Importante e casuale rinvenimento di un antico e raro reperto sull’Eremo di Montevirginio, luogo di culto e preghiera ricadente oggi nel territorio di Canale Monterano.
Si tratta di una incisione su seta che rappresenta “Il Sacro Eremo di Montevirginio”. Il reperto, che riporta anche molti toponimi, si trovava ripiegato all’interno di un libro del ‘600 messo all’asta.
Consiste in un fazzoletto di stoffa che ripiegato diventa delle dimensioni di una figurina. Il prezioso reperto riporta la data 1668 e la firma dell’incisore G. Donck (Gerrit). La stoffa è di raso di seta, è presente su un lato la cimosa. Da questa, si può stabilire che quasi sicuramente sia italiana. La seta sembra coeva con il periodo. Si ipotizza la provenienza della stoffa dai laboratori tessili di Venezia o Firenze.
Il ritrovamento fa pensare che l’incisore G. Donck il cui nome è riportato sul reperto, che ha inciso vari santini su carta, pergamena e stoffa, e una raccolta di un santo gesuita, conservata a Boston (Università Gesuita), oltre ad alcune incisioni riguardanti Rembrandt, fosse nella cerchia dei Carmelitani, e che possa essere stato presente in loco durante la costruzione dell’eremo.
La stessa incisione su carta è conservata all’Archivio di Stato a Roma. Una immagine dell’incisione su carta è pubblicata nel libro del professor Saverio Sturm (Gangemi Editore International) nel 2002 e nel 1927 da Zimmermann.
La stampa e stata prodotta da due lastre di rame incise. Riguardo la committenza, dato il pregio della stampa, è probabile che possa essere stata commissionata da una figura di rilievo tra i Carmelitani. Si è pensato anche per gli Orsini, ma manca la dedica, come di solito avviene.
Questo tipo di incisioni, avvengono in genere come prima battuta, di una serie. Prima su seta (tessuto pregiato) e poi su carta. L’incisione, trovata in un libro presso la casa d’Aste Gliubich (L’Aquila), nell’asta del 12 dicembre 2024.
Il prezioso reperto attualmente è in attesa di un restauro, ed è conservata da un privato. In seguito, potrà essere esposta al pubblico e agli appassionati d’arte.
Data la presenza degli Orsini sul territorio e della stamperia ducale di Bracciano dei Fei, si può inoltre pensare che l’autore possa averla stampata in loco. La stamperia all’epoca era di Giacomo Fei, figlio di Andrea Fei che aprì la stamperia nel 1614 e morì nel 1650. Il figlio Giacomo proseguì fino al 1682 (data della morte). La stamperia aveva già prodotto dei libri famosi, ricordo “La rosa Ursina 1627”, di Juan Bauptista de Lezana che nel 1635 fu consultore dei Carmelitani romani. E il libro, “La Reformatio regolarium seu de disciplina religiosa” stampata a Roma da Fei nel 1645 con offerta al Padre Generale dei Carmelitani, Gregorio Canali.
Graziarosa Villani
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