Dopo la sospensione di una settimana riprende al Granarone di Cerveteri la rassegna su Pasolini e Magnani. In programma il secondo capitolo de La Trilogia della vita. Restano tre incontri e si spera di recuperare il quarto con Bellissima di Visconti. Cosa dire su I Racconti di Canterbury (1972)? Per motivi di spazio limitiamo l’“incursione” critica sul film di sabato 21 maggio. Pasolini ridusse per lo schermo otto novelle delle 120 del grande autore inglese del Trecento. Questa volta è di scena l’Inghilterra di Geoffrey Chaucer coi suoi pellegrini sulla via dell’abbazia di Canterbury per onorare la tomba di Thomas Beckett. I racconti, per ingannare la noia del viaggio, sono ora drammatici, ora farseschi, ora teneri, ora grossolani. Pasolini giudica Chaucer un borghese che non appartiene al popolo, anche se ne trae le sue storie. Era già un borghese e guardava verso la rivoluzione protestante. “C’è dentro ogni ben di Dio” scrisse John Dryden, un vasto affresco incompiuto in versi sulla società inglese del XIV secolo. Pasolini mentre girava il film si disse deluso dalla vita. “Sento la perdita del mondo…Sono un uomo deluso. Sono sempre stato in lotta con la società. Mi sono battuto contro di essa e da essa sono stato perseguitato, ma mi ha anche dato una misura di successo. Ora non mi piace più…perciò rimpiango il passato. Una delle cose che mi ha colpito in Inghilterra è la mancanza di senso d’umorismo nella classe operaia. I ragazzi e le donne…qui, non sembrano avere lo stesso senso di umorismo delle classi privilegiate inglesi. Pensiamo forse che il senso dell’umorismo è un privilegio in Inghilterra. Non lo sapevo prima di venire qui”. Ha detto di avere scelto di filmare The Canterbury Tales proprio perché appartengono al passato. Il mondo di Chaucer e di Boccaccio non aveva sperimentato l’industrializzazione, la società di allora non aveva nulla in comune con l’attuale. Un incontro da non perdere nel corso del quale Rosella Lisoni (Università della Tuscia) parlerà di Eros e Thanatos ne I Racconti di Canterbury.

Professor Michele Castiello

Docente Upter

Nella foto l’attore Franco Citti in una scena del film diretto dal regista Pier Paolo Pasolini

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.