I provvedimenti adottati ieri dalla regione Lazio, con i quali si impone ad ACEA di interrompere le captazioni dal lago di Bracciano, rappresentano un primo risultato positivo della battaglia per la tutela del lago cui abbiamo contribuito in maniera determinante, essendo stati tra i pochi ad avere agito tramite atti formali. Infatti sono state accolte, seppure solo in parte, le richieste da noi formulate nell’istanza di intervento urgente inoltrata alla Regione il 26 giugno 2017 tramite il nostro team di avvocati (che ringraziamo, unitamente ai professori ed ai ricercatori che hanno lavorato alle relazioni scientifiche allegate a sostegno dell’istanza stessa).
La battaglia però non è finita e non possiamo ritenerci pienamente soddisfatti.
Anzitutto, occorre contrastare con forza il messaggio allarmistico che ACEA sta veicolando tramite i mezzi di informazione, secondo il quale l’intervento della Regione la costringerà a razionare l’acqua per 1.500.000 cittadini. Quanto affermato da ACEA appare assolutamente inverosimile sulla base dei dati forniti da ACEA stessa.
Il 13 luglio 2017, infatti, ACEA ha comunicato formalmente alla Regione Lazio di avere già posto in essere degli accorgimenti e dei lavori per il risparmio idrico che, a quella data, gli avevano consentito di recuperare ben 1.770 litri/secondo di acqua. Tale informazione è pervenuta al Comitato tramite la nota ufficiale della stessa Regione Lazio, recapitataci in risposta alla nostra istanza di intervento (cfr. pag. 3 della Nota della Regione, al
seguente link https://drive.google.com/open?id=0B1wt1o5jHYUheEVJcXh1MUpQQ0E). Se si pensa che in questo periodo ACEA ATO 2 sta prelevando dal lago di Bracciano circa 1.200 l/s di acqua, si capisce facilmente che, alla luce del recupero di risorsa idrica che ACEA stessa dice di avere effettuato, il prelievo dal lago di Bracciano è diventato del tutto superfluo e sovrabbondante. Sottraendo ai 1.770 l/s recuperati i circa 1.200 l/s captati dal lago di Bracciano, infatti, si ottiene che, rispetto a prima del 13 luglio 2017, ACEA può addirittura contare su un surplus di acqua pari a circa 570 l/s. Non si capisce, peraltro, perché ACEA non abbia adottato tali piccoli accorgimenti e non abbia effettuato tali lavori già mesi o addirittura anni fa. Se lo avesse fatto si sarebbe risparmiata un’enorme quantità di acqua e verosimilmente la crisi del lago di Bracciano non si sarebbe affatto verificata!
Si consideri, inoltre, che secondo quanto dichiarato dalla stessa ACEA in un report pubblicato in data 23 maggio 2017, il prelievo previsto dal lago di Bracciano per agosto 2017 sarebbe stato di 800 l/s, mentre il prelievo previsto per luglio era di circa il doppio (si veda l’allegato n. 12 alla nostra istanza di intervento rivolta alla Regione, – doc. 1 al seguente link https://drive.google.com/open?id=0B1wt1o5jHYUhVlV2enpmdzdYWjQ).
È evidente, quindi, che nel periodo successivo a luglio il prelievo dal lago di Bracciano avrebbe comunque inciso in misura inferiore sul bilancio idrico di ATO2 e che il numero di 1.500.000 cittadini coinvolti sia del tutto privo di fondamento, anche sulla base delle esigenze di approvvigionamento idrico dichiarate da ACEA stessa.
Le notizie allarmistiche diffuse da ACEA appaiono quindi infondate, volte a nascondere le proprie mancanze e a contrastare un provvedimento del tutto legittimo e doveroso della Regione.
Per quanto riguarda il merito dei provvedimenti della Regione Lazio, premesso che ancora non abbiamo avuto modo di leggerli nella loro interezza e che quindi ci limitiamo a commentare la nota divulgativa della Regione stessa, occorre evidenziare alcune evidenti criticità:
1) sarebbe opportuno che nei giorni che ci separano dal 28 luglio la Regione Lazio ed il Comune di Roma controllino che non venga attuato un incremento dei prelievi in quanto il lago subirebbe un ulteriore abbassamento;
2) non è accettabile che non sia stato conferito ad un soggetto terzo rispetto ad Acea stessa la possibilità e l’incarico di accedere direttamente nelle strutture dell’acquedotto e vigilare, anche h/24, sul rispetto dell’ordine impartito, ossia sulla reale cessazione delle captazioni. Non è pensabile che il controllato sia anche controllore di se stesso. Noi avevamo chiesto che fosse incaricato di monitorare il reale flusso delle captazioni un soggetto pubblico e terzo, quale, ad es., l’ARPA, l’ISPRA, un’Università o l’ENEA (si veda la nostra missiva di risposta alla nota della Regione, datata 20 luglio 2017, doc. 3 al seguente link https://drive.google.com/open?id=0B1wt1o5jHYUhNjFMWldkVzRqSTg). Torniamo a chiedere l’adozione di un simile provvedimento;
3) non è condivisibile che lo stop alle captazioni sia stato ordinato solo fino a dicembre 2017. Lo stop va mantenuto fino a che il lago non tornerà al suo livello naturale di 163,04 mt s.l.m.
In conclusione, torniamo ad avvertire che, seppure un primo passo importante è stato fatto, la battaglia non è finita! Quella che si apre adesso è la fase più delicata e dobbiamo essere più uniti che mai nel portare avanti la difesa del lago. Ogni istituzione deve fare la sua parte, ivi compreso il Parco Naturale di Bracciano-Martignano, cui abbiamo inoltrato un’istanza di intervento in data 26 giugno 2017, ancora priva di riscontro. Oggi si gettano le basi per il futuro.
Sia l’istanza da noi inoltrata (con tutti gli allegati), sia la risposta inviataci dalla Regione datata 14 luglio 2017, sia la nostra ulteriore risposta/istanza del 20 luglio 2017, sono consultabili integralmente ai seguenti link https://drive.google.com/open?id=0B1wt1o5jHYUhVlV2enpmdzdYWjQ; https://drive.google.com/open?id=0B1wt1o5jHYUheEVJcXh1MUpQQ0E; https://drive.google.com/open?id=0B1wt1o5jHYUhNjFMWldkVzRqSTg (rispettivamente doc. 1, 2 e 3).