Misitano, Leone

“Leone XIV parla di una pace che deve nascere dall’assenza di armi non dalla contrapposizione di due o più potenze che si temono ma togliendo di mezzo le armi. “La elezione non è stata una sorpresa, anzi”.

L’8 maggio la fumata bianca, il primo affaccio a piazza San Pietro, le sue prime parole sulle quali il mondo si è interrogato. Domenica 18 l’intronizzazione. Nel mezzo le sue prime uscite, i suoi primi incontri con l’abito bianco, persino un confronto col campione di tennis Sinner. Martedì scorso papa Leone XIV ha fatto visita alla curia generalizia e ha incontrato quanti lavorano alla Fondazione Agostiniani nel mondo, in qualche modo una sua creatura. Leone XIV è così tornato a confrontarsi con Maurizio Misitano che della Fondazione è direttore. Lo abbiamo intervistato per capire che papa sarà. 

Maurizio Misitano, Papa Leone XIV, prima di essere eletto, è stato a capo della Fondazione Agostiniani nel Mondo che lei dirige. Che capo è stato?

L’attuale Papa non è stato a capo della fondazione La fondazione è nata nel 2014 quindi è nata dopo la fine del suo mandato come priore generale. Durante il suo mandato insieme al vicario che è l’attuale priore generale padre Alejandro Moral  e coinvolgendo il sottoscritto ha creato un ufficio centrale per i progetti internazionali e quindi ha gettato le basi affinché si creasse la Fondazione Agostiniani nel Mondo. Com’è stato come capo? Una persona molto gentile affabile sempre riconoscente del lavoro che ognuno svolge e anche nei miei confronti ma molto probabilmente era da una parte divertito per la mia caparbietà, tenacia a volte anche eccessiva e dall’altro però era anche colpito da questo aspetto..comunque una totale dedizione al lavoro che poi non è tanto e non è solo un lavoro ma è quasi una missione. 

L’elezione di Robert Francis Prevost, nelle prime ore, ha un po’ spiazzato tutti. Un papa americano è una grande novità. Ma l’Africa di cui si è occupato con la Fondazione resterà, secondo lei, nella sua agenda?

La sua elezione ha spiazzato un po’ tutti dal di fuori; diciamo che all’interno degli ambienti ecclesiastici il suo nome insomma era conosciuto, rispettato e quindi non è stata una sorpresa anzi. 

Ma l’Africa di cui la Fondazione si occupa, secondo lei, nella sua agenda?

Sicuramente la sua attenzione per i più poveri e non tanto per l’Africa perché lui è stato 20 anni missionario in Perù quindi comunque quel Paese e l’America Latina hanno per lui un’importanza nella sua vita non a caso ringrazia durante il suo primo discorso la sua diocesi di Chiclayo. Come priore generale ha visitato tutte le comunità agostiniane ricordiamo che sono 50 Paesi del mondo e mai si è limitato nell’andare appunto a visitare una scuola, un ospedale un orfanotrofio, insomma vicino veramente agli ultimi

Tra le prime visite che ha fatto il nuovo papa un incontro con voi della Fondazione…

Sì è venuto martedì scorso in visita ai suoi confratelli. Hanno prima fatto messa poi hanno pranzato assieme e poi assolutamente inaspettatamente ha voluto salutare  tutti coloro che lavorano per la curia generalizia iniziando da noi che lavoriamo per la Fondazione Agostiniani nel Mondo. E’ sempre stato legato comunque, si è sempre interessato agli sviluppi di questa fondazione perché ripeto ha gettato lui le basi per creare la fondazione se ne parlava già però ha preferito – essendo alla fine del suo mandato come priore generale – che fosse il suo successore a decidere se farla o non farla e padre Aleandro immediatamente si è attivato per creare la fondazione 

Che incontro è stato? 

L’incontro è stato ovviamente molto molto molto emozionante informale. 

Cosa vi siete detti?

L’ho chiamato chiaramente Santo Padre anche rispetto al suo ruolo però lui stesso …abbiamo scambiato appunto due parole e lui stesso mi ha incoraggiato appunto a fare e ha ringraziato ancora una volta per tutto quello che si sta facendo per i più poveri.

Si può dire che papa Leone XIV sia un papa missionario?

Sicuramente sì può dire che sia un papa missionario. Se non sbaglio monsignor Pizzaballa l’ha definito così un papa missionario libero e con capacità manageriali perché in effetti nel suo percorso di vita questi due aspetti sono molto importanti. La sua esperienza come missionario in Perù e poi le modalità con le quali ha vissuto ogni suo ruolo, sempre vicino appunto delle persone più bisognose… ma contemporaneamente ha gestito per 12 anni un ente religioso importante come quello degli Agostiniani, una diocesi appunto in Perù, una diocesi complicata, poi cardinale con un dicastero molto importante quindi le sue capacità manageriali sono sicuramente un aspetto fondamentale contemporaneamente a unitamente a quello della suo spirito missionario.

Si è detto che sia un papa avvezzo alle tecnologie e ai social. Le risulta?

Per quanto riguarda la tecnologia e i social beh ho sentito una delle prime uscite appunto che la Chiesa debba riflettere sulla convivenza con le tecnologie, con l’intelligenza artificiale quindi immagino di sì. Personalmente non ho mai avuto modo di appurare questo aspetto anche perché io sono invece poco avvezzo, quindi se dovevamo parlare parlavamo insomma di altro.

Pace “disarmata e disarmante”. A suo avviso qual è il concetto che papa Leone ha voluto esprimere con queste parole?

Pace disarmata e disarmante…Cosa abbia  voluto esprimere è abbastanza semplice nel senso che le parole sono cristalline. Una pace che deve nascere dall’assenza di armi non dalla contrapposizione di due o più potenze che si temono ma togliendo di mezzo le armi. Due o più potenze debbono imparare a dialogare. Molto importante anche il concetto di ponte che si contrappone ai muri che oggi purtroppo si costruiscono. Ponte perché il ponte unisce e così come Sant’Agostino è sempre stato considerato un ponte tra culture tra Oriente e Occidente.

Nel segreto del conclave, cosa è a suo avviso, che ha giocato a favore di papa Leone XIV?

Secondo me di Papa Leone hanno apprezzato conoscendolo appunto come cardinale la sua capacità d’ascolto, di prendere decisioni, decisioni che comunque erano sempre prese insieme e quindi la sua capacità di sedere tutti intorno a un tavolo, di prendere  la giusta decisione per tutti. I cardinali stessi durante il primo incontro con i cardinali hanno detto finalmente un papa che ci ascolta. Quindi credo che questo sia stato un aspetto molto importante per la sua elezione.

Qual è il valore di fondo di essere un agostiniano?

Da una parte partirei con una frase di Sant’Agostino “ama e fa ciò che vuoi” perché se uno appunto affronta le cose con amore non può che fare del bene e quindi rispetta tutti e cerca di fare il meglio per tutti, Poi gli Agostiniani comunque sono un ordine religioso appunto presente in tutto il mondo con una forte vocazione missionaria e quindi ancora una volta la vicinanza ai più poveri, il rispetto delle culture e dello scambio interculturale e interreligioso. E’  molto importante, ricordiamo, che lavorano in Paesi islamici come l’Algeria, appunto Sant’Agostino algerino…, come la Nigeria dove moltissimi dei loro beneficiari sono musulmani. Nelle loro scuole in alcune zone ci sono il 90 per cento dei bambini musulmani e il 10 per cento dei bambini cristiani. Quindi insomma questa questa vocazione al dialogo al rispetto alla condivisione è secondo me un aspetto molto forte del loro percorso.

Graziarosa Villani

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Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.