Con quella determinazione, la Regione subordinava qualsiasi ripresa dei prelievi al recupero del livello delle acque del lago (fissando la quota minima di metri 161,90 metri slm come soglia sotto la quale non scendere) e dei suoi ecosistemi limitandone i casi di riattivazione solo a momenti di effettiva emergenza e subordinandone l’attivazione a una autorizzazione scritta da parte della stessa Regione Lazio. Proprio questo meccanismo, sarebbe, secondo Raggi, uno degli aspetti più critici del provvedimento perché trasformerebbe la concessione di cui Acea Ato 2 è titolare, in un altro tipo di rapporto. In altri termini, Raggi sostiene che Acea debba avere mani libere sul Lago.
Il documento prodotto dagli avvocati del Campidoglio fa proprie le ragioni stesse che hanno spinto gli avvocati di Acea a ricorrere in tribunale.
“Si tratta – spiegano in una nota le Istituzioni del Lago – di un atto incomprensibile e davvero fuori luogo che non tiene conto delle esigenze di tutela degli ecosistemi lacustri e che anzi mostra di non tenere in nessuna considerazione il danno ambientale fin qui prodotto sul lago e su tutto il territorio circostante”. Eppure basta recarsi al lago e rendersi conto in prima persona del danno inferto. Nonostante le piogge consistenti di questi giorni , il livello dell’acqua è ancora molto al di sotto dei valori medi stagionali (circa 120 centimetri di differenza) e si attesta a quota – 158 centimetri rispetto allo zero idrometrico* sugli stessi valori dello scorso mese di luglio.
Con questo atto, Virginia Raggi ha deciso di far valere tutto il peso di Roma Capitale a favore di Acea Ato2, che pure in questi mesi non ha fatto ricorso ad alcun prelievo dal lago e in passato aveva sempre dichiarato pubblicamente di voler sospendere definitivamente le captazioni da Bracciano. “Evidentemente quelle dichiarazioni ribadite anche in sede di tavolo istituzionale presso la Regione Lazio proprio prima che venisse adottata la nuova determinazione, erano solo degli slogan privi di reale valore” ribadiscono le Istituzioni del Lago.
Suona poi come una vera e propria beffa leggere nel documento di Roma Capitale la richiesta di misura cautelare che sarebbe giustificata a tutela anche del “danno di immagine” derivante dai disagi arrecati ai turisti per una eventuale nuova crisi idrica della città. “Qui sul Lago di Bracciano – spiegano le Istituzioni del Lago – abbiamo subito dei danni ben più consistenti e reali. Le strutture ricettive del territorio vengono da una stagione che è stata disastrosa (un calo stimato delle presenze pari a circa il 70 per cento) e se il lago non ritornerà a livelli ragionevoli anche la prossima stagione si annuncia problematica. Si tratta di danni reali, misurabili e consistenti che sono davanti agli occhi di tutti. Ancora oggi la Motonave Sabazia II è in secca, mentre le spiagge sono ben lungi dall’essere ripristinate”. Nonostante queste evidenze, “si continuano a spendere soldi pubblici per fare ricorsi che – spiegano le Istituzioni del Lago – hanno come unico scopo quello di continuare a garantire il diritto a prelevare gratuitamente acqua dal Lago di Bracciano senza riconoscere alcun limite, anche a discapito di quegli stessi ecosistemi nei quali, anche i cittadini di Roma, vivono e si nutrono”.
Informazioni su crisi idrica Lago di Bracciano: livelli acqua e confronti anni precedenti https://braccianosmartlake.com/rilevamento-quota-lago/
Le Istituzioni del Lago:
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx, Claudia Maciucchi, Sindaca di Trevignano Romano, Armando Tondinelli, Sindaco di Bracciano, Vittorio Lorenzetti, Presidente del Parco regionale di Bracciano-Martignano, Renato Cozzella, Presidente del Consorzio di Navigazione del Lago di Bracciano.