Il territorio si mobilita a difesa del proprio bacino lacustre. Preoccupanti le evidenti variazioni di livello
31 ottobre 2016: Tutelare l’ecosistema lago di Bracciano adottando un sistema di partecipazione democratica. Questo l’obiettivo del comitato che si è costituito sabato 29 ottobre presso il circolo velico Il Gabbiano di Vigna di Valle al termine di un incontro del gruppo di lavoro che riunisce studiosi, operatori turistici, giuristi, pescatori, comunicatori, cittadini dei tre paesi rivieraschi di Anguillara, Bracciano e Trevignano Romano. Il Comitato intende promuovere, completamente a titolo gratuito, azioni di studio, consulenza e eventualmente coordinamento sulla gestione del lago, da tutti i punti di vista. Il dato di fondo da cui si è partiti sono i potenziali impatti che le escursioni del livello dell’acqua e la completa scomparsa della vegetazione ripariale determinano per l’ecosistema. Studi scientifici condotti sul campo dimostrano che anche per il lago di Bracciano intervengono sofferenze a causa delle variazioni del livello. E’ infatti nella fascia riparia che il lago concentra le proprie capacità di rigenerazione e molti km2 di fondale possono rimanere esposti all’aria. Negli ultimi anni le variazioni del livello del lago di Bracciano, in particolare per ragioni antropiche che si sono aggiunte agli effetti dei cambiamenti climatici, ha subito repentini cambiamenti. Tutto ciò costituisce un grave rischio per il mantenimento dell’ecosistema lago. Il Comitato ritiene prioritaria e si adopererà per aiutare l’adozione di procedure democratiche e trasparenti che pongano fine al sistema di delega degli ultimi decenni, consapevole che l’acqua costituisce un bene comune e che il lago, se dovesse perdere le proprie capacità autodepurative, rischia di divenire un semplice invaso privo di funzionalità naturali. Il Comitato, che inizia ora a lavorare, si propone in primo luogo di sensibilizzare la popolazione e di promuovere un coordinamento che, anche con il coinvolgimento delle istituzioni interessate, conduca ad una più consapevole gestione del bacino lacustre. “Con la perdita delle funzionalità ecosistemiche – spiegano gli esperti presenti – si avrà anche la perdita dell’attuale qualità dell’acqua, compreso l’uso potabile, a causa della crisi dei sistemi autodepurativi. Importanti variazioni di livello possono anche essere fisiologiche, ma l’intervento antropico moderno aumenta la frequenza senza concedere all’ecosistema tempi di adattamento indispensabili per il suo equilibrio”.