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I Santi martiri Fidenzio e Terenzio tra memoria e profezia

Fidenzio e Terenzio

Venerdì 22 agosto nella Chiesa della Madonna dei Lumi, ci sarà un Convegno “Studi storici” che darà una nuova luce e metterà in risalto le due figure dei Santi martiri Fidenzio e Terenzio.
Ci sarà all’inizio il saluto del vescovo di Civita Castellana, Monsignor Marco Salvi; del dottor Alessandro Romoli, sindaco di Bassano in Teverina e Presidente della Provincia di Viterbo; del dottor Francesco Federici, sindaco di Massa Martana; di Giuseppe Dionisi, Priore Confraternita SS. Fidenzio e Terenzio e SS.mo Rosario. Moderatore del Convegno sarà il professor Claudio Canonici, direttore Archivio Storico di Civita Castellana, I.S.S.R. di Civita Castellana.
Seguirà l’intervento del dottor Francesco Campagnani, Direttore Archivio Storico di Orvieto di Todi, con la relazione: “L’Abbazia dei SS. Fidenzio e Terenzio in Massa Martana e il culto dei due Santi Martiri nei secoli” e del Prof. Alfredo di Napoli, docente I.S.S.R. di Bari e Civita Castellana, Parroco di Bassano in Teverina, con la relazione: “Dalla ‘Domus Societatis’ S. Fidenti alla Chiesa dei SS. Fidenzio e Terenzio. Evoluzione del culto dei Santi Patroni a Bassano in Teverina”.

Esistono due recensioni del passio di Fidenzio e Terenzio, secondo il quale, nel 295, essi sarebbero venuti a Roma dalla Siria, precisamente dalla città di Calcide della provincia di Calcedonia vicino alla Cappadocia, durante l’impero di Diocleziano e Massimiano, con l’intenzione di testimoniare con il martirio la loro fede in Gesù Cristo. Si presume probabilmente che i Santi Fidenzio e Terenzio siano originari del
Lazio. Arrestati e sottoposti a sofferenze e al supplizio del fuoco, ne uscirono illesi, per l’intervento prodigioso di una celeste rugiada discesa a rinfrescarli e a spegnere il fuoco. Condotti fuori Roma per essere decapitati in luogo sconosciuto, alcune belve feroci sbranarono il capitano e i soldati, mentre erano pronti ad uccidere i due Santi, i quali furono condotti da un angelo in una grotta, dove furono rifocillati con celeste vivanda e rafforzati a superare ogni tormento e confermati nella fede in Gesù Cristo. Furono poi guidati misteriosamente verso l’Umbria e poi accompagnati nella città di Massa Martana, accolti e ospitati nella casa di una famiglia di fede cristiana, dove operarono miracoli nel corpo e nello spirito, ossessi e lebbrosi furono guariti e molti si convertirono al cristianesimo.
L’imperatore venuto a conoscenza della loro fama di santità, li fece di nuovo arrestare e scortati fuori di Massa Martana, in località Santa Maria in Pantano, dove ricevettero la palma del martirio con la decapitazione. Era il 27 settembre dell’anno del Signore 303. Sul loro sepolcro fu eretta una chiesa che ancora si vede presso Massa Martana.

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