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Materie prime strategiche: la Tuscia fa gola alle multinazionali

Quali sono i rischi del Regolamento UE in materia delle Disposizioni sul monitoraggio e sulle scorte strategiche europee? 

E’ uscito in Gazzetta il 13 agosto 2024, il Decreto-Legge Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico. (24G00102) (GU Serie Generale n.147 del 25-06-2024) con il quale il governo recepisce un regolamento europeo riguardo alla necessità di approvvigionamento delle materie prime critiche con il fine di rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento di tali materie, per garantire all’Europa forme di autonomia e di indipendenza da altri paesi.

Questo significa una messa in opera di: mappatura delle risorse e dei siti di materie prime strategiche, di riconoscimento del carattere strategico di un progetto di estrazione, quantificazione, trasformazione o riciclaggio delle materie prime strategiche, definizione dei regolamenti nazionale e regionali per le concessioni, da attuare sul territorio nazionale a cui fa capo il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE).

Il piano europeo prevede anche l’individuazione delle aziende per l’estrazione e per la commercializzazione delle materie prime strategiche: dalla carta mineraria aggiornata, nonché all’aggiornamento della lista europea delle materie prime critiche, al registro nazionale delle aziende e delle catene del valore strategiche con accordi da stabilire con aziende che hanno i profili adeguati. Questo permetterà anche ad aziende estere e multinazionali di entrare nel mercato dell’estrazione e utilizzo delle materie prime strategiche del Belpaese.

In base al cronoprogramma: entro maggio 2025 l’Italia dovrà fornire all’Europa una mappa dei siti e della quantificazione delle materie prime strategiche, entro il 2026 dovrà fornire una lista di aziende che abbiamo i requisiti per l’estrazione, la trasformazione e la commercializzazione. Entro il 2027,  stabilire il programma di estrazione. Secondo le linee guida UE, ogni tre anni, saranno ridefiniti i quantitativi da estrarre in base alle necessità dei materie prime strategiche a livello europeo.

La Tuscia nell’occhio delle multinazionali

Ecco perché le aree della Tuscia fanno gola a molte multinazionali estere che potrebbero entrare nel circuito estrattivo, attraverso gli accordi definiti a livello europeo che impongono determinati requisiti, prezzi e contratti commerciali finalizzati all’utilizzo delle materie strategiche, in base ad un elenco delle aziende che sarà stabilito secondo criteri UE.

La Tuscia è una terra rara che al momento conta su ben tre giacimenti di litio: a Viterbo, uno nei pressi del lago di Bolsena e a Nepi che a quanto pare risulta essere molto corposo. Il litio della Tuscia sarebbe presente nei fluidi geotermici.

Ovvero si tratta “di litio disciolto sotto forma di ione in un fluido acquoso caldo naturale” Come spiega Andrea Dini, ricercatore dell’IGG-CNR a Viterbotoday, sottolineando che “non si può prelevarne troppo, altrimenti si andrebbe a depauperare il serbatoio geotermico”. Ci sarebbero tre aziende interessate alle perforazioni, tra le quali le due australiane Altamin e Vulcan Energy ed Enel Green Power.

Materie prime strategiche: perdita dei diritti nazionali sulle proprie risorse

Le criticità sono numerose: a partire dalla tutela del territorio da quelli che saranno gli impianti di estrazione e di trattamento dei rifiuti, ai rischi d’inquinamento, ma anche i requisiti per l’accesso ad investimenti delle imprese italiane per avere la tecnologia richiesta ai fini estrattivi e commerciali e il rischio degli espropri che sono consentiti anche per gli impianti rinnovabili.

Infine, il Regolamento sulle disposizioni sul monitoraggio e sulle scorte strategiche europee porta inesorabilmente ad interrogarsi se in questo modo, lo Stato italiano non stia cedendo il diritto ad utilizzare le proprie risorse nazionali all’Europa che ne detterà poi il mercato.

Per approfondimento: Regolamento (UE) 2024/1252

 

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