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“Il buio come compagno”. Onore ai minatori lavoratori dimenticati

minatori, buio

Nella giornata del 1° maggio Festa dei Lavoratori vogliamo ricordare i tanti minatori con questo sentito componimento di Vincenzo Parisi

“Il buio come compagno”. Onore ai minatori lavoratori dimenticati.

E’ buio sempre.

Nati per vedere il Sole.

La prima cosa nel mondo che intuisci la luce .

E venuto alla luce, si dice,

quando lasciamo nostra madre

che ci offre il seno per crescere,

ci guarda e spera il meglio per il futuro

e ci guarda giocare.

Ma il futuro dipende dal cielo vedi.

Non giocavamo più ora,

il padrone voleva

che scendessero nelle gabbie con i nostri padri.

Non ci sono occasioni nella nostra terra

ma il buio mi fa paura.

Amo la luce il Sole, ho paura.

Mio padre e morto centinaia di metri sotto

sotterrato da una frana,

è rimasto lì con tanti altri,

fu la loro tomba.

Stipati come bestie nelle gabbie,

con lo stesso sguardo nel vuoto.

I nostri occhi si incontrano

e pensiamo tutti la stessa cosa,

rivedremo la luce oggi.

Rumore assordante di ferro,

le catene che si allungavano

per fare scendere nella pancia della terra.

Guardavamo in alto

fin tanto che la luce

diveniva un buco

sempre più piccolo…

poi il buio,

sempre il buio.

Pagati quanto basta

per ritornare domani,

al buio.

 

Vincenzo Parisi

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