Femminicidio

Oggi il GIP presso il Tribunale di Tivoli ha accolto la richiesta di custodia in carcere presentata dalla Procura di Tivoli nei confronti di G.C., di anni 73, gravemente indiziato del delitto di omicidio aggravato ai danni della moglie D.R., di anni 71, fermato il  con decreto emesso dalla Procura di Tivoli.
Nel corso dell’udienza di convalida di oggi davanti al GIP  l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere come aveva già fatto ieri  nell’interrogatorio davanti al Pubblico Ministero.
All’esito dell’udienza il GIP ha emesso ordinanza di applicazione della custodia in carcere nei confronti dell’uomo.
Il GIP ha accolto in pieno l’impostazione della Procura, sia quanto all’imputazione provvisoria di omicidio aggravato (da ritenersi allo stato ipotizzabile come femminicidio per tale intendendo l’uccisione di una donna commessa per motivi di genere), sia quanto alla ricostruzione del grave quadro indiziario.
Per il Gip “In sede di interrogatorio, l’indagato ha affermato di non ricordare nulla, neppure i suoi dati anagrafici, sostenendo di avere un forte mal di testa e di non essere neppure in grado di firmare il verbale, che poi, invece, firmava senza alcuna incertezza o difficoltà, su sollecitazione del Difensore. Appare evidente, sulla scorta degli elementi sopra compendiati, la totale falsità della ricostruzione dei fatti fornita nell’immediatezza ai sanitari e alla PG da C.G., siccome
del tutto incompatibile con le ferite presenti su tutto il corpo della povera D., oltre che smentita dalle dichiarazioni rese da [OMISSIS]”.
Per il Gip inoltre “in attesa del definitivo chiarimento dei fatti, all’esito degli accertamenti in corso di esecuzione
[OMISSIS]… il compendio indiziario … si connota, dunque, per … convergenza di significativi elementi a carico del prevenuto, unica persona presente in casa il giorno del decesso della donna. …”; il personale medico “ha ribadito  – precisa il giudice – la certa incompatibilità delle ferite lacero contuse riscontrate sul cranio della vittima e su tutte le parti del corpo – ecchimosi a ridosso delle mani, delle gambe, al tronco e agli arti superiori, con segni addirittura riconducibili a morsi provocati da una persona – con la caduta …”, per cui “appare evidente- sempre secondo il giudice – la totale falsità della ricostruzione dei fatti fornita nell’immediatezza ai sanitari e alla P.G. da C.G.”. Inoltre, “…i rilievi
tecnici all’interno dell’abitazione della vittima … consentivano di repertare tracce ematiche di varia altezza sul lato esterno della porta di ingresso, altre su un pezzo di legno trovato all’esterno, altre ancora su un tubo metallico rinvenuto in cucina, su una padella posta nel corridoio e sul frigorifero”

L’uomo è stato inoltre descritto come “dispotico” e, a volte, violento” e che “…viveva in una condizione di totale isolamento dal resto del mondo, litigando spesso con la moglie, cui vietava di uscire di casa.

All’udienza di oggi  l’indagato non è apparso affatto confuso o agitato, ma solo chiuso in un volontario silenzio,
determinato a non collaborare in alcun modo con la Autorità. Emblematico, in tal senso, l’iniziale rifiuto di firmare il verbale per una lamentata incapacità, subito superata su richiesta del difensore, mentre risulta dagli atti che il 3 gennaio scorso, alla presenza del PM venuto ad interrogarlo, l’uomo declinava le proprie generalità, dichiarando di non voler rispondere alle domande sul fatto contestatogli”.
La  misura cautelare di massimo rigore è stata giustificata dalla ritenuta  pericolosità dell’indagato.  “… in ragione delle specifiche modalità e circostanze dei fatti … indicativi di una preoccupante capacità ad azioni di feroce e reiterata violenza del C. e del conseguente concreto pericolo che questi, per futili motivi, possa commettere altri gravi delitti della stessa specie di quello per cui si procede”.
Si è considerata anche  la condizione psicologica dell’uomo. Il PM procederà  agli approfondimenti chiesti dalla Difesa, che ha prodotto una certificazione dell’Ospedale Sant’Andrea, risalente al 7 ottobre 2020, che diagnostica una stenosi carotidea preocclusiva asintomatica sofferta dall’indagato, patologia che non sembra, di per sé, rilevante al fine di stabilire la capacità di intendere e volere dell’uomo, così come la presunta “psicosi”, curata  senza
alcun accertamento specifico.’
In queste prime fasi, ferma restando la presunzione d’innocenza, si delinea un grave quadro di violenza domestica culminato nella morte della donna, in assenza di qualsivoglia denuncia o segnalazione alle forze dell’ordine, pur in presenza di evidenti fattori di rischio che saranno ulteriormente approfonditi delineandosi il quadro indiziario di un femminicidio.
Sono tuttora in corso le indagini sul femminicidio, svolte con grande professionalità e rapidità dai Carabinieri della Compagnia di Bracciano per la ricostruzione completa dei fatti, anche con approfondimenti tecnici.
Inoltre, sono in corso gli accertamenti medico-legali sul corpo della vittima, così come è stata tempestivamente attivata dalla Procura di Tivoli la rete sociale per acquisire tutte le informazioni utili per verificare se vi fossero segnali o fattori di rischio tali da consentire di prevenire il femminicidio.

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.