Ecotassa e post mortem, non c’è stata malversazione dei fondi, responsabilità riconducibili alla precedente gestione
A seguito di una dettagliata richiesta di archiviazione depositata dal pubblico ministero, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Civitavecchia ha disposto l’archiviazione del procedimento penale RGNR 4036/14 nei confronti dell’ex sindaco di Bracciano Giuliano Sala, nonché dei vertici della Bracciano Ambiente, perché il fatto non sussiste. Agli indagati veniva contestato l’utilizzo dei fondi post mortem e dell’ecotassa per la gestione ordinaria della discarica di Cupinoro. L’indagine aveva portato a diverse perquisizioni. Nel decreto di archiviazione si legge che la Bracciano Ambiente, istituita nel 2004, “ha percepito ricavi solo per la parte gestita dal 2004 ad oggi, corrispondente cioè a circa 825.900 mc di rifiuti. Di contro, essa ha dovuto contestualmente provvedere alla messa in sicurezza, manutenzione, smaltimento del percolato, ricopertura con teli, monitoraggio ambientale dell’intera area, compresa quella in cui erano stati precedentemente versati rifiuti durante la gestione del privato prima del 2004 e pari a circa 1.600.000mc (…) in sostanza la società ha garantito la gestione di una discarica già nel 2004 non più in coltivazione sostenendone in luogo del precedente gestore il 100% dei relativi costi di post gestione con ricavi generati da meno di un terzo dell’area” e ancora “in assenza di disponibilità finanziarie e risultando insufficienti le risorse derivanti dalle tariffe di conferimento applicate ai comuni, i costi sono stati sostenuti attingendo le necessarie coperture dai ricavi dell’ecotassa e del fondo post mortem (…). Nel provvedimento viene confermato che la Bracciano Ambiente spa, relativamente agli invasi autorizzati alla stessa, ha regolarmente prestato le garanzie finanziarie a favore della Regione Lazio per la fase operativa e post operativa. “E’ emerso anche che per gli invasi già saturi (1.800.000 metri cubi circa) – non rientrante nelle autorizzazioni concesse alla Bracciano Ambiente – utilizzati dal precedente gestore ed i cui costi manutentivi, di fatto sono stati sostenuti dalla Bracciano Ambiente (…) La situazione di questi invasi già saturi è stata segnalata dagli indagati fin dal 2008. Trattasi di situazione riconducibile alla pregressa gestione della discarica di Cupinoro. Va peraltro evidenziato come- conformemente alla legge- la Bracciano Ambiente avesse stipulato delle polizze fideiussorie per coprire la gestione post mortem e come il vincolo di indisponibilità non riguardi le somme ma le garanzie prestate che, nella fattispecie non sono state intaccate. Quanto agli invasi già saturi è da evidenziare come questi rientrino nella pregressa gestione e, allo stato, la fattispecie appare prescritta, essendo risalente a periodi antecedenti al 2008”. Il provvedimento conferma quanto da sempre sostenuto dall’ex sindaco Giuliano Sala, sia in convegni che in incontri pubblici e, non ultimo, nell’audizione che si è tenuta davanti alla commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, in data 30 settembre 2015. Sempre con riferimento alla Bracciano Ambiente, è stata archiviato un’altra indagine avviata nei confronti di Giuliano Sala, dell’allora segretario comunale Roberto Signore e dei vertici della Bracciano Ambiente, a seguito delle denunce dell’ex consigliere comunale Armando Tondinelli. “Ho sempre creduto nella giustizia, anche nei momenti più difficili” – afferma l’ex sindaco Giuliano Sala – continuerò a farlo, consapevole che il tempo sarà galantuomo e ristabilirà la verità”.
La ricostruzione dei fatti sulla Bracciano Ambiente S.p.a. – tratto dall’intervento dell’allora sindaco Giuliano Sala in sede di audizione alla “Commissione Bicamerale di Inchiesta sui Rifiuti” il 30 settembre 2015
Nella primavera del 2004, a causa dei reiterati inadempimenti del gestore privato S.E.L. s.c.a.r.l., che sarà dichiarato fallito nel giugno 2006 dal Tribunale di Roma, l’allora Sindaco del Comune di Bracciano, in presenza di una emergenza ambientale derivante dalla fuoriuscita del percolato di discarica nelle aree adiacenti alla stessa e di significative anomalie riscontrate nei valori dei prelievi effettuati, emetteva le ordinanze sindacali nn. 22 e 23 del 2004 – inviate anche agli enti territoriali sovracomunali che tali autorizzazioni avevano rilasciato – per mezzo delle quali l’ente locale contestava l’emergenza ambientale verificatasi, la mancata prestazione di fidejussioni a garanzia della gestione e disponeva l’immediata esecuzione di opere provvisionali per tamponare il rischio ambientale. Successivamente, in data 20 giugno 2004, l’ente locale costituiva la Bracciano Ambiente S.p.A., a capitale interamente pubblico, alla quale, a mezzo della delibera del consiglio comunale di Bracciano n. 39 del 9 giugno 2004, veniva “affidata” la gestione degli impianti, tra cui l’intera area su cui insisteva la discarica di Cupinoro, con il compito di risanarla, metterla in sicurezza, monitorarla e gestirla provvisoriamente, utilizzando le risorse derivanti dalla parte produttiva residua dello stesso invaso, in attesa delle determinazioni regionali o commissariali da assumere sugli invasi esauriti. Tali compiti venivano dispiegati dalla società pubblica fin dalla data della sua costituzione e, oltre al capitale sociale versato, pari a 120.000 euro, la società pubblica non ricevette alcuna dotazione finanziaria o stanziamento destinato alla gestione, già nel 2004, di fatto post operativa degli invasi esauriti, ivi esistenti fin dal 1991 e gestiti da soggetti privati. Successivamente la stessa otteneva, per mezzo del Decreto Commissariale 46/07 (Autorizzazione Integrata Ambientale), a firma del Commissario delegato per l’emergenza ai rifiuti, l’autorizzazione a realizzare un ulteriore lotto transitorio e, infine, un lotto di completamento, con la successiva determinazione regionale A3918/2008. A decorrere dal giugno 2004, a seguito dell’affidamento alla neo costituita Società pubblica Bracciano Ambiente SpA., e fino al 31 gennaio 2014, hanno smaltito RSU nella discarica in loc. Cupinoro i seguenti comuni: Anguillara S., Bracciano, Campagnano, Canale Monterano, Cerveteri, Castelnuovo di Porto, Capena, Magliano Romano, Fiano Romano, Filacciano, Formello, Civitella S. Paolo, Ladispoli, Manziana, Mazzano, Nazzano, Morlupo, Ponzano Romano, Riano, Rignano Flaminio, Sacrofano, Santa Marinella, Sant’Oreste, Torrita Tiberina e Trevignano Romano. Dal I luglio 2004, nell’interesse collettivo e nel silenzio degli organi sovracomunali, la Bracciano Ambiente in regime di autosufficienza ha utilizzato i proventi derivanti dalla gestione delle proprie autorizzazioni non solo per la gestione operativa degli invasi di cui era titolare, che hanno soddisfatto le esigenze di conferimento RSU dei 25 comuni di bacino per circa 10 anni, ma anche per risanare, bonificare, monitore costantemente e mantenere il sito nella sua interezza, assicurando la gestione – di fatto post operativa, anche in assenza di decreto di chiusura, capping e ripristino ambientale – di tutti gli invasi a lei “affidati” e ricadenti nell’area denominata discarica di Cupinoro. Al soddisfacimento di tale interesse pubblico la società si è adeguata, pur non essendovi giuridicamente in alcun modo obbligata, poiché è espressa previsione di legge – ex art. 13 d.lgs. 36/03, titolato “gestione operativa e post operativa” – che la responsabilità della chiusura e della gestione post operativa ricada sul gestore in quanto titolare della relativa autorizzazione e non su terzi estranei titolari di autorizzazioni diverse e gestori di invasi diversi, della cui gestione esclusivamente rispondono e per i quali hanno prestato le richieste garanzie finanziarie. Al riguardo va osservato che le autorizzazioni rilasciate in favore di Bracciano Ambiente di cui al Decreto Commissariale 46/07 (AIA), determinavano l’obbligo in capo alla stessa di provvedere alla gestione operativa, chiusura, ripristino ambientale e gestione post operativa esclusivamente per gli invasi in esercizio e in corso di autorizzazione. Il decennale “affidamento” provvisorio in capo a Bracciano Ambiente della parte di discarica gestita da terzi, successivamente falliti, utilizzando le risorse della attività produttiva, perdura ancora oggi, senza che, in relazione all’intera volumetria già esaurita nel 2004, pari almeno a 1.800.000 di metri cubi nominali di RSU e gestita dai soggetti privati inadempienti, sia mai stata trasferita alla Bracciano Ambiente, né al Comune di Bracciano, alcuna somma utile a chiudere gli invasi esauriti, a procedere al ripristino ambientale e ad assicurare la gestione post operativa. Né, tanto meno, risulta dagli enti territoriali e/o dalle strutture commissariali succedutesi nel tempo, che hanno rilasciato le autorizzazioni, essere mai stata pretesa o escussa alcuna fidejussione o diversa garanzia finanziaria, pur essendo le stesse espressamente previste – dalla lettura della lettera d) dell’art. 9, comma 1. e dall’art. 14 del D.Lgs. 36/2003 e, nel vigore della precedente disciplina, dalla lettera h) dell’art. 28 del d.lgs. 22/1997 – quale obbligo da porsi, da parte della Regione competente, a carico del titolare della autorizzazione. Al riguardo in data 29 settembre 2003, l’ultimo gestore privato, la Servizi Ecologici Laziali s.c.a.r.l., che sarà dichiarata fallita tre anni dopo, avanzava istanza di adeguamento, ex comma III dell’art. 17 D.Lgs 36/03, degli invasi della cui autorizzazione era titolare, definendoli “esauriti”. Il comma III dell’art. 17 del d.lgs. 36/03 prevede espressamente che anche all’istanza di adeguamento siano allegate le garanzie finanziarie “prestate a favore dell’autorità competente” utili ad assicurare la gestione post operativa. Tuttavia, non solo al momento del rilascio delle autorizzazioni originarie, ma anche al momento della richiesta di adeguamento della discarica inoltrata nel settembre 2003 dal gestore privato SEL, determinata dall’entrata in vigore del citato “decreto discariche”, non risulta che la Regione Lazio, destinataria dell’istanza di adeguamento, abbia dato risposta o abbia adottato alcun provvedimento al fine di ottenere le garanzie finanziarie previste dalla legge, da destinare al ripristino ambientale ed alla trentennale gestione post-operativa degli invasi di discarica esauriti, e ,ripeto, gestiti da privati fino al 2004. Come detto, le garanzie non risultano essere state prestate dal gestore privato, né al momento del rilascio della autorizzazione, né al momento della presentazione della istanza di adeguamento degli invasi esauriti e di cui alla premessa A fronte di tale inerzia degli enti deputati ad assumere i provvedimenti in materia, al fine di garantire la sicurezza dei luoghi ed il costante monitoraggio degli invasi gestiti da terzi, la Bracciano Ambiente è stata costretta, per ragioni di tutela ambientale e di salute pubblica, a seguito dell’affidamento da parte del Comune e a seguito delle reiterate autorizzazioni regionali, ad utilizzare, per la gestione degli invasi di discarica già esauriti alla data di costituzione della società: – parte della quota di post mortem incassata dal 2004 sulle volumetrie successivamente autorizzate; – parte del tributo speciale regionale (c.d. ecotassa) escusso dai Comuni per conto della Regione Lazio; – parte dei ricavi derivanti dall’attività di smaltimento relativa alle medesime volumetrie. In altre parole, la società pubblica e quindi il Comune di Bracciano, hanno assicurato, per un decennio, sia la gestione operativa degli invasi in coltivazione ed in capo alla stessa autorizzati con AIA n. 46 del 2007, sia, di fatto, la gestione post operativa del vecchio invaso gestito dai vari privati ed esaurito a far tempo dal 2004, pari a oltre 1.800.000 m.c., utilizzando i proventi derivanti dalle gestione del nuovo invaso. Le suddette attività sono state espletate senza ricevere alcun contributo statale, regionale o provinciale, nonostante le richieste avanzate e la espressa previsione normativa (cfr. art. 3, comma 27, l. 549/1995) dettata al fine di finanziare “la bonifica dei suoli inquinati e (…) il recupero delle aree degradate”. La situazione sopra enunciata, era già stata denunciata nel 2008, allorquando il Presidente del CdA della Bracciano Ambiente Spa e il Sindaco di Bracciano, quale istituzione locale e socio unico della partecipata, sottoscrivevano le comunicazioni del 23/04/2008 prot.434 e del 04/07/2008 prot. n. 700 con le quali: – informavano il Presidente e l’Assessore al Bilancio della Regione Lazio, il Prefetto di Roma e il Commissario delegato per l’emergenza ambientale, della complessa situazione ambientale di cui si era fatta carico nell’interesse collettivo; – davano conto delle somme spese dalla Bracciano Ambiente (allora) per la gestione dell’invaso gestito dai privati dal 1991 al 2004, a lei affidato ma da lei operativamente non gestito e delle cui autorizzazioni non era titolare; – chiedevano di poter utilizzare, ai fini della bonifica e monitoraggio della discarica dismessa, le somme incassate per mezzo della gestione del nuovo invaso, per ecotassa e post mortem. Anche tali richieste, pur reiterate negli anni successivi, sono rimaste prive di riscontro, sicché la società pubblica, per conto del Comune di Bracciano, al fine di evitare il verificarsi di una ulteriore emergenza ambientale, ha fino ad oggi provveduto, per proprio conto ed a proprie spese, a mantenere il sito nel suo complesso in sicurezza, utilizzando, secondo necessità, le somme incassate a titolo di ecotassa e post mortem, nonché una consistente parte dei ricavi derivanti dalla gestione caratteristica del ramo d’azienda. A differenza di quanto sostenuto da qualche cittadino, tali somme non sono sparite, ma sono state spese per garantire, per oltre un decennio, la cura, salvaguardia e manutenzione del sito. Tutte le spese effettuate dalla società pubblica sono documentate fattura per fattura e anno per anno. La Regione Lazio, a seguito della istanza avanzata dalla società pubblica e dal Comune di Bracciano, con delibera di Giunta Regionale del 30/05/2014 n. 317 ha riconosciuto che la attività posta in essere dalla stessa per il recupero ambientale e l’attività di gestione, di fatto, post operativa degli invasi di discarica precedentemente coltivati da altri soggetti, è stata spiegata, dal I.07.2004 al 31.12.2013, “nell’interesse collettivo della cittadinanza al fine di favorire il rispetto degli standard ambientali ed igienico sanitari stabiliti dalla normativa vigente” e, di conseguenza, ha disposto abbattimento in favore della partecipata Bracciano Ambiente del debito tributario regionale maturato al 31.12.2013, per la c.d. Ecotassa, istituita dall’art. 3, commi 24-40, della L. 549-1995 e disciplinata dalla L.R. n. 42 del 1998, “fino a concorrenza di una somma pari a Euro 10.453.107,68, oltre alle sanzioni e agli interessi previsti dalla normativa vigente”. Tale generico provvedimento, è stato modificato con l’emissione della D.G.R. n. 217 del 12/05/2015, con il quale la Giunta regionale ha modificato la delibera n. 317, confermandone i contenuti, ma dichiarando di voler individuare“in luogo della compensazione tributaria, altra iniziativa che sarà definita, ai sensi di legge, per l’assolvimento delle finalità di cui alla predetta deliberazione”. La Giunta Regionale, in ultimo, ha approvato la deliberazione n. 370 del 21/07/2015 con la quale: – Prende atto della relazione di verifica della Direzione regionale Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti – Area Ciclo Integrato dei Rifiuti, di cui al prot. 215574/2015 del 20 aprile 2015, nella quale, sulla base della documentazione prodotta dal Comune di Bracciano direttamente o tramite la sua società in house Bracciano Ambiente, è stato stimato congruo, a titolo prudenziale, quale costo ambientale sostenuto per il vecchio invaso, già gestito dalla Società SEL fino alla data del fallimento avvenuto il 30 giugno 2004, l’importo complessivo di €. 10.373.619,40; – riconosce al Comune di Bracciano, a titolo di risarcimento per la gestione della discarica della società privata SEL, l’importo di €. 10.373.619,40, in qualità di socio unico della società partecipata denominata “Bracciano Ambiente”, avendo operato una gestione di affare altrui, come regolato dagli artt. 2028 e ss. del codice civile.
Il predetto riconoscimento veniva revocato con delibera Regionale n. 727 del 14 dicembre 2015 e avverso tale atto il Commissario prefettizio proponeva Ricorso al Tar, “considerato che è interesse del Comune di Bracciano procedere al recupero delle somme ad esso riconosciute a titolo di risarcimento per la gestione di affare altrui e di chiedere alla Regione Lazio di farsi carico della gestione della porzione di discarica di Cupinoro, già gestita dalla SEL Scarl fino al 30 giugno 2004, in quanto soggetto cui fa capo il dovere di provvedere a bonificare e mettere in sicurezza le aree degradate (…)”.