Al termine del dibattito, approvati tre ordini del giorno di istruzione alla Giunta regionale
Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto oggi 9 febbraio 2022 dal vicepresidente Devid Porrello (M5s), ha dedicato una seduta straordinaria alla crisi del settore della pesca, al termine della quale sono stati approvati tre ordini del giorno di indirizzo alla Giunta, presentati da Giancarlo Righini (FdI), Daniele Ognibene (Leu) e Giuseppe Simeone (FI), ma sottoscritti da numerosi altri consiglieri.
La seduta straordinaria era stata richiesta da vari consiglieri, primo fra tutti Giancarlo Righini (FdI), che ne ha spiegato i motivi nell’intervento che ha dato il via al dibattito. Dopo aver ringraziato il presidente del Consiglio, Marco Vincenzi, per aver convocato la seduta straordinaria prima dell’esame della proposta di legge sulla “blue economy” (illustrata la scorsa settimana dal proponente, Daniele Ognibene), Righini ha iniziato la sua relazione citando i dati forniti nel 2016, in occasione di un evento svoltosi a Malta sotto la regia del commissario europeo per la Pesca. “In quella sede furono approfonditi molti dei temi rimasti di grande attualità nel dibattito politico che riguarda la pesca – ha spiegato Righini – ed emerse quello che era chiaro già da tempo, cioè che le grandi imbarcazioni di pesca industriale viaggiassero a gonfie vele mentre la piccola pesca artigianale stesse al contrario affondando”.
“L’impatto della normativa europea in materia di contrasto alla pesca illegale – ha proseguito Righini – evidenziava un sistema disomogeneo e non coerente di applicazione dei regimi sanzionatori da parte dei diversi stati membri, tali da determinare una diversa posizione di mercato delle varie marinerie regionali con conseguenti diversi e variabili punti di forza e di debolezza di natura concorrenziale”. Righini ha inoltre respinto tesi di stampa secondo cui il Mediterraneo non ha più pesci e quindi occorre eliminare la pesca, “tesi che si fonda – ha detto – su presupposti tecnico-scientifici destituiti di ogni fondamento”. Al contrario, Righini ha ricordato come le riduzioni del pescato siano dovute a una serie di cause come “l’inquinamento, l’aumento dei traffici marittimi, il cambiamento climatico e il raddoppio del Canale di Suez, che ha consentito l’accesso al Mediterraneo di specie che prima erano assenti. Tutte concause che non sono mai state oggetto di un doveroso approfondimento”. Ad aggravare la situazione, secondo il consigliere di Fratelli d’Italia, ha contribuito poi la crisi pandemica, soprattutto con la conseguenza dell’aumento dei costi del gasolio”.
Dopo l’intervento di Righini, hanno preso la parola i consiglieri: Daniele Ognibene (Leu), Gaia Pernarella (M5s), Giuseppe Simeone (FI), Emiliano Minnucci (Pd), Silvia Blasi (M5s), Fabio Capolei (FI) e Fabrizio Ghera (FdI). Il dibattito si è chiuso con l’intervento dell’assessora regionale Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Pari Opportunità, Enrica Onorati.
Per Ognibene, bisogna capire come tutela dell’ambiente, biodiversità, lotta all’inquinamento possano andare di passo con lo sviluppo del settore della pesca, in un quadro normativo molto stringente a livello europeo, in contrasto con quello del resto del mondo. “Può sembrare utopistico – ha spiegato Ognibene – ma pensare all’autoconsumo è una forma di tutela della biodiversità e favorire il consumo a “Km zero” riguarda fortemente la difesa dell’ambiente, non è nazionalismo culinario”. Per Ognibene, quindi, il Consiglio regionale del Lazio può fare una proposta di stimolo, “dobbiamo imporre una riflessione non solo a livello regionale ma nazionale ed europeo”.
Per Gaia Pernarella, la pesca deve essere valorizzata come l’agricoltura. Si tratta di “mestieri che perlopiù vengono tramandati di padre in figlio, attività che non vanno perse ma devono essere affiancate da nuovi studi”, ha spiegato la consigliera pentastellata. “Dobbiamo intervenire anche nelle scuole, puntare sulla conoscenza delle specie, sulle loro caratteristiche, sui valori nutrizionali”, ha aggiunto Pernarella, la quale ha infine proposto di utilizzare l’area marina protetta di Ventotene per sperimentare attività di pesca a basso impatto, e di sostenere e valorizzare la pesca turistica nel Lazio, “attraverso cui si può fare divulgazione e far conoscere meglio ai pescatori i fondi comunitari di cui possono usufruire”.
Per Giuseppe Simeone, “la pesca è andata avanti per forza di inerzia, non è mai stata accompagnata da leggi di riferimento”. Anche per lui il fermo biologico imposto ai pescatori italiani è incomprensibile quando altri paesi che pescano nel medesimo mare non lo fanno. “Occorre insediare un tavolo, un gruppo di studio, per esaminare e cercare di capire quali sono le scelte che la Regione vuole mettere in campo”, ha concluso il capogruppo di Forza Italia.
Secondo Emanuele Minnucci “bisogna cominciare a marcare un principio fondamentale, cioè dare un ordine di scala e di priorità. Mettere quindi in primo luogo chi vive di pesca, che deve avere una corsia preferenziale, tenendo separate la pesca turistica, quella sportiva subacquea e di superficie”. Il consigliere del partito democratico ha anche detto che “occorre mettere in campo incentivi, risorse per il fermo biologico e per contenere il prezzo del gasolio. Questi ragionamenti vanno allargati anche alle acque interne”, ha concluso Minnucci, ricordando la deroga richiesta in sede europea per il ripopolamento di alcune specie ormai tradizionali nei nostri laghi come il coregone.
“C’è una visione concorde, è necessario agire per tutelare i sistemi marini”, ha esordito Silvia Blasi. “Al di là dei sussidi – ha aggiunto – poco è stato fatto per intervenire sulla gestione degli ambienti marini”. Per la consigliera pentastellata, è necessario un intervento multidisciplinare che metta insieme più assessorati, non solo quello competente in materia ma anche quelli della ricerca e della tutela dell’ambiente, “per affrontare in maniera innovativa l’eccessivo carico di pesca nei nostri mari”.
Sono infine intervenuti Fabio Capolei e il capogruppo di Fratelli d’Italia Fabrizio Ghera, il primo sostenendo i pescatori spesso a torto accusati “dello svuotamento dei mari”, colpiti da numerosi giorni di fermo biologico e dagli alti costi del carburante negli ultimi tre anni “aumentato del 67 per cento”. Ghera ha posto infine l’accento sulla “concorrenza secondo noi sleale che viene fatta da altre nazioni che consentono la pesca in qualsiasi periodo dell’anno. Come sempre negli accordi internazionali abbiamo ceduto su molte posizioni, gli interessi nazionali per noi vengono sempre prima di tutto. Si deve consentire ai nostri pescatori di poter lavorare. La Regione deve sostenere questi operatori che sono in gravissima crisi”.
Al termine del dibattito, il Consiglio ha approvato tre ordini del giorno di istruzione alla Giunta regionale. L’atto presentato dal gruppo Fratelli d’Italia e illustrato da Righini è passato con 28 voti a favore e un astenuto. Con esso si impegnano il presidente e la giunta regionale “ad affidare ad un istituto con comprovate capacità ed esperienza, uno studio tecnico scientifico, al fine di poter ottenere un quadro di riferimento sulle reali condizioni del settore e per poter proporre al legislatore regionale e nazionale informazioni aggiornate”.
Gli altri due ordini del giorno riguardano la richiesta alla Giunta di predisporre altrettanti emendamenti in vista dell’esame da parte dell’Aula della proposta di legge n. 224, previsto per domani, giovedì 10 febbraio, ed entrambi sono stati approvati all’unanimità, con 26 voti favorevoli. Il primo è stato illustrato dal primo firmatario, Daniele Ognibene di Leu (gli altri proponenti sono lo stesso Righini, Gino De Paolis della Lista Civica Zingaretti e Giuseppe Simeone di Forza Italia), e chiede alla Giunta un emendamento “che preveda meccanismi che favoriscano il consumo di pesce pescato lungo le coste della Regione Lazio anche nelle mense scolastiche”. Il secondo, illustrato dal primo firmatario, Simeone, chiede invece un emendamento con il quale “si introducano meccanismi premiali o bonus per i pescatori che raccolgono e riportano a terra plastica ed altri materiali al fine di incentivare la pulizia delle nostre acque”.
Fonte : Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio