Riceviamo e pubblichiamo
Prendo atto che il sindaco Tondinelli, colui che dovrebbe rivestire il ruolo di rappresentante istituzionale di Bracciano, continua ad avere lo stesso atteggiamento che ha tenuto nei 10 anni di opposizione. Continua ad utilizzare, infatti, lo stesso linguaggio pieno di odio e contrapposizione, per mezzo del quale, giorno dopo giorno, è stato distrutto il vivere civile di Bracciano, quel senso di comunità che non esiste più ormai da anni e che, gradualmente, va ricostruito.
Potrei replicare all’articolo sul rigetto delle spese legali, ricordando a Tondinelli che agli amministratori locali non si applica la stessa disciplina dei dipendenti (su gradimento avvocato e accettazione preventivo di spesa), ma l’art 86 TUEL comma 5 introdotto con legge n. 125/15 proprio per colmare un vuoto legislativo, potrei far notare che il nuovo dettato normativo si applica a tutti i procedimenti conclusi dopo l’entrata in vigore della citata legge, potrei soffermarmi sul concetto di discrezionalità di spesa che si riferisce a quali variazioni di bilancio apporre al fine di impegnare gli importi, ma si tratta di tecnicismi dei quali si occuperanno i miei avvocati.
Ora mi rivolgo a lei, sindaco, e mi limito a ricordarle che per dieci anni mi sono dovuto difendere da denunce (quasi quotidiane) sporte da un consigliere e dal suo amico cittadino e che, dopo anni di processi, ho diritto (sì, ho diritto!) a vedermi riconoscere le spese sostenute per difendermi da accuse mosse per il ruolo che ricoprivo.
Non parliamo di privilegi come vuole far credere lei sindaco, ma di diritti. La legge riconosce il rimborso delle spese legali all’amministratore che ha dovuto subire un processo nell’esercizio delle sue funzioni all’esito del quale ne è uscito assolto.
Perché un Sindaco deve essere tutelato se un giorno si sveglia un cittadino (o un consigliere) e decide di dichiarargli guerra. Dovrebbe avere la sensibilità istituzionale di capirlo ora che è lei a rivestire quel ruolo, invece ha deciso che quel rimborso “non s’ha da fare”. Ma su una cosa ha ragione sindaco, non dovrebbero essere i cittadini ad accollarsi la rifusione delle spese legali sostenute per indagini e processi subiti per denunce infondate, ma coloro che ne hanno dato avvio, con le loro denunce.
Negli ultimi 10 anni ho subito una guerra giudiziaria senza precedenti, sono state intasate le Procure e i Tribunali con più di 100 denunce, dalle quali mi sono difeso sempre a testa alta. Nei miei confronti sono stati archiviati dal Tribunale di Civitavecchia decine di procedimenti penali per infondatezza della notizia di reato e in un giudizio conclusosi il mese scorso sono stato assolto con formula piena (se non fossi stato Sindaco avrei subito un processo per omissione d’ufficio a causa della presenza di 4 calcinacci sversati lungo una strada?)
Inoltre ho subito innumerevoli procedimenti (milionari) in Corte dei Conti per asseriti danni erariali e, ad oggi, non ci sono sentenze definitive che mi riguardano. Le condanne di primo grado sono state tutte annullate dalle Sezioni Centrali di Appello, mentre avverso una pronuncia di appello (che riguarda un danno erariale di 20 mila euro) ho proposto ricorso in Cassazione e sono in attesa del giudizio.
La pregherei, pertanto, sindaco, di non continuare a ripetere condanne definitive (in maiuscolo) perché, ad oggi, condanne definitive non ce ne sono. La sua filastrocca è errata, si informi meglio.
Quanto al debito nel bilancio comunale che avrei provocato e che ad ogni sua intervista aumenta, sono disponibile ad un confronto, carte alla mano.
Con il suo comunicato conferma, ancora una volta, che finite le autocelebrazioni rese in interviste preparate, chiuso il capitolo del populismo da strapazzo, esaurita la spinta dell’alibi che tutto è responsabilità di altri, non ha ulteriori argomenti da spendere e deve fare i conti con il ruolo che ricopre. Per svolgere il ruolo di Sindaco serve la capacità di sapersi confrontare con i cittadini, i veri destinatari delle azioni che si mettono in atto.
Lei, sindaco, dice di comportarsi come un buon padre di famiglia, ma dalle condizioni del paese non si direbbe, quindi pensi a rimboccarsi le maniche e si dedichi di meno al sottoscritto perché questa attenzione continua sulla mia persona la porta solo fuori strada.
E io, che oggi sono un libero cittadino, mi trovo nella condizione di poter scrivere, nel rispetto di una sana dialettica, quello che credo sulle istituzioni che rappresentano il paese dove vivo.
Detto questo, la saluto e le auguro buon lavoro, auspicando che le sue energie vengano concentrate sul paese, nell’interesse dei cittadini e nel rispetto del suo ruolo istituzionale.
Giuliano Sala
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