Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota a firma Movimento Fermiamo Cupinoro, Comitato Mobastapizzodelprete, Ass. Antifascista Gruppo di Assistenza e Solidarietà Popolare, Massimo Bistacchia, inviata al Presidente della Regione Lazio, alla Direzione Regionale Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti, e per conoscenza alla Procura della Repubblica di Civitavecchia, al Ministro AMBIENTE, ai Carabinieri N.O.E., al Sindaco del Comune di Bracciano, ai Consiglieri Comunali del Comune di Bracciano.
OGGETTO : Discarica di Cupinoro (Bracciano)
A distanza di un anno dall’ultimo incontro con l’ Assessore Regionale competente Dr. Bruschini, i sottoscritti firmatari della presente vogliono rappresentare, ancora, il disappunto e le legittime preoccupazioni per quello che riguarda la triste vicenda della Discarica di Cupinoro.
Dopo anni dalla sua definitiva chiusura ancora oggi nessuno provvede alla necessaria messa in sicurezza e al capping, nè tantomeno ai dovuti controlli sulle matrici ambientali previsti dalla legge. L’unica operazione che ci garantiscono venga effettuata è il prelievo del percolato. Il resto ci parla di una discarica abbandonata a se stessa, senza neanche più un minimo di controllo.
Ci domandiamo quali siano gli ostacoli che impediscono tali operazioni necessarie e obbligatorie.
Purtroppo dobbiamo constatare che, nonostante le innumerevoli criticità venute alla luce già dalla sua realizzazione nel 1991, ancora si continuano a rimandare operazioni che dovrebbero invece costituire il giusto risarcimento per i danni causati da una simile opera.
Risulta agli scriventi inspiegabile il motivo per cui non si provveda all’escussione della polizza precedentemente stipulata a favore della Regione Lazio che dovrebbe coprire almeno parte delle spese necessarie alle operazioni utili alla definitiva messa in sicurezza di Cupinoro.
Abbiamo assistito per anni a decisioni che tutti sapevano in contrasto con le più elementari norme che regolano la programmazione di impiantistiche per il trattamento dei rifiuti in considerazione dei vincoli e delle criticità di carattere geologico esistenti nella zona di Cupinoro che certamente non sono stati decisi dai comitati e dai cittadini del posto ma dalle stesse amministrazioni e istituzioni statali.
Tutto ciò viene già messo in evidenza nel 1992 (solo un anno dopo la realizzazione della discarica) da parte della Provincia di Roma che, in una pubblicazione dell’Assessorato all’Ambiente, analizzando le varie discariche esistenti dichiara Cupinoro il sito che “presenta maggiori rischi di inquinamento della falda acquifera in quanto ubicato a monte degli attingimenti idropotabili dei comuni di Cerveteri e Ladispoli “ ed ancora “a ridosso della discarica è presente inoltre una estesa area boschiva di notevole pregio ambientale tanto da essere compresa nell’elenco delle aree naturali da proteggere redatto dal CNR e dal Ministero dei lavori pubblici, ripreso dalla Regione Lazio nella Carta Regionale dei Biotipi”.
Lo studio della Provincia di Roma conclude: “da quanto fin qui descritto risulta evidente la notevole permeabilità per porosità dei materiali sciolti e per fratturazione delle formazioni litoidi. L’acquifero principale è contenuto nei tufi menzionati nei quali insistono emungimenti con portate variabili da qualche litro fino a 100litri/secondo. La sensibilità ambientale del sito ha portato a puntare l’attenzione sulla corretta progettazione ed esecuzione della discarica. Infatti, in aggiunta all’impermeabilizzazione con 1 metro di argilla e manto di polietilene, è stata prevista l’armatura del fondo della discarica con rete elettrosaldata per minimizzare possibili cedimenti differenziali del fondo, con possibile fuoriuscita del percolato”.
Pertanto, allarmati da tutto ciò, vorremmo non solo che si verificasse la reale esistenza dell’armatura del fondo relativa, comunque, unicamente al primo lotto della discarica, ma anche sapere se detta armatura sia stata progettata ed eseguita anche per la restante parte della discarica, la cui realizzazione è avvenuta successivamente.
Ricordiamo inoltre che l’AIA approvata si basava sull’errato presupposto che la zona di Cupinoro fosse priva di vincoli, dimenticando che invece siamo in presenza di zona ZPS, uso civico, zona archeologica e vincolo paesaggistico.
L’assordante silenzio a cui abbiamo assistito negli ultimi tre anni è motivo di preoccupazione e rabbia e dimostra purtroppo come ancora le istituzioni preposte non abbiano a cuore la salvaguardia di un territorio dal valore inestimabile.
Per concludere chiediamo, con carattere d’urgenza, che si proceda nel più breve tempo possibile all’inizio dei lavori per la messa in sicurezza, al capping e soprattutto alla verifica dello stato delle matrici ambientali in tutta l’area su cui insiste la Discarica di Cupinoro, sulla base delle procedure come riportato nel documento allegato.
Bracciano, 22 Ottobre 2018
Movimento Fermiamo Cupinoro
Comitato Mobastapizzodelprete
Ass. Antifascista Gruppo di Assistenza e Solidarietà Popolare
Massimo Bistacchia