Site icon Ecolagodibracciano.it

Concorso culinario pesce di lago ad Anguillara aperto alla cucina casalinga

pesce di lago, concorso, culinario

Il concorso culinario mette in palio carte d’acquisto. Tra i giudici di gara chef professionisti e critici enogastronomici

Ultime ore ad Anguillara per partecipare all’innovativo concorso culinario di pesce di lago nell’ambito della storica Sagra del Pesce, giunta alla 63^ edizione, in programma ad Anguillara il 22 e 23 giugno. 

Si può partecipare portando in degustazione alle 16 di sabato 22 giugno presso l’oratorio Madonna delle Grazie in viale Reginaldo Belloni una pietanza a base di pesce di lago preparata a casa. Si vince una carta acquisto messa in palio dal Supermercato Todis di Anguillara. 

Non perdere l’occasione per dimostrare la tua bravura ai fornelli. L’iniziativa è mirata alla promozione al consumo di pesce di lago. 

Tra i giudici di gara chef professionisti e critici enogastronomici. 

Si tratta di chef Savino Donato, presidente Cuochi di Roma, di chef Vitalia Scano, presidente Sodalizio Lady Chef Roma e di Ilaria Castodei, giornalista e critica enogastronomica, Nadia Accetti presidente Donnadonna onlus che sta collaborando con la Federazione Cuochi.

La partecipazione è gratuita. 

Per informazione e richieste di partecipazione: 3792631752.

La “battana”

La “battana” tradizionale del lago di Bracciano. Acquerello di Maria Sandra Mariotti

La barca tradizionale del lago di Bracciano è, o meglio era, “la battana”. Al riguardo un approfondito studio è stato fatto da Macrina Marilena Maffei nella ricerca “Tra reti e paladini – cenni sull’arte della pesca ad Anguillara” (2002) finanziata dall’allora Provincia di Roma a partire da quanto esposto al Museo della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare “Augusto Montori” di Anguillara. La battana è una “piccola imbarcazione a fondo piatto a propulsione remica. Il modello tradizionale anguillarino è in legno di abete, è lunga cinque metri, larga uno e mezzo, ha una forma lanceolata con la prua, in dialetto punta, e la poppa, culatta, rettangolari”. Una essenzialità delle forme che per la fabbricazione non richiedeva maestri d’ascia. Le battane ad Anguillara venivano realizzate da alcune famiglie di falegnami (Galilei, Paris, Settimi) che oltre alle barche si dedicavano anche alla fattura di mobili. “Il fondo della barca era formato da strutture trasversali, chiamate traverse, mentre le fiancate, costarecce, erano costruite da tre tavole che risultavano leggermente aperte, sbracate. La norma costruttiva imponeva che all’interno, tra il fondo e le sponde, si creasse un’incurvatura di ventisette-ventotto centimetri, ma comunque fosse fabbricata, si trattava sempre di una imbarcazione fragile destinata a rompersi facilmente se le onde del lago diventavano più impetuose. Per evitare tale inconveniente le fiancate venivano rinforzate con supporti di ferro o di legno di olivo di forma angolare, chiamate cianghette. Nella barca, per i rematori, venivano costruiti due banchi fissi detti trasti mentre sulle fiancate, poiché lo scafo era privo di scalmi, venivano infissi due pioli di ferro, detti pirara, a cui con una corda si legava il remo. Quest’ultimo di legno di castagno, era costruito da due parti: il braccio, chiamato stio, lungo da un metro e sessanta a un metro e ottanta, che spesso i pescatori si fabbricavano da soli, realizzando un prodotto grezzo ma ugualmente funzionale, e la pala che invece veniva sempre costruita dal falegname ed era lunga circa un metro e venti. I due elementi venivano sovrapposti per trenta centimetri e ben inchiodati. I colori preferiti per la barca erano il nero, il verde scuro e l’azzurro. Nel passato non c’era l’uso di calafatare la barca ma semplicemente di verniciarla, le spaccature del legno venivano riempite dagli stessi pescatori con della stoppa inserita fra i comenti con gli scalpelli, poi si ricopriva il tutto con la vernice. Esisteva anche un tipo di barca più grande lunga undici metri e larga un metro e ottanta, solitamente era di cerro e veniva costruita fuori dal paese. Le sue caratteristiche erano il fondo piatto, la prua leggermente rialzata, le sponde molto aperte e una conclusione tronca sulla poppa. D’estate le barche di cerro, tirate a secco sulla spiaggia, con il sole subivano un vistoso allargamento delle fessure formatesi tra le diverse tavole che componevano l’imbarcazione, per evitare l’inconveniente c’era l’uso di farle andare a fondo nelle acque del lago e di tirarle fuori a settembre”.

RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Exit mobile version