di Graziarosa Villani
Covid-19 ed intelligence italiana ed internazionale. La pandemia planetaria stravolge i consolidati assetti e solleva nuove implicazioni in ambito di sicurezza internazionale. Cosa sta succedendo davvero negli ambienti dei servizi segreti? Su queste tematiche abbiamo intervistato un addetto ai lavori.
62 anni, Vincenzo Fenili, conosciuto anche nell’ambiente come l’agente Kasper, è stato un operativo per una vita dei servizi ed è stato anche contractor per il Ros. Il suo primo libro Supernotes scritto a quattro mani con Luigi Carletti (Mondadori 2014), è stato tradotto in tutto il mondo e sta per diventare una serie cinematografica. Le rivelazioni fatte in Supernotes non sono mai contestate, né smentite nei fatti. Il suo secondo libro In missione (Chiarelettere) è stato pubblicato nel 2016.
Entrato molto giovane nell’Arma dei Carabinieri, nel 1980, ha ottenuto il brevetto di pilota ed è stato arruolato nella operazione GLADIO/Stay-Behind partecipando a numerose missioni fra le quali la rendition di un noto brigatista nero latitante in Paraguay e un’operazione di controinformazione tra Sudafrica ed Europa. Nel frattempo, Fenili, accumulando migliaia di ore di volo su jet è divenuto pilota istruttore.
A Guerra Fredda conclusa, Vincenzo Fenili ha operato sul fronte balcanico durante il conflitto nella ex Iugoslavia ed è poi divenuto contractor del ROS partecipando, come agente sotto copertura con la qualifica di pilota Alitalia, alle operazioni Pilota e Sinai contro il traffico internazionale di droga. Alla fine degli anni Novanta, ha lasciato l’Alitalia e si è trasferito a Phnom Penh, in Cambogia, dove è stato impegnato in attività di contrasto al riciclaggio internazionale.
Vincenzo Fenili, non è difficile immaginare che in questo periodo ci sia un grande lavoro dell’intelligence internazionale: molte le tematiche i campo. In primis lo spionaggio sanitario quindi il cambiamento dei consolidati assetti della Guerra Fredda che si stanno in qualche modo decomponendo, oltre alle implicazioni per quanto riguarda la cybersecurity. E’ un periodo intenso per le Intelligence?
Non vi è dubbio che l’attività dei servizi di informazione, soprattutto quelli dei Paesi strategicamente più importanti a livello globale e spesso tra i più colpiti dalla pandemia, sia molto intensa ma, a mio avviso, un po’ scoordinata anche e soprattutto nella compagine occidentale. Questo è il diretto risultato di una vicenda mal pianificata e peggio gestita nelle sue disastrose ma prevedibili conseguenze.
Il Covid-19 che non conosce confini ha attaccato tutto è tutti. Quali potrebbero essere o sono le azioni dei servizi segreti per scoprire quali ne sono le origini e quali le défaillance che ne hanno portato alla diffusione planetaria?
Premetto che costituzionalmente sono avverso a qualsiasi teoria complottista ma al tempo stesso mi sento abbastanza offeso dal modo in cui i media istituzionali stanno gestendo le informazioni sull’evento Covid-19: chiunque osi ipotizzare che questo virus non sia un prodotto di madre natura diffusosi in maniera casuale e rapidissima diventa automaticamente un “complottista” e viene quindi bandito da tutte le trasmissioni mainstream. Io mi limito, forse per deviazione professionale, a voler andare un po’ più a fondo in questa vicenda, pur sempre con equilibrio e pacatezza ma non senza raccogliere tutti gli elementi oggettivi che possono se non altro alimentare un dibattito intelligente. Questo furore intellettuale nel negare a prescindere che vi possano essere alternative alle verità ufficiali graniticamente (e spesso maldestramente) difese dalle istituzioni mi fa automaticamente sorgere qualche perplessità. E’ pur vero che “nel mondo dell’informazione la verità è talvolta secondaria e molto spesso “irrilevante””, come abbondantemente dimostrato ad esempio nel caso delle presunte Weapons of Mass Destruction che giustificarono la seconda guerra in Iraq, una balla spaziale poi abbondantemente svelata ma che costò in danni collaterali migliaia di vittime tra militari e civili: anche in questo caso furono i servizi di intelligence USA ad imporre una ipotesi completamente costruita a tavolino ma accettata ed avvalorata dai servizi dei Paesi della coalizione occidentale e non solo. Quindi mi chiedo se, ancora una volta, gli organi preposti all’informazione sulla sicurezza nazionale costituiscano più il problema che la soluzione allo stesso. Nei contenuti della “Relazione 2019 sulla Politica della Sicurezza” del 28 febbraio 2020 inviata al Parlamento dal DIS, vi sono due rapidissimi cenni al problema epidemico nonostante in quella data fossero già disponibili elementi (classificati e non) tali da giustificare un’attenzione molto maggiore a quella che sarebbe poi diventata l’emergenza nazionale più grave dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Nella presentazione del 28 febbraio, il generale Gennaro Vecchione affermava quanto segue:
“credo nondimeno che compito dell’intelligence sia anche quello di offrire al decisore politico strumenti interpretativi di respiro strategico che trascendano le emergenze e la stretta attualità e lo sostengano nelle opzioni di policy coerenti e di lungo periodo”.
Una frase a mio avviso di imbarazzante ambiguità a sostanzialmente vuota di contenuti, con l’uso della parolina inglese, totalmente inutile ma sempre di moda. Ingenuità, mancanza di comprensione e di analisi delle informazioni disponibili, totale affidamento dell’informazione alle risorse ELINT (Electronic Intelligence ndr) con scarsa attenzione a quelle umane? Non ho risposte certe, ovviamente, ma il problema me lo pongo. Le “coincidenze”” in questa vicenda sono effettivamente tante ed eventi apparentemente scollegati fra loro potrebbero almeno far riflettere: i Military World Games del 18-27 ottobre scorso organizzati a Whuan, sede di uno dei laboratori militari di virologia più importanti del mondo, sono preceduti il 18 settembre da una esercitazione di contenimento biomedico contro il coronavirus tenutasi all’aereoporto Tianhe nella stessa Whuan…l’elenco di questi eventi è davvero lungo ed uno dei motivi principali per cui la Cina ha inizialmente minimizzato l’epidemia potrebbe anche plausibilmente essere il non volere ammettere di essere stata vulnerabile ad un attacco biologico “lieve”.
E’ stato detto che gli Americani presenti in gran forze in Italia per una presunta esercitazione stessero in realtà facendo operazione di spionaggio. Cosa risulta al riguardo ai Servizi italiani?
La domanda è a mio avviso mal posta: le forze armate USA e la loro pletora di Servizi ed Agenzie di informazione e spionaggio (ben 17, che si sappia, delle quali CIA, DIA e NSA sono le più conosciute, un po’ meno le altre 13) sono sempre presenti in gran numero sul nostro territorio! Le forze armate compiono esercitazioni più o meno continuamente, le agenzie di informazione sono attive a 360° comunicando poco efficacemente fra loro e non mantengono necessariamente sempre informati i nostri servizi sulle loro attività. Men che mai sulle loro iniziative. Solo alcuni elementi del nostro apparato di intelligence hanno canali preferenziali con le controparti USA che però ci considerano sempre e di fatto con la cordiale condiscendenza riservata ai parenti poveri. Credo di averle risposto.
Si è detto da parte americana che al seguito dei medici russi c’erano agenti segreti. Quanto c’è di vero in questa affermazione?
Conoscendo bene il modus operandi dei russi e dei loro servizi (che rimangono profondamente “sovietici” mi sarei meravigliato del contrario! Il capo della delegazione medica Sergey Kikot è noto oltre che per le sue indubbie competenze nel settore batteriologico anche per avere pubblicamente scagionato Bashar Assad dall’aver usato armi chimiche in Siria, il che la dice tutta sul soggetto. Peraltro, se si può escludere che la Russia possa in alcun modo avere avuto un ruolo nella vicenda Covid-19 si può altrettanto dare per scontato che non si sia fatta scappare l’occasione per far accompagnare al team medico così prontamente inviato in Italia qualche esperto funzionario del GRU (Glavnoe Razvedyvatel’noe Upravlenie) al fine di stabilire o consolidare reti di informatori. Val la pena di ricordare che il GRU, non essendo stato sottoposto come il KGB a nessun frazionamento o divisione operativa, è forse ora il più potente e temibile servizio russo.
In Israele il servizio segreto sta mettendo in atto gli strumenti già impiegati a fini terroristici per individuare i positivi che si son visti recapitare un sms che li intima a stare a casa con violazione della democrazia come denunciato dalle opposizioni, come commenta questa cosa?
I servizi di intelligence israeliani, principalmente Mossad e Shin Bet, sono certamente i migliori a livello globale sia per l’estrema pragmaticità del loro atteggiamento operativo sia per la flessibilità con la quale utilizzano le loro massicce strutture al fine di proteggere, nelle loro aree di competenza, lo Stato di Israele ed i suoi cittadini letteralmente da qualsiasi tipo di minaccia interna ed esterna. Rispondono solo e direttamente al Primo Ministro operando senza particolari restrizioni legali e sono affrancate dall’eterna nemesi che affligge e limita da sempre le potenzialità operative dei nostri apparati: la magistratura. Mi rendo conto che questa affermazione possa rendermi impopolare a molti ma me ne farò una ragione perché basata su buona esperienza maturata sul campo. Si veda, ad esempio, quello che il Direttore del Mossad, Yossi Cohen, ha fatto prima, durante e dopo l’insorgere dell’emergenza Covid-19: certamente a conoscenza degli eventi prima che essi esplodessero, Cohen ha personalmente intrattenuto relazioni personali con le sue controparti di agenzie anche di Paesi acerrimi nemici come Emirati Arabi Uniti, Egitto, Giordania, Arabia Saudita e Qatar al fine di ottenere tecnologie ed equipaggiamenti in quantità massicce per fronteggiare l’incombente minaccia. Sin dalla fine di gennaio la situazione all’ospedale Sheba Medical Center era chiarissima ed il Mossad stava già facendo arrivare tutto quello che serviva, in un modo o nell’altro e poco importava da dove! Lo Shin Bet opera similmente nell’ambito interno con tutto quello che la tecnologia mette a disposizione al fine di tracciare contagi, contagiati e diffusione del virus con buona pace delle leggi sulla privacy (se ci fossero) e di una esigua e fisiologica opposizione. Sono state applicate con successo e determinazione le stesse strategie utilizzate nella lotta contro il terrorismo che funzionano in Israele quasi perfettamente. Vi è una mirabile comunione di intenti che associata ad una coesione nazionale granitica consente ad un servizio di intelligence di cooperare in maniera totalmente funzionale e senza alcuna rivalità con la protezione civile, ad esempio, e con tutti gli apparati delle istituzioni ad un sol fine: salvaguardare il bene pubblico. Impensabile da noi!
Antrace e Covid-19. Quali le correlazioni, quali le differenze dal punto di vista dell’intelligence?
L’unico punto in comune tra Antrace e Covid-19 è che esse sono da considerarsi entrambe armi biologiche, dette anche “armi di rottura di massa”” in quanto hanno la capacità di gettare una intera nazione nel caos sociale ed economico più completo. Questa caratteristica è ovviamente esportabile a livello globale ed ha l’indiscutibile vantaggio di non creare i danni fisici tipici di un attacco nucleare. Vi sono anche dei paralleli assolutamente palesi tra gli effetti psicologici dell’arma batteriologica e di quella terroristica in senso stretto nella destabilizzazione di una determinata area geopolitica: forse è questa la nuova frontiera del terrorismo e se non ci vogliamo fermare alle versioni ufficiali del mainstream informativo dobbiamo chiederci chi, logicamente, possa beneficiare da una situazione come quella attuale.
Quali sono le attuali modalità operative dell’intelligence italiana?
Preferisco non rispondere alla sua domanda. Per quello che conta, va ai due Direttori Parente e Carta la mia personale stima: lavorano in un ambito difficilissimo e sono sottoposti a pressioni eccezionali.
Gli Stati Uniti che contano oggi il più alt numero di contagiati al mondo si sono fatti trovare impreparati. Quali a suo avviso le mancanze rilevate?
Gli Stati Uniti sono davvero un caso eccezionale nella loro drammatica tipicità. La popolazione, relativamente a questa tragedia come ad altre diverse ma simili che ha dovuto affrontare in passato, non è diversa nei sentimenti, interrogativi e perplessità da noi italiani. Ma la storia si ripete inesorabilmente: gli States sono in mano ad una percentuale infinitesima di individui che detiene il potere assoluto in quel Paese e gioca un ruolo di primo piano negli assetti economici e quindi politici globali. La Storia e non le famigerate teorie complottiste ci insegnano che gli USA regolarmente tradiscono gli “amici” più fedeli per rimpiazzarli con nuovi gaglioffi che regolarmente fanno più danni di chi li ha preceduti e costano vittime americane in numeri impressionanti. Dal Golfo del Tonchino ad Al-Queida in Afghanistan all’Iraq gli esempi sono innumerevoli e sotto gli occhi di tutti: ricordiamoci, fra le tante, le dichiarazioni di Hilary Clinton relativamente al ruolo degli States nella vicenda ISIS. No, credo che l’intelligence USA non fosse affatto all’oscuro di quanto stava per accadere ma erano state completamente sottostimate le conseguenze del diffondersi del Covid-19 sul territorio; non che il conto delle vittime collaterali abbia mai spaventato gli strateghi americani come si è ben visto anche nella campagna di uccisioni “mirate” di terroristi implementata dal Presidente Obama con l’ausilio di droni e missili Hellfire: 8 su dieci dei morti erano civili innocenti. Non ho nessun elemento concreto per puntare il dito contro gli Stati Uniti ma qualche domanda devo pormela per onestà intellettuale, nella migliore delle ipotesi gli States sapevano quello che stava per succedere ed hanno condiviso le loro informazioni solo con chi dava le più ampie garanzie di aderire al protocollo principale. La Storia ci dirà quale esso fosse.
Cosa cambia dal punto di vista degli assetti internazionali. Gli Usa sono contrari agli Eurobond perché temono che questi verranno acquistati dalla Cina accrescendone il potere. La Cina da parte sua ha una esposizione debitoria che la potrebbe portare al collasso. Quali sono le informazioni al riguardo dei servizi segreti?
Le informazioni al riguardo seguono la regola delle informazioni in generale: la loro qualità e affidabilità è direttamente proporzionale a quella della fonte. Sul fronte economico globale le teorie degli analisti sono innumerevoli ed è difficile rispondere in maniera sintetica ed intelligente possiamo però ricordare che se l’esposizione debitoria della Cina è alta non da meno lo è (o era?) quella degli USA proprio nei confronti della Cina stessa…e da mesi ormai nessuno parla più, ad esempio, della guerra dei dazi e delle problematiche legate al 5G, a Huawei etc. La mia impressione è che gli USA avrebbero dovuto uscire da questa emergenza globale come l’unica vera superpotenza con una Cina piegata ed un Europa assolutamente allineata. Le cose non sono andate esattamente così.
La finanza internazionale quella che opera attraverso canali offshore non sta a guardare. Cosa sta succedendo da questo punto di vista?
Al di là delle apparenze, del prezzo del petrolio in caduta libera, della oggettiva crisi delle imprese, del mercato del lavoro e delle economie in generale, la finanza “vera”, quella parallela o “creativa” come viene definita in certi ambiti è forse l’unica grande beneficiata da questa crisi globale. Da tempo i vecchi canali “off-shore” sono stati sostituiti dai canali “off-line” che sono sconosciuti alla stragrande maggioranza anche degli operatori finanziari: attraverso canali come il “Blue Screen” e software di trasferimento come RGTS Manual International Pull Down s2 quantità di denaro stratosferiche non vengono sottratte ai bilanci di Stati e banche ma vengono “create” e poi immesse nel circuito bancario dove entrano nella disponibilità di un ristretto circuito di intermediari e destinatari finali. In realtà dietro queste transazioni c’è il vuoto spinto ma il denaro diventa poi reale e concreto e da un punto di vista legale, se mai qualcuno volesse porsi il problema, non si configura nemmeno il reato di riciclaggio in quanto questa finanza non è tecnicamente proveniente dai proventi di attività tradizionalmente considerate illegali. Se qualche anno fa le transazioni di riciclaggio puro erano nell’ordine delle decine di milioni di Euro (il dollaro USA sta scomparendo da questi mercati paralleli) oggi ogni transazione sotto i 500 Mikes (milioni) è considerata piccola. Se si ritiene comunemente che 99 volte su 100 i soldi sono immateriali ed esistono solo come Narrow Money, Broad Money, derivati etc., probabilmente questa stima è per difetto. Insomma, siamo in un momento in cui la finanza che opera nell’ombra sta facendo affari davvero colossali a beneficio di pochissimi…anche grazie al Covid-19.
In questo periodo la cybersecurity visto che tutto scorre per via telematica è estremamente importante. Come limitare gli attacchi degli hackers? Come è visto dai servizi il gruppo Anonymous che non senza ironia si è tirato fuori dal tilt del sito INPS?
Ritengo che i nostri servizi di informazione e l’ottima Polizia Postale abbiano tutte le contromisure necessarie a contrastare gli attacchi illeciti ai nostri sistemi informatici, compresi diversi hacker eccellenti che sono diventati consulenti e collaboratori. E’ anche assolutamente incontrovertibile il principio per cui, creata una difesa contro l’attacco, prima o poi ne viene rivelata l’inevitabile falla. Uno degli esempi più eclatanti è forse l’algoritmo di Satoshi che garantisce in teoria l’assoluta certezza nelle transazioni di Bitcoin: ho motivo di ritenere che questa certezza sia infondata. Detto questo Anonymous è certamente già stato infiltrato dalle agenzie di intelligence che se ne servono con discrezione. Potrei anche suggerire che Anonymous possa essere una creatura delle stesse ma qui mi fermo per non essere tacciato di complottismo.
L’assegnazione alla protezione Civile di poteri speciali come viene vista nell’ambiente dell’intelligence e come viene giudicato il suo operato?
Ritengo che la nostra Protezione Civile abbia agito estremamente bene e con rapidità, visti soprattutto i limiti e le problematiche di catena gerarchica, di competenze legali sovrapposte e di burocrazia esasperata tipiche del nostro Paese. La Protezione Civile ed i nostri Servizi di Informazione condividono lo stesso padrone, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma ho fondati dubbi di ritenere che la collaborazione tra queste due entità possa anche lontanamente rifarsi al “modello israeliano”. La missione della Protezione Civile è (anche) quella di ridurre al minimo il tempo che intercorre tra una calamità e i primi soccorsi ed interventi e la “calamità” in questione non esclude assolutamente un attacco NBC (Nucleare-Batteriologico-Chimico). Noi non abbiamo assolutamente prove che ci troviamo in questa situazione ma per onestà intellettuale non possiamo nemmeno escluderlo. Una collaborazione tra strutture informative e Protezione Civile in nome dei concetti di “sicurezza partecipata” e “intelligence collettiva” sarebbe auspicabile: gli ultimi due concetti citati sono fra le ricette vincenti dello Stato di Israele dove funzionano mirabilmente. Parlando di app per Smartphone, in Israele ve ne è anche una che in tempo reale informa i cittadini del lancio di ordigni missilistici, del loro punto di impatto previsto e del tempo all’impatto. Siamo a distanze siderali dal tipo di interazione operativa che le nostre varie agenzia possano concepire: l’app “Immuni che forse diventerà addirittura obbligatoria mi pare che abbia scopi palesemente ulteriori rispetto a quelli pubblicizzati, non ultimo quello di trasformare il nostro Paese in uno stato di polizia dove le libertà democratiche verranno nemmeno troppo subdolamente eliminate nel nome di una emergenza le cui origini sono fin troppo dubbie. Detto questo e volendosi calare in una realtà più quotidiana la Protezione Civile a livello, per esempio, comunale fa davvero miracoli: nonostante i poteri speciali conferiti i mezzi sono limitati ma le amministrazioni ed i volontari collaborano con quella capacità di “fare” che noi Italiani tiriamo fuori soprattutto nei momenti più tragici. Molto spesso i volontari non hanno competenze specifiche ma dedicano tempo, energie e risorse personali con assoluta abnegazione e grandi sacrifici per aiutare chi ne ha bisogno, in qualsiasi condizione questo servizio sia richiesto. I volontari con competenze specifiche le mettono a disposizione gratuitamente e con entusiasmo giorno e notte senza risparmiarsi: molti servitori dello Stato con lauti stipendi dovrebbero ispirarsi a questi esempi.
Graziarosa Villani
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