Su richiesta della Procura di Tivoli il Giudice per le indagini preliminari del locale Tribunale ha disposto la custodia in carcere di Domenico Ossoli, 73 anni, per l’omicidio di Annarita Morelli, 72 anni, commesso a Fontenuova il 6 agosto con varie aggravanti. In primo luogo quella di aver commesso il fatto in danno della moglie.
Ossoli è accusato del reato di cui agli artt. 61 nr. 1), 5), 575, 577 commi 1 nr. 3) e 2 c.p. perché dopo aver atteso che la moglie Annarita Morelli salisse all’interno della propria autovettura, si avvicinava furtivamente all’automobile nel mentre la vittima stava effettuando una manovra per uscire da un parcheggio e, senza farsi notare, esplodeva un colpo d’arma da fuoco che raggiungeva la donna alla spalla sinistra, posteriormente, tra il deltoide e la radice dell’arto superiore di sinistra cagionandole una ferita al tronco da cui derivava la sua morte. ..
L’uomo è accusato anche di aver agito con premeditazione (avendo maturato il proposito criminoso il 4 agosto 2024 ed essendo partito dal proprio appartamento di Norcia, la mattina del 6 agosto 2024, portando con sé la pistola Beretta calibro 7,65, con lo specifico intento di uccidere la moglie);
Contestato inoltre di aver commesso il fatto per motivi abietti (avendo ucciso la moglie in quanto non intendeva
“perdere” il controllo sulla vita, l’autonomia e l’indipendenza di questa allorché la persona offesa si era decisa a sottrarvisi, menzionando una presunta relazione sentimentale con altra persona e la volontà di portare a termine la separazione legale, non tollerando più la protratta limitazione della sua libertà di decidere della propria vita con scelte autonome e che lo determinavano a “punire” la moglie togliendole la vita);
Tra le aggravanti contestate anche quella di aver commesso il fatto approfittando di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la privata difesa (avendo sparato alla moglie nel mentre la stessa si trovava alla guida della sua
autovettura nell’atto di effettuare una manovra, non consentendole alcuna reazione).
L’indagato si è avvalso, come suo diritto, della facoltà di non rispondere.
“La raccolta indiziaria appare imponente, costituendo un vero e proprio impianto probatorio di indiscutibile solidità con riguardo alla fattispecie di reato come contestata dal pubblico ministero, imperniato sullo sfondo della quasi flagranza nella quale Domenico Ossoli è stato colto, con l’arma utilizzata per uccidere la moglie nel borsello, dai militari, immediatamente accorsi a seguito dell’allarme del tabaccaio presso il quale l’indagato si era recato subito dopo aver sparato a Annarita Morelli.
Il versante cautelare non può, evidentemente, non risentire non solo dell’enormità del gesto, ma della fredda e lucida determinazione che ha sorretto il procedimento volitivo: Ossoli ha evidentemente accumulato nei riguardi della vittima una carica di violento e rabbioso risentimento, che è venuta ad esplosione il 6 agosto scorso, quando l’indagato partiva da Norcia, portando con sé la pistola carica, con il chiaro intento di uccidere la moglie colpendola a bruciapelo, con un colpo all’altezza della spalla mentre la donna stava facendo una manovra con la sua vettura.
“L’individuo, pertanto – secondo la magistratura – è capace e incline a gesti della massima pericolosità, che adotta freddamente, con premeditazione, e per futili motivazioni, rilievo che non può non istituire esigenze di tutela sociale di spessore particolarmente qualificato e della massima intensità, tali da rendere inevitabile il ricorso al più efficace e garantito contenimento che solo la custodia inframuraria può fornire”