Appuntamento alle 19 nella chiesa affacciata su Piazza Tittoni di Manziana
Un appuntamento al quale non potevano mancare. Quello con l’amatissimo Giovanni Battista che è stato il loro prima testimonial. Se il St John’s Singers Gospel Choir porta questo nome lo deve al fatto che le prime prove per creare un gruppo vocale che interpretasse il repertorio afroamericano si sono tenute, nell’ormai lontano 1991, a Manziana nella chiesa di San Giovanni Battista.
Fu lì che la costola dell’Associazione de Il Cantiere dell’Arte, una delle più attive associazioni culturali di Manziana presieduta dal cavaliere Adriana Rasi si staccò dal “corpo” principale divenendo via via una istituzione musicale con ampi riconoscimenti in Italia e all’estero.
Ed è nello stesso luogo che, per le celebrazioni dedicate al santo, che il coro diretto da Alessandra Paffi torna a cantare il 29 agosto alle 19. Come già accade di tradizione a ogni Capodanno il coro interviene sottolineando con i propri canti i punti salienti della messa. Per l’occasione ad accompagnare ci sarà il pianista Alessandro Aloisi mentre la brava Raffaela Agozzino interpreterà le parti soliste. L’iniziativa si terrà in collaborazione con il Comitato Spontaneo Giovanni Battista che sta organizzando moltissimi eventi, tra i quali un concorso fotografico, per onorare il santo.
La Chiesa, i cui lavori di costruzione iniziarono nel 1570 ad opera dei fiorentini giunti a Manziana e si conclusero nel 1578. si affaccia sulla piazza principale del paese ed assieme al Palazzo Tittoni ne costituisce l’elemento di spicco. La facciata è semplice e severa, appena animata da quattro lesene, dal portale d’ingresso e da aperture laterali. L’interno è a croce latina, con la navata voltata a botte e scandita, sui fianchi, da dipinti del tardo barocco. Sopra l’ingresso si trova il ballatoio che ospita l’organo a canne. Le volte che coprono il presbiterio e l’abside sono decorate integralmente con motivi floreali e pseudo-geometrici. Dietro all’altare della chiesa di Manziana si trova l’antica statua lignea di San Giovanni Battista. Degna di nota è certamente la volta a botte con pennacchi che copre la navata, finemente decorata e di forte impatto visivo.
I St John’s Singers hanno inciso cinque dischi: dietro ognuno di loro artisti indimenticabili e messaggi di libertà, fratellanza e solidarietà universale.
Black and white together
Esce nel 1998. Gli spirituals e i gospels del CD fondono l’esperienza degli artisti italiani, provenienti da differenti stili di canto, sotto la guida degli statunitensi Joy Garrison e Harold Bradley, e l’accompagnamento musicale di Pier Michele Bertaina (pianoforte), Giampaolo Ascolese (percussioni) e Gian Luca Renzi (contrabbasso), per approfondire le sensazioni e i ritmi della musica nera. Harold Bradley nasce a Chicago e, negli anni Sessanta, grazie ad una borsa di studio si trasferisce a Roma dove nutre la sua passione per la storia dell’arte, e successivamente per la musica, il cinema e il teatro. E’ stato il fondatore dello storico locale romano Folkstudio che ha diretto fino al sessantotto, interpretando tutto l’arco della musica afro-americana con i Folkstudio Singers. Ha lavorato negli Usa nel campo televisivo come ideatore e produttore di molti programmi, ed è stato comproprietario di una stazione radiofonica.
Union Paix et Renaissance
Realizzato nel 2003, il CD contiene l’inno che è stato commissionato dall’Ambasciata di Haiti presso la Santa Sede in Roma per celebrare i duecento anni dell’indipendenza dalla Francia (1° gennaio 1804). Il testo è stato scritto dalla poetessa haitiana Michaële Lafontant e musicato dal maestro Stelvio Cipriani. L’inno contiene un messaggio di unione, pace e speranza per Haiti lacerata dalle sue contraddizioni centenarie, e di rinascita nei suoi valori di libertà, uguaglianza e fratellanza mutuati dal dominio francese e che sono ancora oggi i pilastri della nazione haitiana.
Oh Freedom
Freedom, liberté, freiheit, saoirse… qualunque sia la lingua che si adopera la libertà rimane il bene più prezioso dell’umanità. Libertà di vivere, di crescere, di esprimersi, di venerare un dio, libertà dal bisogno, dalle malattie, dalla schiavitù, dallo sfruttamento. In questo disco del 2004 il coro dei St. John Singers celebra “Oh Freedom”, uno degli spiritual più noti del panorama della musica afro-americana, consapevole che la libertà sia un valore da difendere anche col linguaggio musicale, impegnandosi a sostenere i popoli del terzo mondo, effettuando concerti per la raccolta di fondi da destinare ai bambini orfani di tutte le guerre. Questo terzo album vuole essere un richiamo alla pace, alla solidarietà tra i popoli contro ogni discriminazione raziale e religiosa.
La preghiera per la Pace
“Mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza, mai più la guerra” è il grido accorato, la supplica di Giovanni Paolo II pronunciata all’ONU sull’eco delle parole di Papa Paolo VI e rilanciata il 2 febbraio 1991 durante la guerra del Golfo Persico. Papa Wojtyla ha parlato veramente al cuore di milioni di persone. Il maestro Stelvio Cipriani ne ha tratto una commovente partitura, il contrappunto drammatico fra il grido del profeta, spesso inascoltato, e il coro. Un intreccio, un dialogo fra il Pontefice e le voci del St. John Singers Choir”. Giuseppe De Carli (responsabile Rai Vaticana) – 2009
Da Gorée a Lampedusa
Presentato il 6 febbraio 2011 presso la sala Gassman di Civitavecchia, nell’ambito della Rassegna “Blue Gospel in the face”per festeggiare una tappa importante dell’intensa attività concertistica. Vent’anni di impegno e tenacia conditi da un ritmo sempre travolgente, un sound penetrante e una grande attenzione a temi scottanti come l’amore, la pace, le discriminazioni razziali. Nel CD, dedicato alla lotta contro le discriminazioni razziali, sono presenti brani già pubblicati e canti tradizionali del repertorio gospel, rielaborati e arrangiati, e un inedito che dà il nome all’album musicato dal maestro Pier Michele Bertaina su testo di Alessandra Prato. Come nell’isola di Gorée sono transitati, fino a 150 anni fà, milioni di africani strappati alla loro terra d’origine per essere portati nelle Americhe e schiavizzati, così oggi nell’isola di Lampedusa transitano con esodo biblico migliaia di africani in cerca di lavoro, dignità, diritti: nulla è cambiato. Il brano inedito raccoglie la tristezza del lamento silenzioso e rassegnato del migrante e lo trasforma in canto, affinché penetri negli animi degli ascoltatori e si trasformi in denuncia contro il nuovo genocidio