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Museo dell’Arte Salvata: in mostra anche lastre dipinte in terracotta da Cerveteri

terracotta

In mostra al Museo dell’Arte Salvata a Roma anche le lastre dipinte in terracotta trafugate a Cerveteri.

Le opere rimpatriate da New York (USA)  (lastra dipinta ceretana)
Queste lastre dipinte in terracotta, provenienti da Cerveteri, sono state identificate come appartenenti alla medesima serie sequestrata a Ginevra nell’operazione “Antiche dimore” del 2014, grazie al patrimonio informativo acquisito dal Comando TPC mediante le sue investigazioni.

Le opere restituite dalle case d’asta (armatura in bronzo)
La comparazione delle immagini fotografiche censite nella “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti” e le collezioni d’arte ha permesso di individuare alcuni beni archeologici in vendita presso importanti case d’asta di New York (USA), tra cui si distinguono, per la loro pregevole lavorazione, due armature in bronzo e alcuni elmi da parata, trafugati da scavi illegali nelle necropoli magno-greche e immessi nella rete clandestina del traffico internazionale.

Le opere recuperate a favore di Paesi esteri (Potnia Theron)
Tra il 2022 e il 2024 numerosi reperti archeologici provenienti da Siria, Iraq ed Egitto sono stati consegnati al Comando Carabinieri TPC da cittadini italiani che ne erano entrati in possesso a vario titolo. Particolarmente significativo è il recupero dell’antefi ssa (elemento decorativo con la funzione di proteggere la parte sommitale di un edificio), raffigurante la Potnia-Theron, divinità domatrice delle fiere. L’opera era stata rinvenuta nel corso di scavi scientifici presso il santuario ellenistico di Ardea, trafugata dai depositi dell’allora Soprintendenza Archeologica del Lazio ed immessa nel mercato antiquario clandestino. Individuata nel 2013 presso l’Israel Museum di Gerusalemme a seguito di indagini coordinate dalla Procura di Roma, nel 2022 è stata rimpatriata grazie a un accordo culturale stipulato con il Ministero della Cultura.

Le opere recuperate con la collaborazione della Polizia estera (statuetta bronzea)
L’operazione “Fenice”, condotta nel 2023 in Belgio insieme alla Magistratura e alla Polizia giudiziaria di Bruxelles, ha consentito di individuare, presso un mercante d’arte internazionale, numerosi reperti ritratti nelle molteplici polaroid confiscate in Svizzera a noti trafficanti italiani di beni culturali. Tra queste opere riveste un significato particolare una statua in bronzo di un togato maturo, dalla pronunciata calvizie, con un’iscrizione dedicatoria in etrusco. La scultura, fotografata insieme a un’altra statua di togato, recuperata nel dicembre 2007 dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, è stata stilisticamente avvicinata a uno dei bronzi recentemente rinvenuti nel santuario del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni.

Gallerie estere: restituzioni spontanee e non (epigrafe da Villa Celimontana)
Nel 2023, attività investigative tramite la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, hanno condotto all’identificazione di un’epigrafe funeraria appartenente alla gens Calpurnia, trafugata nel dopoguerra da Villa
Celimontana a Roma e rinvenuta nella collezione on line di un importante mercante d’arte del Regno Unito. Le indagini attivate per il suo recupero hanno sollecitato la spontanea riconsegna da parte del privato che ne era in possesso.

Indagini della Polizia Giudiziaria e sequestro di opere (testa fittile femminile)
Le indagini condotte dai Carabinieri TPC con il coordinamento della Procura di Roma per reprimere un vasto traffi co di reperti archeologici rinvenuti nel corso di scavi clandestini in Sicilia, hanno permesso di acquisire fotografi e di manufatti in argento databili al III sec. a.C., appartenenti al noto “Tesoro di Morgantina”. Le foto hanno ricondotto a un giovane cittadino di Aidone, nella provincia di Enna, coinvolto nella ricettazione dei reperti ricevuti dal padre, che li aveva rinvenuti in un terreno di sua proprietà vicino al Parco Archeologico di Morgantina. Da qui provenivano anche
gli argenti acquistati tra il 1981 e il 1994 dal Metropolitan Museum di New York e recuperati dai Carabinieri del Comando TPC attraverso le indagini condotte dalla Procura di Enna. La collaborazione con il Metropolitan Museum ha inoltre permesso di recuperare due busti in terracotta di divinità femminili, pervenuti al museo attraverso un ricettatore statunitense.

Sequestri e accordi culturali (Louthrophoros)
Grazie agli accordi siglati tra il MiC e Musei europei e statunitensi, in particolare quello avvenuto nel 2023 con l’Antikensammlung Kunsthalle della Christian Albrechts Universität di Kiel (Germania), è stata possibile la restituzione di quattro ceramiche di produzione apula, tra cui degna di nota una loutrophoros (recipiente dal lungo collo e
corpo allungato) a fi gure rosse, raffi gurante Eos, dea dell’aurora condannata da Afrodite al perenne desiderio amoroso per aver osato giacere con Ares, nell’atto di rapire Kephalos, giovane e abile cacciatore di cui era innamorata.

Sequestri e indagini (urna di Città della Pieve)
Nell’aprile 2024 è stata avviata un’indagine dalla Procura della Repubblica di Perugia a seguito di un’informativa di reato dei Carabinieri del Comando TPC, incentrata su fotografie che circolavano sul mercato illecito. Le immagini raffiguravano urne cinerarie con personaggi femminili recumbenti, riccamente decorate, riconducibili a un possibile scavo abusivo nella zona tra Fabro e Città della Pieve, in Umbria. La collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata ha poi portato a identificare i reperti come provenienti da una necropoli etrusca del territorio chiusino dove, nel 2015, durante lavori di aratura di un terreno agricolo, era stato rinvenuto un ipogeo della famiglia gentilizia dei Pulfna. Le indagini, concentrate sui terreni limitrofi a quelli dell’ipogeo, di proprietà di un imprenditore locale, si sono avvalse di intercettazioni telefoniche, pedinamenti e dell’uso di droni, evitando l’imminente immissione dei beni sul mercato antiquario clandestino, per poi consentire il recupero di otto urne e due sarcofagi, con il relativo corredo funerario, databili tra il III e il II secolo a.C. L’operazione è stata considerata uno dei più importanti recuperi di manufatti etruschi mai realizzato durante un’attività investigativa.

Il “Tesoro di Londra e di New York” (placchetta in ambra con Eos e Kephalos)
Il “Tesoro di Londra e di New York” è stato il più consistente recupero di beni immagazzinati da un noto antiquario inglese che, per decenni, aveva ricettato dall’Italia. Il magazzino all’interno del quale erano stoccati i materiali archeologici, era stato individuato già nel 2007 nella periferia di Londra, ma complesse e intricate vicende legali, seguite costantemente dal Comando Carabinieri TPC insieme alla Procura della Repubblica di Roma e all’Avvocatura Generale dello Stato, hanno permesso solo nel 2023 il rimpatrio delle opere, nel frattempo giunte a New York dove la magistratura statunitense ne aveva disposto il sequestro, salvandole dalla dispersione.

Sequestri negli Stati Uniti (mani votive bronzee)
Sono oltre 600 le opere d’arte che, tra la fi ne del 2023 e gli inizi del 2024, sono state rimpatriate dagli Stati Uniti dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Si tratta in prevalenza di opere di antiquariato, beni archivistici e numismatici
sottratti da chiese, musei e privati ma, soprattutto, di centinaia di manufatti archeologici databili tra il IX secolo a.C. e il II secolo d.C., provenienti da scavi clandestini eff ettuati dai “tombaroli” nell’area centro-meridionale dell’Italia (Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) e riferibili alle culture villanoviana, etrusca, magno-greca, sannita, apula
e romano-imperiale.

Privati collezionisti e consegne spontanee (maschera teatrale tragica)
Attraverso il Consolato d’Italia a New York un collezionista statunitense ha scelto di restituire all’Italia cinque maschere teatrali in marmo, risalenti al I secolo d.C.
Le opere, rinvenute in scavi clandestini svolti in un luogo imprecisato, erano state esportate illecitamente prima del 1995 ed erano poi confluite nella collezione privata del cittadino americano che, uniformandosi alle procedure recentemente adottate dai musei statunitensi, ha verificato la liceità o meno della provenienza dei propri beni, decidendo di restituirli.

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