Recentemente giornali e televisione hanno diffuso la notizia dello “sfratto” intimato dal direttore della Soprintendenza Speciale Villa Adriana-Villa d’Este (VA-VE) all’associazione FANNIUS che gestisce il Centro di Archeologia libraria e Bibliotecaria (Villa Adriana) e il Museo Didattico del Libro Antico a Villa D’Este.
Senza entrare nella questione giuridica circa la legittimità dell’atto del direttore, si tratta di un provvedimento che rientra nel quadro di una politica dell’amministrazione pubblica che intende eliminare gli immobili “improduttivi” e renderli “produttivi”, liberandoli da concessioni più o meno gratuite ad associazioni culturali e di volontariato. Una politica poco adatta alla promozione della cultura.
Nel caso in questione, l’associazione Fannius svolge un lavoro rilevante per i beni culturali, perchè si occupa di restauro di papiri, e di antichi libri e documenti, e lo fa ad un ottimo livello, come dimostrano le collaborazioni con enti come il British Museum e i Musei Vaticani e le convenzioni stipulate con il C.N. R. e la Soprintendenza per i Beni Archivistici del Lazio. L’associazione, attiva a Tivoli dal 1976, svolge anche un’attività didattica in collaborazione con le scuole di tutto il Lazio, che certamente contribuisce a diffondere nel territorio l’apprezzamento del patrimonio culturale.
Nel considerare l’ipotesi di un trasferimento proposto dalla direzione del VA-VE, si deve tener conto che i locali attualmente occupati sono stati resi agibili e allestiti, con fondi pubblici, per le specifiche funzioni esercitate dall’associazione Fannius.
Riteniamo quindi inopportuna l’ipotesi di un trasferimento, come proposto dalla direzione del VA-VE, o addirittura di uno sfratto, anche nell’ipotesi che vi siano concrete prospettive di rendere i locali liberati “produttivi”, adattandoli a bar o ristorante.
Italia Nostra, Consiglio Regionale del Lazio