Con una petizione si appellano a Meloni e Zaia contro l’infanzia strappata e psichiatrizzata in Veneto
Mamme e padri in piazza il 20 maggio alle 11 a San Donà di Piave per una manifestazione fortemente voluta ed organizzata da due mamme tenaci, una di San Donà e una di Bassano. Una manifestazione sotto il municipio per denunciare ancora una volta abusi sui figli, sottrazioni ingiuste e figli psichiatrizzati. I manifestanti chiamano in causa il presidente del Veneto Luca Zaia. L’obiettivo della mobilitazione è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto succede a danno dei minori,
Gli organizzatori hanno inoltre lanciato una petizione on line affinché vengano chiusi tutti i “manicomi per bambini”. La petizione è rivolta al presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, all’assessore alla Sanità e ai Servizi Sociali Manuela Lanzarin e al Garante dell’Infanzia e Adolescenza, Avvocato Mario Caramel.
“Il “sistema Bibbiano” – denunciano – è presente in tutta Italia e il Veneto non ne è indenne. Inoltre, in Veneto abbiamo visto una deresponsabilizzazione della politica che ha delegato la Tutela dei minori alle ASL e alle Cooperative private. Tutto ciò ha permesso innumerevoli abusi sui bambini strappati ingiustamente alle famiglie poiché gran parte di loro avrebbero potuto essere aiutati a casa loro. Dopo questa violenza, i bambini soffrono e protestano perché vogliono tornare a casa da chi amano. Invece di essere ascoltati, succede che siano sedati con pesanti psicofarmaci e a volte persino mandati in strutture che sono dei veri e propri “manicomi per bambini”. Sono giunte anche segnalazioni di comunità in cui i ragazzi vengono maltrattati e persino minacciati di essere sedati con gli psicofarmaci come mezzo di punizione. In alcuni casi vengono psichiatrizzati. In Veneto molti articoli di stampa hanno segnalato il problema, anche con casi eclatanti: il piccolo marco di Verona; il ragazzo “effeminato” di Padova; due bambini strappati con la violenza a Jesolo; una ragazza di Padova strappata e internata in una struttura in Valle d’Aosta; il ragazzo di Bassano del Grappa che suonava in una band; decine e decine di storie.
Questi bambini – proseguono gli organizzatori della protesta – poi sono tornati a casa dopo tanto dolore e sofferenza, lontani ingiustamente dalle famiglie. Molti di loro sono ancora lontani dai loro cari anche se in tanti casi potrebbero stare a casa. Chiediamo che siano riviste tutte le vicende dei bambini strappati, soprattutto se internati in psichiatria, che i bambini e le famiglie siano aiutati a casa loro, che le strutture (soprattutto quelle segnalate) siano oggetto di ispezioni a sorpresa, che vengano chiusi tutti i “manicomi per bambini”.