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Fiumicino: sequestrate le torri gemelle in costruzione

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Contestata la lottizzazione abusiva. Il costruttore delle torri: “sono assolutamente sereno”

Torri gemelle alte 30 metri destinate a 54 abitazioni ed uffici per un valore economico di oltre 16 milioni di euro sequestrati penalmente a Fiumicino dalla Guardia di Finanza con il coordinamento della Procura della Repubblica di Civitavecchia.

Sigilli il 22 ottobre scorso all’ampio complesso immobiliare di circa 25.000 metri cubi in fase di ultimazione. Il sequestro ha provocato un terremoto a Fiumicino. “L’attività investigativa, coordinata dal procuratore capo Alberto Liguori coadiuvato dal Sostituto Procuratore della Repubblica Marina Mannu – ha accertato che gli indagati, in concorso tra loro ed in ragione dei diversi ruoli svolti, hanno realizzato una lottizzazione abusiva dei terreni a scopo edilizio dove sorge l’attuale costruzione. La realizzazione dell’intero complesso immobiliare, ricadente in parte in area destinata a verde pubblico – precisa la Finanza – è avvenuta in assenza di validi titoli edilizi in quanto quelli originariamente ottenuti sono divenuti illegittimi a seguito della presentazione di continue varianti in corso d’opera. Variazioni e modifiche non conformi al permesso a costruire che hanno consentito alla società costruttrice di conseguire un notevole, sproporzionato e ingiusto vantaggio in termini di volumetria realizzabile”. Così le contestazioni. Per il Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Civitavecchia che hanno eseguito il sequestro, “l’attività di prevenzione, contrasto e repressione degli illeciti ambientali e dell’abusivismo edilizio, si qualifica quale misura deterrente verso ogni forma di condotta illecita a danno dell’economia legale e degli interessi economici dello Stato”.

Devono ora rispondere di lottizzazione abusiva e di altre violazioni al testo unico dell’edilizia le quattro persone deferite alla Procura della Repubblica. Si tratta del direttore dei lavori, del progettista, del rappresentante legale della ditta esecutrice dei lavori e del rappresentante legale della società costruttrice.

Il costruttore nell’immediatezza del sequestro è uscito allo scoperto in modo piuttosto singolare, ovvero attraverso una nota diffusa dal Comune di Fiumicino. Per il costruttore Palmerino Faratro – si legge nella nota – si tratta di “un sequestro preventivo per fatti puramente tecnici, ma abbiamo la dimostrazione documentale della conformità urbanistica”. “Desidero sottolineare – afferma ancora Faratro – che il sequestro riguarda questioni esclusivamente tecniche, legate a presunte violazioni di volumetrie e destinazioni d’uso. Tutte le attività edilizie sono state realizzate in piena conformità con i permessi rilasciati dalle autorità competenti, sia comunali che regionali, usufruendo anche dello strumento del Piano Casa. Sono assolutamente sereno – aggiunge – riguardo la regolarità e la trasparenza delle procedure seguite. Confido nel poter dimostrare, attraverso la documentazione in nostro possesso, che non vi sono state irregolarità. Se ci sono stati errori da parte delle autorità che hanno rilasciato i permessi, questo sarà oggetto di ulteriori verifiche. Voglio chiarire – aggiunge il costruttore – che il sequestro preventivo non ha alcun legame con questioni che riguardano la stabilità strutturale o altre tipologie di indagini. La questione è meramente urbanistica e documentale. Affronteremo questa fase con la massima cooperazione e apertura, pronti a fornire ogni chiarimento necessario e a porre rimedio a qualsiasi discrepanza che potrebbe emergere”.

Una vicenda spinosa che apre ora un difficile contenzioso. L’urbanistica, del resto, non è una scienza esatta.

Graziarosa Villani

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