera Civica di Mosca gran parte degli osservatori stranieri dei Referendum che si sono tenuti dal 23 al 27 settembre nelle Repubbliche Autoproclamate di Donensk, Lugansk e negli oblast di Kherson e Zaporozhie.
“Ho creato – ha spiegato Grittani alla platea che riuniva esponenti di tutto il mondo – un osservatorio diplomatico internazionale che può mettersi a disposizione per raccogliere i frutti di questa esperienza sul campo”.
Se i referendum sono stati ritenuti una “farsa” dall’area atlantista del mondo, gli esponenti di alcune nazioni presenti all’assemblea hanno salutato l’esperienza come una nuova fase di scambio che mette al centro il principio di autodeterminazione e dà il giusto riconoscimento alle nazioni dimenticate dalla politica occidentale.
Gli esponenti provenienti dall’Africa non a caso hanno posto in evidenza la giovane età delle persone coinvolte salutando la cosa come un fortunato avvento di una nuova generazione di africani impegnati politicaente, pronta a prendere in mano le corti del continente nero.
In tal ambito anche gli interventi dei delegati sudamericani.
Il mondo visto da Mosca è un altro mondo, quello che ancora si rifà alle politiche, in un’ottica tornata bipolare, del non allineamento.
Graziarosa Villani
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