Site icon Ecolagodibracciano.it

La corsa al litio investe l’area tra i laghi di Bracciano e Martignano

Tratta da Estrazione di litio in Lazio: un progetto di economia circolare grazie alle nuove tecnologie di Sebastien Bumbolo (IREN/Altamin)

Nuovo permesso di ricerca per il litio “Sabazia” per 3.247 ettari. Ma dalle istituzioni l’informazione latita. Il commento del consigliere comunale di Anguillara Sergio Manciuria.

Lago di Bracciano territorio di terre rare e strategiche come il litio. Indicato con il numero 3 del gruppo 1 nella tavola periodica, ora il litio è divenuto il nuovo oro. Viene impiegato per la realizzazione di batterie elettriche. Aumentano sul territorio sabatino, di origine vulcanica, li permessi di ricerca, Dopo quelli che interessano Cesano e Baccano il nuovo permesso per la ricerca di litio denominato “Sabazia”, per una estensione di 3.247 ettari, interessa porzioni di territorio nei comuni di Roma, Campagnano, Trevignano e Anguillara. A detenere il permesso Lithium Italy srl con sede a Roma in piazza Navona 49 che lo ha rilevato dalla Società Energia Minerals srl. Il tutto a fronte di una tassa di concessione Regionale di soli 408,45 euro relativa al trasferimento per atto tra vivi dei permessi di ricerca. Dovrà versare anche il diritto proporzionale annuo previsto dal Regio Decreto 1443/1927.

Sul permesso concesso dalla Regione Lazio, in sede istruttoria, acquisiti i pareri, tra gli altri, di Soprintendenza e Parco di Bracciano-Martignano. Per la Soprintendenza eventuali altri interventi in variante dovranno essere sottoposti al preventivo parere della

Soprintendenza stessa. Il Parco tra le altre cose ha specificato che “ai fini estrattivi, nel parco è vietata “l’apertura e l’esercizio di cave, di miniere e discariche e l’asportazione di minerali e in zona A il prelievo di materiali di interesse geologico e paleontologico, ad eccezione di quello eseguito per fini di ricerca e studio, da istituti pubblici” oltre “l’apertura di nuove cave e torbiere e la riattivazione di quelle dismesse”. Le ricerche possono riguardare aree private, previa autorizzazione dei proprietari. Le attività di indagine non dovranno essere effettuate nelle ore notturne e non interferire con gli elementi antropici sensibili, con la vegetazione boschiva, con tutti gli elementi ambientali e di uso del suolo di pregio e con eventuali beni di interesse storico-archeologico vincolati. Si specifica inoltre che nel caso di esito positivo delle indagini di progetto, l’eventuale successiva fase dovrà essere sottoposta ad una nuova procedura di Verifica di assoggettabilità a VIA.

Termini come “salamoie geotermiche”, “brine geotermiche” da cui trarre litio, ma anche potassio e boro – come auspica Altamin titolare di sei permessi di ricerca sin dagli anni Settanta a Cesano – divengono di attualità. Scenari sui quali tuttavia l’informazione istituzionale latita. Né il parco, né i Comuni hanno ritenuto opportuno rendere noto il rilascio dei permessi.

Sergio Manciuria

Ad Anguillara il consigliere di opposizione, Sergio Manciuria (da poco nominato nella Commissione Agricoltura del Consiglio Nazionale Geometri) interviene sul tema. “La giunta di Anguillara, carente di un Assessorato dedicato all’Ambiente, al momento non risulta aver informato il consiglio comunale e tantomeno la cittadinanza . È pur vero che siamo ancora di fronte ad un autorizzazione esplorativa del litio fondamentale per le batterie. La preoccupazione – precisa ancora il consigliere – è che riguarda un’area di oltre 3 milioni di metri quadri, tra l’altro in zona di pregio ambientale come il Parco che ne dispone il divieto di prelievo. Ritengo doveroso fare un approfondimento preventivo sui benefici di una potenziale concessione mineraria perché è bene ricordare che a un incontestabile vantaggio economico, per l’azienda sicuramente, c’è il concreto rischio di un danno ambientale irreversibile come inquinamento delle falde e consumo eccessivo di acqua per garantire l’estrazione della materia prima. Si parla tanto della recente legge sull’ autonomia differenziata e poi la Regione ci consulta solo come passacarte in termini di concessioni minerarie. Siamo stanchi di subire imposizioni da Roma come già avvenuto per Acea, cave di basalto e sterminate distese di impianti fotovoltaici”.

Graziarosa Villani

RIPRODUZIONE RISERVATA

Exit mobile version