Scritto a quattro mani da Biagio Minnucci e Graziarosa Villani il romanzo storico vuole porre spunti di riflessione su uno dei personaggi più controversi del primo Quattrocento
Perché un romanzo sul Conte Everso dell’Anguillara? Perché, tra le pieghe della storia ufficiale e documenti storici alla mano, c’è necessità di ridare nuova luce e nuova narrazione di un Quattrocento troppo spesso incentrato sulle “veline” di un potere, quello papale, che proprio in quegli anni, dopo il periodo buio della Cattività Avignonese, si stata secolarizzando, ponendo le fondamenta di quello che sarebbe stato lo Stato Pontificio dei secoli a venire.
Everso Conte dell’Anguillara è stato dipinto dalla storia davvero come un brutto personaggio, capace di praticare incesto con le proprie figlie, di rapinare i viandanti lungo la via dei pellegrini, di battere moneta falsa. Così lo dipinge nella Eversana Deiectio il cardinale Jacopo Ammannati, famiglio e segretario particolare di papa Enea Silvio Piccolomini. Peccato che finché Everso faceva comodo, ovvero i suoi servigi di capitano di ventura, si rilevavano utili per sconfiggere la potente famiglia dei Prefetti di Vico, il suo ruolo di paladino della fede veniva esaltato, mentre, non appena lo stesso Conte dell’Anguillara, ha tentato di creare una propria signoria, su di lui si è abbattuta la scure del Papato. Dopo la sua morte, avvenuta a Cerveteri il 4 settembre 1464, contro i suoi figli Francesco e Deifobo e i suoi possedimenti si mette insieme un esercito straordinario che ha visto scendere in campo anche Federico da Montefeltro. Interi territori vengono conquistati, passando sotto l’influenza papale, comprese le miniere di allume che hanno poi fatto la fortuna dei Chigi. Fu vera storia?
Ne “La Notte delle Cinque Lune, il processo al Conte Everso dell’Anguillara, estinzione dell’antica stirpe”, gli autori Biagio Minnucci e Graziarosa Villani, costruiscono un romanzo storico che ritrae il personaggio e la sua famiglia fin dai tempi della leggenda della sconfitta del drago di Malagrotta posta all’origine della stirpe, e lo consegnano al lettore con tutte le sue vanità e con tutte le sue debolezze in una sorta di dramma storico in cui potersi identificare.
Il tentativo è quello di porre spunti di riflessione sul potere in primis, ma anche sul ruolo che, grazie al nepotismo dilagante, alcune famiglie nobiliari hanno avuto e continuano avere.
“Queste valutazione – commentano gli autori Minnucci e Villani – ci hanno indotto a privilegiare la forma del romanzo storico piuttosto che quella di saggio”.
Edito da Gangemi Editore International, nel settembre 2020 il libro verrà presentato per la prima volta al pubblico in un evento in programma venerdì 24 settembre 2021 ai Giardini del Torrione ad Anguillara Sabazia.
L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Culturale Sabate che ha potuto realizzare il libro grazie ad un contributo specifico grazie al Progetto Castrum Angularie, e si avvale del contributo di Lazio Crea e del patrocinio del Comune di Anguillara Sabazia.
All’incontro, aperto al pubblico in ottemperanza della vigente normativa anti-covid, interverranno l’avvocato Angelo Pizzigallo, sindaco di Anguillara Sabazia, l’onorevole Emiliano Minnucci, consigliere regionale del Lazio, la professoressa Simonetta Lux, già docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università “La Sapienza” di Roma, la dottoressa Maria Gabriella Scapaticci, già direttrice del Museo Etrusco di Tarquinia, il professor Luciano Osbat, già docente di Storia Moderna dell’Università della Tuscia. Conclude il professor Sandro Carocci, docente di Storia Medievale all’Università di Tor Vergata di Roma. Previste inoltre letture a cura degli attori Jennifer Mischiati e Fabrizio Catarci.