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Attenta fotografia di unbuonvino.it del settore vitivinicolo tra dazi e nuove tendenze

Il settore vitivinicolo sta vivendo un periodo di profonde trasformazioni, guidate da un lato dai cambiamenti nelle abitudini dei consumatori, dall’altro dalle innovazioni nella produzione. Già da alcuni anni, l’attenzione dei produttori si concentra sempre più su sostenibilità e innovazione, due parole chiave che stanno plasmando il futuro del vino.

Si assiste, ad esempio, a una crescente domanda di vini biologici e biodinamici, espressione della maggiore consapevolezza ambientale da parte dei consumatori. Questo ha portato la società che rappresento a rivedere la sua offerta on-line, sostituendo il precedente catalogo con uno totalmente orientato a questo tipo di produzione. Parallelamente, oggi si afferma con forza la tendenza verso vini a bassa gradazione alcolica o completamente privi di alcol, in linea con stili di vita più salutari e moderati. Questa nuova sensibilità è particolarmente evidente tra i giovani, sempre più attratti da proposte innovative e disposti a sperimentare.

Negli ultimi tre anni, infatti, il consumo di vino è cresciuto proprio tra le fasce d’età più giovani. Secondo un’indagine dell’Osservatorio Enpaia-Censis presentata a Vinitaly, il 53,7% dei consumatori di vino ha meno di 34 anni, segnando un incremento di 5 punti percentuali. Al contrario, si registra una flessione tra gli adulti e gli anziani, rispettivamente di 3,7 e 2,5 punti. Per molti giovani, il vino rappresenta un’occasione di socialità e convivialità, spingendo i produttori a proporre etichette ed esperienze che rispecchiano il loro stile di vita.

Recentemente, una particolare attenzione è stata riservata anche al mercato del vino dealcolizzato, in forte espansione. Il Ministro dell’Agricoltura ha recentemente annunciato un decreto volto a regolamentare la produzione di queste tipologie in Italia. Le nuove norme prevedono, tra l’altro, il divieto di dealcolazione per i vini DOP e IGP, l’obbligo di separazione fisica tra la produzione tradizionale e quella dealcolizzata e una chiara etichettatura con le diciture “dealcolizzato” o “parzialmente dealcolizzato”. L’obiettivo è duplice: da un lato consentire alle imprese di diversificare l’offerta, dall’altro preservare la qualità e la reputazione dell’eccellenza enologica italiana.

A fronte di queste evoluzioni positive, non mancano però motivi di preoccupazione. Il recente annuncio da parte del presidente statunitense Donald Trump di introdurre un dazio del 20% su tutte le importazioni di vino europeo ha generato forti timori tra i produttori italiani. Gli Stati Uniti, infatti, rappresentano il principale mercato di esportazione per il vino italiano, con un valore annuo di circa 2 miliardi di euro, pari al 25% dell’export del settore.

Secondo le stime dell’Unione Italiana Vini (UIV), queste nuove tariffe potrebbero comportare una perdita di circa 323 milioni di euro l’anno e mettere a rischio la vendita di oltre 364 milioni di bottiglie. La UIV ha inoltre sottolineato come molti distributori americani stiano già rifiutando di accollarsi l’aumento dei costi, chiedendo invece ai produttori italiani di ridurre i prezzi. Da qui l’appello a una più equa distribuzione dei costi lungo l’intera filiera, per preservare la competitività del vino italiano negli USA.

Le ricadute si stanno facendo sentire in modo particolare in alcune regioni legate all’export verso il mercato americano. Diverse aziende hanno già registrato la sospensione di ordini da parte degli importatori statunitensi, alimentando incertezza sul futuro delle esportazioni.

Oltre al danno immediato, preoccupa anche la prospettiva a lungo termine: il timore è che il vino italiano possa perdere quote di mercato a favore di concorrenti di Paesi esenti dai dazi, come Argentina e Cile. Una perdita di posizionamento che potrebbe risultare difficile da recuperare.

Purtroppo, l’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti rappresenta una sfida seria per tutto il comparto vinicolo italiano. Servirebbero risposte rapide, tanto da parte delle istituzioni quanto dal mondo produttivo, per difendere uno dei settori simbolo nel mondo del nostro Paese.

Marco La Posta

Amministratore Unico di UBV Srl

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Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.