«Quando vennero fuori le mie Fiabe, Novelle e Racconti popolari siciliani pareva che poco rimanesse da raccogliere in Sicilia; ma ecco, dopo tredici anni, un nuovo volume di Fiabe e Leggende popolari inedite». Così scriveva Giuseppe Pitrè nel 1888, presentando le 170 storie raccolte in questo volume, che vanno ad aggiungersi alle 300 del suo leggendario corpus in quattro volumi del 1875, ripubblicato dalla Donzelli nel 2013 con la prima traduzione italiana a fronte dei testi in siciliano. Un nuovo progetto editoriale che anche questa volta Donzelli realizza con il contributo e il patrocinio di Fondazione Sicilia, portando in libreria una nuova raccolta di fiabe e leggende siciliane che vanno a completare un ambizioso e definitivo progetto di recupero dell’intera tradizione orale siciliana.
Sulla scia delle iniziative editoriali del 2013, anche questa volta il repertorio di Pitrè viene presentato in doppia edizione:
– fiabe e leggende popolari siciliane: edizione integrale in dialetto siciliano con testo italiano a fronte. Traduzione di Bianca Lazzaro. Prefazione di Giovanni Puglisi. Con una nota critica di Jack Zipes e un appendice sulla leggenda di Cola Pesce (vedi scheda allegata);
– cola pesce e altre fiabe e leggende popolari siciliane: edizione integrale tradotta dal siciliano e curata da Bianca Lazzaro. Illustrazioni di Fabian Negrin (vedi scheda allegata).
La raccolta del 2016, tutt’altro che residuale rispetto a quella di tre anni fa, è un’opera sorprendente, che porta all’attenzione dei lettori un corpus di fiabe uniche, eccezionali. Pagine e pagine che raccontano un’isola, la Sicilia, che non smette di restituirci i suoi tesori. Fiabe che narrano storie di reginelle bisbetiche, di re pidocchiosi, di sciocchi e di furbi, di santi e di diavoli, di animali bizzosi: tutti alle prese con le peripezie del vivere; tutti in cerca delle più sbrigliate fantasie per aiutarsi a sopravvivere. E accanto a vecchie conoscenze come Giufà e Ferrazzano, il lettore incontrerà qui, per la prima volta in Pitrè, il personaggio più misterioso e affascinante del repertorio siciliano: quel Cola Pesce, creatura anfibia, sospesa tra terra e mare, che non a caso Italo Calvino portò alla ribalta, inserendo nelle sue Fiabe italiane una delle tante varianti raccolte dal Pitrè. L’intera epopea siciliana dell’uomo-pesce, viene qui riproposta nelle sue differenti versioni, in tutto ben diciassette, a testimonianza di un mito che non ha pari nella narrazione popolana dell’Isola. I volumi, in occasione del centenario della scomparsa dell’autore (10 aprile 2016), la prima presentazione nazionale è in programma a Palermo, città natale del Pitrè, venerdì 15 aprile, alle ore 18.00, presso la Società siciliana per la Storia patria.
Giuseppe Pitrè fu il più importante raccoglitore e studioso europeo di tradizioni popolari del XIX secolo. Medico di professione, e folklorista per vocazione, sin dagli anni giovanili intraprese un’intensa attività di raccolta di ogni possibile materiale: canti, proverbi, giochi, usanze, indovinelli e soprattutto fiabe. Questo immane sforzo cominciò a concretizzarsi, a partire dal 1870, nella realizzazione di una monumentale opera in 25 volumi, la «Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane». Di questa serie fanno parte i quattro volumi di Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, editi nel 1875 (con lo stesso titolo, per i tipi della Donzelli, è stata pubblicata nel 2013 la traduzione integrale italiana con il testo originale a fronte), cui si aggiunge, nel 1888, un quinto volume di Fiabe e leggende popolari siciliane, anch’esso ora ripubblicato da Donzelli con la traduzione integrale e il testo siciliano a fronte, e da cui il presente volume deriva. Assiduo corrispondente dei maggiori studiosi del mondo, nel 1910 l’Università di Palermo, su proposta di Giovanni Gentile, gli affidò la prima cattedra di Demopsicologia, disciplina di cui fu il riconosciuto fondatore. Nel 1914 fu nominato senatore del Regno per i suoi meriti scientifici. Fu presidente della Società siciliana per la Storia patria, dal 1915 fino al giorno del suo trapasso.