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Mafia: Libera contro Chiara Colosimo. La fascistizzazione delle istituzioni

La destra ci rifà e dopo la fascistizzazione di Roma ai tempi di Gianni Alemanno ora, con Giorgia Meloni, a Palazzo Chigi ci tiene a premiare i militanti di partito tanto da imporre, contro la volontà dei comitati vittime di mafia e di Libera, a presidente della Commissione Bicamerale  Antimafia, una come Chiara Colosimo. 

Una sodale stretta di Giorgia Meloni. La sorella Arianna ne curava le relazioni pubbliche quando, fino ad ottobre scorso, occupava uno scranno alla Pisana e ricoprendo, in quella sede, anche  il ruolo di presidente della Commissione Trasparenza

Dalla Balduina, quartiere bene di Roma, a Montecitorio cavalcando l’onda lunga di destra. Poca strada. In tutti i sensi. L’informatissima wikipedia oggi ne riferisce con una pagina che è solo “un abbozzo” palesando evidentemente un inserimento ed aggiornamento in tutta fretta stante lo scalpore suscitato dalla sua elezione alla presidente delle più spinose Commissioni parlamentari. Una pagina che dal giorno della elezione risulta essere in continuo aggiornamento. 

Tra tutte spicca l’indignazione di Libera di Luigi Ciotti, in prima linea contro le mafie. In una nota stampa motiva il no ad una Colosimo presidente della Commissione Antimafia.

“Contrariati per una nomina del nuovo Presidente della Commissione Antimafia sul quale si profilano ambiguità e ombre capaci di minare la credibilità e la fiducia assoluta di cui deve godere. La vera lotta non ha bisogno di compromessi o patteggiamenti politici ma di scelte chiare, coerenti, credibili e radicali contro la corruzione, le forme di illegalità e le mafie per leggere ciò che sta avvenendo sui territori e avanzi accanto alla denuncia delle proposte utili a liberare il Paese dalla morsa degli interessi criminali e dalle troppe connivenze di cui godono. Nel Paese non ci saranno più zone grigie quando tra il lecito e l’illecito non ci saranno più scorciatoie e vie di mezzo, ossia quando l’etica tornerà a essere il movente principale della politica e della società nel suo insieme”.

Il perché è legato alla amicizia, smentita dall’interessata con il terrorista nero Luigi Ciavardini. 

“L’elezione, fortemente voluta dalla premier Meloni, è contestata dai familiari delle vittime di mafia e dall’associazione “Libera” – scrive il TGLa7 per la presunta vicinanza con Luigi Ciavardini, storico ex esponente dei Nuclei Armati Rivoluzionari che la giustizia ha condannato in via definitiva per l’omicidio del poliziotto Francesco Evangelista, per l’assassinio del giudice Mario Amato, che allora indagava sul terrorismo nero nel Lazio, e soprattutto per la strage di Bologna del 1980”.

Ciavardini opera ora nella riabilitazione dei detenuti, settore già salito alla ribalta delle cronache per il caso di Mafia Capitale o mondo di mezzo di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. 

Meloni come Alemanno non resiste a premiare i suoi, forzando la mano, e imponendo dall’alto nomine che dovrebbero essere di pura espressione governativa. Così come Alemanno mise Riccardo Mancini a capo di Roma Eur, e Maurizio Lattarulo della Banda della Magliana ex Nar, detto Provolino, già attivo in racket ed estorsioni ad un incarico per le politiche sociali, Meloni indica ed impone in Colosimo la sua donna antimafia. Eppure Colosimo, 37 anni, non sembra avere una preparazione così solida per continuare la dura battaglia contro le organizzazioni mafiose. Tra i trascorsi dell’ultima ora la trattazione in Regione della concorsopoli di Allumiere con la raffica di assunzioni in vari Comuni di figli e figliastri a sindaci vicini alla Lega e al Partito Democratico. La si accusa di amicie con il terrorista nero Luigi Ciavardini ma lei nega, nè arretra ed anze forte dell’appoggio di Meloni pare inorgoglirsi del suo nuovo ruolo parlamentare. Ma alla faccia della trasparenza al quale sovrintendeva alla Pisana il Modello E su contributi di persone fisiche, associazioni, enti e società è nerettato. 

La destra clientelare di Alemanno, animata probabilmente da un atavico spirito di cameratismo, si replica oggi con Meloni ma anche con Francesco Rocca alla Regione Lazio che ha chiamato per il ruolo di portavoce, pagato 110mila euro annui, Massimo De Angelis, altro fedelissimo della destra romana. Cognato peraltro dello stesso Luigi Ciavardini, De Angelis è stato di  Terza Posizione e direttore del Secolo d’Italia. 

Graziarosa Villani

(Foto tratta dal profilo Facebook di Chiara Colosimo)

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