Sicral

L’orgoglioso Liceo “Vian” di Bracciano segnala sul proprio sito un’uscita didattica del corso AIRO alla sede del SICRAL di Vigna di Valle. Sentiamo sia doveroso condividere e chiarire quanto segue, pensando che probabilmente docenti, genitori e alunne/i del nostro territorio non siano pienamente consapevoli del significato che tale uscita comporta. E lo sentiamo come dovere perché il lavoro che da anni stiamo facendo sul nostro territorio sembra non raccogliere sempre suoi frutti, motivo per cui ci dilungheremo un po’ per cercare di smuovere più coscienze possibili.

I nostri alunni e le nostre alunne sono state/i portate/i al Sicral

Il Sicral è un sistema di telecomunicazioni italiano via satellite che assicura le comunicazioni strategiche anche in caso di guerra o di calamità. Il nome è l’acronimo di Sistema Italiano per Comunicazioni Riservate ed ALlarmi. Come si legge sul sito del Ministero della Difesa il SICRAL «costituisce l’unico centro dell’architettura di missione abilitato alla trasmissione di comandi verso i satelliti. A esso sono affidate la gestione dei flussi SATCOM e le attività tecniche/operative connesse al controllo in orbita dei satelliti (segmento di volo) di Station Keeping e di House Keeping (secondo i piani di missione generati sulla base delle esigenze degli utenti) e alle misure di difesa da rischi e minacce (Defensive Space Control – DSC)».

Il CIGC-S è tuttora l’unico centro europeo militare capace di effettuare il controllo in orbita dei satelliti unicamente con personale militare. Questo primato rispecchia in pieno la volontà della Difesa italiana di proiettarsi e rendersi strategicamente indipendente in un settore caratterizzato da un altissimo livello di tecnologia e competenze specifiche, mettendo quindi ancora più in risalto le capacità e l’elevatissimo grado di formazione del personale delle Forze Armate (dal sito difesa.it).

Sappiamo quanto sia difficile comprendere queste descrizioni e distinguere uso civile e uso militare delle nuove tecnologie (è dalle origini dell’osservatorio che ci interroghiamo sul cosiddetto dual use) e vediamo con sospetto le curvature delle scuole del nostro territorio verso specifiche forme di digitalizzazione, AI e robotica, perché conosciamo i rischi e la deriva bellicista che spesso sottintende queste “specializzazioni”.

Tuttavia, una tale uscita didattica trasforma il nostro sospetto in certezza non lasciando dubbi sull’orientamento militare che il corso AIRO del Liceo Vian implica o che sta intraprendendo.

Il vero nome della struttura visitata dai ragazzi è Centro Interforze Gestione Controllo SICRAL, un primato della difesa italiana che rende il nostro territorio obiettivo sensibile oggi e ancora di più in caso di guerre.

Ebbene, lo hanno colto i ragazzi e le ragazze, che sottolineano nel loro articolo come il loro ingresso nella struttura sia stato sottoposto a controlli di sicurezza. E ci sorprende immaginare alunne/i in visita di istruzione essere sottoposte/i a tale operazione.

È questa a nostra opinione la prima anomalia: ospitare una scolaresca e sottoporla a controllo, un quarto superiore, probabilmente fornito di zaini con blocchi per appunti, una merenda e una bottiglietta d’acqua, sospettato di portare chissà quale pericolo all’interno del comando. Ovvio che i controlli avevano altro fine: dare loro il messaggio di essere entrati in luogo speciale, unico, affascinante anche per la soggezione che incute. Se così non fosse stato vissuto, il particolare sarebbe stato omesso, probabilmente.

La visita si è poi sviluppata con un percorso informativo sul funzionamento,e l’importanza delle telecomunicazioni satellitari per la difesa e la sicurezza. E qui ci sorprende il ruolo dei docenti nel progettare questa uscita. Docenti che dovrebbero avere il senso di quello che sta accadendo nel nostro Paese.

Proviamo a darne un’idea. La nuova legge di bilancio prevede un aumento del 12% delle spese militari, nel 2025 la spesa militare sarà di 32 miliardi, di cui 13 solo per le armi (cifre che aumenteranno nel triennio che si concluderà nel 2027) con conseguenti tagli all’università, alla sanità, alla transizione del settore automotive, al fondo sociale affitti…l’impegno con la NATO prevedeva di arrivare ad un investimento pari al 2% del PIL entro il 2024 ma già si parla di aumento di questa percentuale a dimostrazione di come le spese militari siano in crescita.

Non solo. Il forte processo di propaganda militare, che da anni denunciamo, mostra quanto questa corsa al riarmo richieda un aumento dei militari (si parla di ritorno alla leva, di mini leva etc.). L’attuale presidente del comitato nazionale NATO, Cavo Dragone, ex capo di stato maggiore, ha denunciato un anno fa, la carenza di organico nelle forze armate lamentando come siano insufficienti le 10.000 unità in più concesse dallo Stato. Gli fa eco l’attuale capo di stato maggiore Masiello, le cui dichiarazioni, più volte riportate negli articoli dell’Osservatorio, dovrebbero essere illuminanti per docenti e genitori. Le ripotiamo di nuovo nella speranza di un risveglio nel nostro territorio: «L’esercito è fatto per preparasi alla guerra, punto[…] fino a qualche anno fa era una parola [guerra] che non si poteva utilizzare. […]  Noi ci dobbiamo preparare e più saremo preparati  per la guerra e maggiori possibilità ci saranno che ci sia la pace».

Quindi il generale Masiello, dopo aver avanzato la proposta di ritornare all’originario nome del Corso di stato maggiore in Scuola di guerraricorda come in Ucraina si sia mostrato il volto della nuova guerra: «un mix di guerra antica, (trincee, campi minati, rotoli di filo spinato, il fango), quella che richiede i corpi dei nostri giovani, e di futuro (guerra cibernetica, guerra spaziale, i droni e tutte le loro varianti), quella che si vince con la tecnologia digitale, l’AI insomma. E ci spiega che la vittoria oggi è data dalla tecnologia ma anche dall’addestramento perché l’addestramento –citiamo–  è l’essenza della nostra missione, si cresce a pane ed addestramento».

Ultimo passaggio, come fare a trovare giovani pronti a questo sacrificio? Occorre un’opera di propaganda, di manipolazione delle menti, di guerra cognitiva (che già nel Dossier n. 2 abbiamo affrontato) che è ben spiegata da Masiello: «c’è la disinformazione, la guerra delle menti…, la mente nostra militare e di tutti è diventato un campo di battaglia»

Ogni volta che uno dei nostri alunni e alunne si avvicina ad una delle forze delle armate inevitabilmente noi docenti siamo mezzi della propaganda militare, siamo soldati arruolati in quella guerra cognitiva il cui campo sono le menti stesse dei nostri alunni e delle nostre alunne. Nonostante il territorio a forte presenza militare, credevamo di essere immuni da questo processo, ma il Liceo Vian sembra smentirci.

Ultima riflessione riguarda nello specifico l’aeronautica militare, arma, fra tutte, che più riesce a mistificare il suo vero compito di difesa proprio per la sovrapposizione che vanta con il civile (vd meteorologia, cartografia, satelliti di comunicazione, appunto). E, allora, perché non partire dal civile? Perché non fare incontrare i ragazzi e le ragazze con quel mondo non militare che opera sugli stessi contenuti ma con differenti finalità? Le università ad esempio, i centri di ricerca…

Eppure il Vian vanta una tradizione di validi progetti scientifici con validissime collaborazioni civili: attività educational, masterclass, visite e conferenze con LNF (LABORATORI NAZIONALI DI FRASCATI); progetti LAB2GO con INFN (ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE) e con Università La SAPIENZA; progetti di FISICA e ROBOTICA e con il CENTRO DI INGEGNERIA BIOMEDICA, con ingegneria UNITUSCIA, con ENEA-Casaccia, con le manifestazioni ROMECUP e MAKERFAIRE.

Che l’uscita sia stata un’azione di propaganda lo mostra l’alzabandiera finale il cui significato militare probabilmente non è conosciuto dagli alunni e dalle alunne.

Invitiamo i docenti della classe coinvolta ad attivare un processo di reale formazione (non disinformazione alla Masiello) sul compito dell’aeronautica militare, sulla guerra cognitiva, sull’esigenza di addestrare per preparaci alla guerra, sul contesto geopolitico internazionale, sulle scelte dei nostri ultimi governi, su cosa siano le guerre, sul problema del dual use, sul valore della vita, dei diritti…insomma un reale percorso di educazione alla pace su cui fare convergere materie scientifiche e umanistiche.

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.